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Gli elettori hanno voglia di verde

Keystone

Il risultato delle elezioni zurighesi conferma il grande momento dei Verdi, che dal 2004 hanno guadagnato seggi praticamente in tutti i cantoni. I socialisti devono invece cominciare a porsi degli interrogativi.

L’esito dello scrutinio a Zurigo non può fungere da base per un pronostico in vista delle elezioni federali di ottobre. Tuttavia si delineano alcune tendenze.

Per Michael Hermann, politologo dell’Università di Zurigo, le elezioni zurighesi – ultimo test prima delle elezioni federali previste in autunno – possono servire da bussola per valutare quali sono le tendenze politiche a livello nazionale.

Se i partiti di centro sono riusciti perlomeno ad arrestare la loro erosione, il bilancio per il Partito socialista è assai amaro: nel parlamento cantonale hanno perso quasi un terzo dei loro seggi.

Ad approfittarne non è stata l’Unione democratica di centro (UDC, destra nazional-conservatrice), bensì i due partiti ecologisti ed in particolare i Verdi liberali, un partito che non esiste ancora a livello nazionale.

Forte progressione ecologista

La tendenza scaturita dalle altre elezioni cantonali di questi ultimi anni ha quindi trovato conferma anche a Zurigo: dal 2004 in poi i Verdi hanno conquistato complessivamente in 24 cantoni 57 nuovi mandati, attestandosi a 190.

Tre anni fa detenevano il 4,7% dell’insieme dei seggi disponibili, proporzione che nel frattempo è salita al 7,2%, senza contare i verdi-liberali che hanno mandato nel parlamento zurighese dieci loro rappresentanti. “La tendenza è chiara: se gli ecologisti non dovessero uscire vincitori dalle elezioni federali di ottobre sarebbe veramente una sorpresa”, sottolinea Michael Hermann.

Il secondo vincitore è l’UDC, che dopo la progressione fulminante tra il 1995 e il 2003 è riuscita a consolidare le sue posizioni e a crescere percentualmente dal 19,8 al 21,3%.

“A Zurigo, l’UDC è riuscita a recuperare il suo secondo seggio in governo. Non si è trattato di un successo eclatante come in passato, ma un partito non può crescere indefinitamente”, commenta Andreas Ladner, politologo all’Istituto di alti studi in amministrazione pubblica a Losanna.

Inversione di tendenza per i radicali?

Anche se nella capitale economica della Svizzera il Partito liberale radicale (PLR) è riuscito a frenare l’erosione di consensi, non bisogna però dimenticare che dal 2004 ha perso più di cento seggi, passando dal 22,5 a poco meno del 20%.

Anche se sono riusciti a mantenere i loro due seggi in governo, “i radicali hanno comunque perso in termine di voti e non si nota nessun cambiamento di tendenza”, osserva Ladner.

In parabola discendente anche per il Partito popolare democratico (PPD), che dal 2004 ha visto la propria rappresentanza passare dal 22 al 21,1%.

A Zurigo, tuttavia, il PPD ha fatto meglio rispetto a quattro anni fa: “Registrare una progressione dell’1% in un cantone urbano come Zurigo (per un partito radicato soprattutto nei cantoni cattolici e meno urbani, ndr) è un eccellente risultato in vista delle elezioni d’autunno”, spiega Ladner.

Fine della polarizzazione?

Il discorso è un po’ più complicato per il Partito socialista: seppur mantenendo a fatica la sua posizione nell’ultimo quadriennio (dal 20,4 al 20,2%), a Zurigo il PS è incappato in una cocente sconfitta, perdendo ben il 7,2% dei suffragi.

“Per molto tempo, il PS ha potuto approfittare del fatto che non vi fosse nessuna alternativa”, spiega Michael Hermann, alludendo alla forte progressione dei Verdi.

“Il problema del PS – osserva dal canto suo Andreas Ladner – è di trovarsi confrontato ad altre forze sui suoi fianchi. Dovunque vada rischia di perdere, sia verso la sinistra che verso il centro, dove si trova di fronte oggi i Verdi liberali”.

La sostanziale stagnazione dell’UDC e la regressione del PS non vuol dire però che il processo di polarizzazione della politica svizzera è giunto a termine.

“È troppo presto per parlare di una fine della polarizzazione, poiché i partiti di centro che hanno vinto sono relativamente eterogenei – sostiene Andreas Ladner. Nello stesso tempo, i Verdi hanno pure una corrente di sinistra sinonimo di polarizzazione”.

Più categorico invece Michael Hermann: “Visto da sinistra il risultato delle elezioni zurighesi rappresenta sicuramente un rafforzamento del centro. Nella Svizzera tedesca la gente ne ha abbastanza di una politica bipolare”.

swissinfo

Nelle elezioni per il governo, l’Unione democratica di centro è riuscita a riconquistare un seggio a scapito dei Verdi liberali, che non sono riusciti a far eleggere un loro rappresentante dopo la scissione con il Partito dei Verdi.

I Verdi liberali sono comunque riusciti ad aggiudicarsi 10 seggi nelle elezioni per il Gran Consiglio. Il Partito dei Verdi ha dal canto suo portato la sua deputazione da 14 a 19 rappresentanti. Il Partito liberale radicale è riuscito a mantenere i suoi 29 seggi, mentre il Partito popolare democratico ne ha guadagnato uno (a 13).

Il principale sconfitto è stato il Partito socialista, che ha perso 17 dei suoi 53 seggi. Anche l’UDC ha perso 5 rappresentanti, a causa in particolare di un cambiamento nel sistema proporzionale. Con 59 deputati, l’UDC rimane comunque il principale partito.

Nella Camera bassa del parlamento svizzero, eletta con il sistema proporzionale, il partito più grande è l’Unione democratica di centro, con 55 rappresentanti (44 nel 1999).

Seguono i socialisti, con 52 deputati (51).

In terza posizione vi è il Partito liberale radicale, con 36 rappresentanti (43).

In quarta il Partito popolare democratico, con 28 (35).

I Verdi sono la quinta forza parlamentare. La deputazione ecologista è composta da 13 membri (9).

Le altre forze parlamentari totalizzano 16 deputati (16).

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