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Gottardo: non è caos ma poco ci manca

Keystone

L'arrivo massiccio dei camion ha messo a dura prova le nuove misure d'accesso controllato alla galleria del San Gottardo. Colonne e deviazioni forzate.

Al primo significativo esame dopo le festività, la situazione ad Airolo ha destato preoccupazione. La colonna di veicoli pesanti in attesa di transitare sotto il tunnel del San Gottardo ha raggiunto i 7 chilometri.

Tra Airolo e Quinto, la corsia di sicurezza della A2, trasformata in zona d’attesa per i camion che, ricordiamo, nel tunnel viaggiano a senso alternato di due ore, si è riempita già in mattinata.

“A partire dalle 13.00” sottolinea Marco Guscio, capo della polstradale ticinese, “all’altezza di Bellinzona abbiamo dovuto deviare i veicoli pesanti verso il San Bernardino”. Se la colonna di camion in attesa non dovesse assorbirsi nel corso della serata, la deviazione resterà in vigore almeno fino a martedì.

Secondo delle statistiche del Dipartimento federale dei trasporti, il nuovo regime di transito dovrebbe permettere il transito sull’asse del Gottardo di 3000 – 3500 camion al giorno. Marco Guscio ritiene queste cifre troppo ottimiste “Anche considerando ulteriore accorgimenti, difficilmente riusciremo a smaltire più di 2000 veicoli al giorno”. Egli ritiene dunque che il caos sia in qualche modo programmato, ad esempio in caso di precipitazioni nevose o di incidenti.

Prima dell’incidente nel tunnel dello scorso 24 ottobre, i veicoli pesanti in transito raggiungevano le 5500 unità al giorno.

Proteste dei camionisti in vista

Molti autotrasportatori, in maggioranza stranieri, si sono lamentati della mancanza d’informazioni e dell’assenza di infrastrutture logistiche nella zona. “Non è stato previsto niente per facilitare l’attesa, ne toilettes ne bevande calde” accusava alcuni giorni or sono un inglese esasperato.

Da parte loro, i camionisti italiani hanno già annunciato per il prossimo 23 gennaio una manifestazione di protesta contro le nuove misure sul transito adottate al San Gottardo.

Nuovo polemica tra Bellinzona e Coira

Con la ripresa in grande stile del traffico pesante dopo le festività sono tornati anche gli attriti fra Ticino e Grigioni: Coira non è per niente contenta della gestione della situazione da parte delle autorità ticinesi.

Secondo Marco Guscio è successo quello che era da attendersi alla vigilia: quando i cinque chilometri a disposizione dei TIR sul tratto autostradale di Quinto sono risultati insufficienti, l’unica possibilità era deviare il traffico pesante sul San Bernardino.

Una decisione duramente criticata da Stefan Engler, capo del Dipartimento retico delle costruzioni, dei trasporti e delle foreste. A suo avviso il sistema di traffico alternato funziona solo se la sua attuazione avviene seriamente.

Secondo Engler c’è da chiedersi se in Leventina si stia procedendo veramente sul serio, considerato che la polizia ticinese ha spostato il traffico sul San Bernardino senza prendere contatto con le autorità grigionesi. Il problema in Ticino è dovuto al fatto che non vi sono le necessarie aree di attesa, ha aggiunto. Il Consiglio di Stato grigionese – annuncia Engler – studierà quindi in dettaglio la nuova situazione, cercando ancora una volta il dialogo con le autorità ticinesi. Lunedì fra Soazza e Lostallo, sull’A13, si registravano colonne di sei chilometri.

Berna, intanto, tace…

Il Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC) non intende commentare la situazione. Un portavoce ha detto che si seguirà la situazione e semmai si procederà ad affinare il sistema di passaggio del traffico pesante. È troppo presto – ha aggiunto – per giudicare le misure prese finora.

swissinfo e agenzie

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