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Grandi aziende, grandi problemi

Paziente economia: gli operatori al capezzale di imprese che sotto le pressioni esterne navigano a vista Keystone

Sempre più imprese tradizionali svizzere sono sotto pressione. Il dissesto della Swissair è un caso estremo, ma il mondo finanziario è ora più attento.

Il gruppo ABB ha presentato risultati negativi per il 2001: i conti si sono chiusi con una perdita di 691 milioni di franchi, scivolando in rosso per la prima volta nella storia aziendale. I fondi propri rispetto al totale di bilancio sono scesi dal 17,7 per cento del 2000 al 6,2 per cento.

Si tratta di una situazione preoccupante, secondo gli analisti. Anche l’agenzia di valutazione del credito Standard & Poor’s ha ridotto il voto attribuito al gruppo elvetico-svedese.

Pesanti ipoteche

La situazione dell’ABB è scomoda. Il gruppo ha alle spalle un costoso processo di espansione e si trova in una difficile fase di ristrutturazione. Nel contempo deve affrontare decine di migliaia di denunce negli Stati Uniti legate ai problemi dell’amianto.

E se ciò non bastasse, in questi giorni l’ABB è stata travolta da nuove turbolenze dovute alla pubblicazione di dati relativi a liquidazioni pensionistiche milionarie. Il gruppo ha infatti versato a Percy Barnevik, ex presidente del consiglio di amministrazione, e a Göran Lindhal, ex presidente della direzione, una somma di 233 milioni di franchi. Ciò in un periodo in cui il gruppo ha annunciato la soppressione di 12 000 posti a livello mondiale.

La Borsa ha reagito negativamente. Un anno fa la capitalizzazione borsistica raggiungeva quasi 50 miliardi di franchi, con un titolo a 40 franchi. Il valore è sceso a 14,2 miliardi. Ieri l’azione ABB ha chiuso a 11,90 franchi. Dall’inizio del 2002 il titolo ha perso il 26 per cento.

Ombre anche su Sulzer e Ascom

La Sulzer Medica, che deve affrontare richieste di risarcimento provenienti dagli USA a causa delle protesi difettose, è pure sotto pressione. In base a un’intesa che deve essere ancora approvata, ai pazienti rioperati saranno versati complessivamente 1,8 miliardi di franchi. Sulzer Medica dovrà mettere a disposizione 1,1 miliardi. La decisione definitiva è prevista per metà maggio.

Anche Ascom ha perso molto terreno. Il gruppo bernese, attivo nel settore telecom ha dovuto decidere un blocco degli investimenti e delle assunzioni. Nel contempo procederà alla vendita di diverse attività, destinando i proventi alla riduzione dei debiti.

Reagendo a voci che circolavano sui mercati, Urs Fischer, presidente della direzione, ha sottolineato che la sua azienda non si trova affatto sull’orlo del fallimento. Le attività operative non sono pregiudicate dai problemi di liquidità e la società sta già superando il momento più difficile. Ma la Borsa ha reagito con drastici ribassi. L’azione del gruppo bernese è passata dai 130 franchi del gennaio 2001 a 20,35 franchi ieri.

Gli investitori, specialmente dopo il dissesto della Swissair, reagiscono bruscamente alle voci su problemi di liquidità, indicano gli operatori. Non è stata solo la compagnia di bandiera a suscitare timori. Anche a livello internazionale si sono verificati crolli inattesi: il dissesto del gigante energetico americano Enron costituisce la maggiore bancarotta della storia economica americana.

Iris Kronenberg, Ats

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