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Hooligan: stadi vietati in tutta la Svizzera

Dalla prossima stagione i divieti di accedere agli stadi emanati nei confronti dei tifosi violenti saranno validi in tutta la Svizzera. Chi è stato allontanato dagli stadi di calcio non potrà neanche seguire le partite di hockey su ghiaccio.

All’inizio del 2010 erano 974 le persone alle quali è stato imposto il divieto di accesso allo stadio: 645 sanzioni riguardano i tifosi di calcio e 329 le persone che hanno creato problemi durante partite di disco su ghiaccio, secondo le cifre comunicate giovedì dalla Conferenza dei comandanti delle polizie cantonali della Svizzera e dal Servizio centrale in materia di tifoseria.

Il divieto di accesso può essere intimato dai club, dalla federazione di calcio e rispettivamente dalla lega di hockey su ghiaccio, indica una nota.

Le interdizioni di accedere agli stadi – che possono rimanere in vigore per tre anni – dipendono dal codice civile e vengono registrate da Swiss Olympic, l’associazione mantello delle federazioni sportive svizzere. Le persone contro le quali viene pronunciata una sanzione vengono registrate nel sistema d’informazione elettronico Hoogan, che dipende dalla Polizia federale (fedpol), ha precisato Marco Cortesi, portavoce della polizia cittadina zurighese.

Il controllo dei tifosi viene effettuato dai club e dagli esperti della polizia che pattugliano gli stadi. «Malgrado il divieto, non si può escludere che questo o quel tifoso violento possa riuscire ad entrare in uno stadio. La misura dovrebbe tuttavia permettere di tenere lontano la maggior parte degli hooligan», ha dichiarato Cortesi.

Dallo scorso mese di maggio, la sezione di fedpol che si occupa di “hooliganismo” ha iniziato ad organizzare corsi per gli agenti che intervengono in borghese negli stadi. La formazione si concentra su aspetti tattici, giuridici e psicologici, in modo da rendere uniformi gli interventi dei poliziotti.

Ai corsi prendono parte anche agenti tedeschi e austriaci, rendendo possibile uno scambio di esperienze che supera le frontiere, ha precisato Cortesi.

swissinfo.ch e agenzie

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