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I lavoratori dell’edilizia incrociano le braccia

La mobilitazione dei lavoratori (nella foto a Ginevra) è massiccia, sostengono i sindacati Keystone

Nei cantoni di Berna, Neuchâtel e Ginevra diverse migliaia di operai edili hanno indetto lunedì uno sciopero per protestare contro il vuoto contrattuale nel settore.

Il conflitto che oppone lavoratori e sindacati agli impresari costruttori si inasprisce ulteriormente, dopo l’agitazione di sabato sui cantieri Alptransit della linea ferroviaria del San Gottardo.

Per la prima volta da 70 anni, dal 1° ottobre il settore della costruzione è privo di “contratto nazionale mantello” (CNM 2006) dopo che la Società svizzera degli impresari costruttori (SSIC) lo ha disdetto lo scorso 23 maggio.

Il vuoto contrattuale riguarda più di 80’000 salariati e le organizzazioni dei lavoratori Unia e Syna temono che esso apra la strada al dumping salariale.

Forte mobilitazione

A Berna, l’agitazione interessa in tutto 85 cantieri, ha indicato Nico Lutz, portavoce del sindacato Unia. Sulla piazza della stazione, che è attualmente tutta un cantiere, operai in sciopero hanno distributo ai passanti un “giornale di lotta”, intitolato “Ci difendiamo”, in cui si spiegano le loro rivendicazioni

A Ginevra, alle 8.00 gli operai edili si sono riuniti per bere un caffè assieme, prima di partire in corteo verso il centrocittà. “La mobilitazione è massiccia e quasi tutti i cantieri sono fermi”, ha indicato Jacques Robert di Unia.

Da 4’000 a 5’000 lavoratori e simpatizzanti hanno occupato il Pont du Mont Blanc, rendendo molto difficile il traffico nella città sulle rive del Lemano.

La mobilitazione è forte anche nel canton Neuchâtel: “Tutti i grandi cantieri sono fermi”, ha sottolineato Aldo Ferrari, membro del comitato nazionale di sciopero.

Secondo le prime stime, complessivamente sono più di 5’000 gli operai che hanno
incrociato le braccia.

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Contratto collettivo di lavoro

Questo contenuto è stato pubblicato al Il contratto collettivo di lavoro (CCL) è un accordo tra datori di lavoro o associazioni di datori di lavoro di un determinato settore e associazioni di lavoratori. Queste convenzioni contengono disposizioni sulla stipulazione, il contenuto e la fine del contratto di lavoro individuale, nonché prescrizioni sui diritti e gli obblighi delle parti contraenti e sull’applicazione…

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Solo un primo assaggio

L’agitazione era cominciata con uno sciopero di 24 ore tra venerdì e sabato sui cantieri della Nuova trasversale ferroviaria alpina di Amsteg (Uri), Sedrun (Grigioni), Bodio e Faido (Ticino): un assaggio di ciò che attende il settore dell’edilizia nelle prossime settimane, è stato annunciato.

Con azioni di protesta in tutta la Svizzera, i sindacati intendono far pressione sulla SSIC allo scopo di ottenere un nuovo CNM. A Zurigo è prevista un’agitazione il primo novembre.

La SSIC ha già condannato gli scioperi giudicando i blocchi contrari alla Costituzione federale e sostenendo che non è con simili azioni che si può estorcere un nuovo contratto nazionale.

Lo scorso 13 settembre, il comitato centrale di Unia ha stanziato 5 milioni di franchi in vista degli scioperi. “I lavoratori sono determinati a difendere i loro interessi”, afferma il maggiore sindacato svizzero (200’000 affiliati), precisando che una parte della somma stanziata servirà anche a finanziare una campagna di informazione.

Secondo il sindacato numerose società di intermediazione di lavoro temporaneo hanno già annunciato, a partire da ottobre, una diminuzione delle retribuzioni. “Sarà poi la volta delle aziende straniere e le società svizzere dovranno confrontarsi con un’enorme pressione”.

Scendere a compromessi

I sindacati invitano il padronato a scendere a compromessi e a non prendere decisioni unilaterali che potrebbero mettere in pericolo la collaborazione tra le parti sociali.

Nonostante il vuoto contrattuale, le condizioni di lavoro fissate dalla CNM 2006 resteranno in vigore, aveva indicato la SSIC lo scorso maggio, quando la sua assemblea dei delegati ha deciso la rescissione a Delémont. La SSIC ha sottolineato di non volere uno smantellamento sociale.

Il pomo della discordia, durante l’ultima fase delle trattative, era rappresentato dalla compensazione delle ore non lavorate a causa di cattive condizioni meteorologiche o di guasti tecnici.

Secondo i sindacati, i datori di lavoro vogliono scaricare quasi interamente questo rischio sulle spalle degli operai. Dal canto suo la SSIC spiega di essere confrontata con una concorrenza “spietata” e di dover disporre di un certo margine di manovra. Essa deplora l’atteggiamento “incomprensibile” dei sindacati Unia e Syna, che non hanno voluto concedere la flessibilità di cui necessita il ramo per il recupero delle ore perse.

swissinfo e agenzie

Con lo sciopero i sindacati sperano di giungere alla stipulazione di un nuovo Contratto collettivo di lavoro nazionale (CCL) per i circa 80’000 dipendenti attivi nel settore edile.

Il vecchio CCL, che non è più in vigore dal 1. ottobre, è stata rescisso in maggio dalla Società svizzera degli impresari costruttori.

I partner sociali non riescono a trovare un accordo. Il padronato vorrebbe più flessibilità per evitare la disoccupazione invernale. Auspica inoltre la parziale introduzione di una rimunerazione al merito.

I sindacati coinvolti, UNIA e Syna, rifiutano al contrario ogni deterioramento delle condizioni di lavoro, peraltro già difficili per chi è attivo nella costruzione.

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