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I liberali radicali nell’occhio del ciclone

Il primo governo federale, del 1848, era interamente formato da liberali radicali swissinfo.ch

I liberali-radicali (PLR - destra) si riuniscono in assemblea venerdì e sabato a Glarona, per dibattere del futuro del partito.

Un’assemblea che cade in un momento in cui il partito di lunga tradizione è nella tormenta a causa della vicenda ticinese dell’esautorazione di Marina Masoni e per le recenti sconfitte elettorali.

L’attenzione dei media si è di recente focalizzata sul PLR in seguito alla vicenda del “Fiscogate” ticinese, che ruota intorno a Marina Masoni. Membro del governo cantonale e responsabile del dipartimento economia e finanza, la Masoni si è vista ritirare la competenza della divisione contribuzioni.

Un’inchiesta ha stabilito che la fondazione dei genitori di Marina Masoni, domiciliata nel canton Svitto, uno dei paradisi fiscali svizzeri, non era conforme alla legge. Anche se la sua responsabilità personale è tutta da provare, Marina Masoni si ritrova al centro delle polemiche, e a più voci ne vengono richieste le dimissioni.

Il rapporto mette anche in evidenza diverse irregolarità nella conduzione della divisione fisco. Il futuro politico della vice-presidente del partito nazionale, che aspirava ad un seggio nel Consiglio federale, sembra seriamente compromesso.

E siccome piove sempre sul bagnato, il PLR ha recentemente anche subito un’erosione del suo elettorato, confermato nelle elezioni municipali di Losanna. A Friburgo, l’unico rappresentante dell’esecutivo della città capoluogo del cantone non è stato rieletto.

L’erosione elettorale non è nuova, ma data almeno di 20 anni, secondo Werner Seitz, capo della sezione “Politica, cultura e media” dell’Ufficio federale di statistica, che ha analizzato in dettaglio l’evoluzione del partito.

swissinfo: A quando risale l’erosione del PLR?

Werner Seitz: È un declino impressionante. È dal 1979 che i liberali-radicali non fanno più veramente la figura dei vincitori. Allora rappresentavano il 28% dei seggi nei parlamenti cantonali e il 24% dell’elettorato a livello federale.

Da quella data in poi hanno continuato a perdere. Ormai contano meno del 20% dei seggi nei cantoni. A livello federale non rappresentano che il 17% dell’elettorato. E le perdite sono avvenute anche a livello comunale.

swissinfo: Quali sono le ragioni di questa caduta?

W.S.: Come per il Partito Popolare Democratico (PPD /centrodestra), i liberali radicali erano favorevoli all’Europa, mentre una fetta importante della base dei due partiti le era ostile. Ad approfittarne è stata l’Unione Democratica di Centro (UDC/ destra dura).

Inoltre negli anni ’70 e ’80 l’elite radicale ha fatto un passo verso la sinistra su questioni come la parità uomo-donna, l’ecologia, ma anche in altri ambiti, come la politica della droga o dei trasporti pubblici. Anche in questo caso a vantaggio dell’UDC.

swissinfo: Il PLR dovrebbe dunque adottare posizioni più dure, sull’esempio dell’UDC?

W.S.: Per nulla. Perché si tratta di un processo che arriva alla fine. Il presidente del PLR, Fulvio Pelli, ha ragione quando afferma che devono guadagnarsi nuovi elettori, e non cercare di attirare quelli vecchi, passati nel frattempo all’UDC.

swissinfo: Attirare nuovi elettori, ma con quali argomenti?

W.S.: I liberali radicali hanno sempre rappresentato il partito che ha fondato lo Stato federale e che è più vicino al mondo economico. Ma è anche il partito che ha modernizzato la Svizzera.

L’elite radicale l’ha un po’ dimenticato. Se è capace di re-inventare questo aspetto, la modernizzazione, ha una possibilità di attirare un elettorato urbano, che si vuole moderno, senza dover adottare le tesi della sinistra.

swissinfo: Un’eventuale fusione al centro con il PPD migliorerebbe la situazione per il PLR?

W.S.: No, l’unione di due perdenti non porterebbe a nulla. Vi sono differenze storiche troppo grandi tra i due partiti. Attualmente il PPD, al contrario del PLR, si orienta verso il centro sinistra. Penso che una fusione porterebbe più svantaggi che benefici.

swissinfo: L’affare Masoni è rivelatore del declino del PLR?

W.S.: Vi sono due aspetti in questo affare. Il primo è locale, ticinese. Ma Marina Masoni è anche la rappresentante dell’ala economica e neoliberale del partito. Per il PLR è grave, tanto più che è la vice-presidente del partito nazionale.

Marina Masoni voleva cambiare la politica fiscale, ma è scivolata proprio sul campo di sua competenza. È un fiasco per lei e per l’ala economica del suo partito.

swissinfo: Senza Masoni è difficile prevedere quale altra personalità liberale radicale di spicco succederà a Pascal Couchepin. Non è sorprendente?

W.S.: Non particolarmente. Tutti i partiti borghesi hanno problemi a trovare candidature valide. A destra l’economia sembra attirare di più della politica le persone che desiderano far muovere le cose nella società.

swissinfo, Olivier Pauchard
traduzione, Raffaella Rossello

Il Partito Liberale Radicale ha radici nel movimento liberale della prima metà del XIX secolo.

È all’origine della fondazione dello Stato federale svizzero nel 1848.

Il suo dominio praticamente assoluto della politica svizzera ha cominciato a declinare già a partire dall’introduzione dello scrutinio proporzionale, nel 1918.

Protagonista principale della politica elvetica per decenni, il partito ha subito una costante erosione del suo corpo elettorale a partire dal 1979.

La riunione dei delegati di Glarona, questo fine settimana, è dedicata alla formazione in Svizzera e alla preparazione delle elezioni federali del 2007.

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