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I milioni di Salinas tornano in Messico

Raul Salinas de Gortari è il principale protagonista di un affare di riciclaggio tra Messico e Svizzera Keystone / Monica Rueda

La Confederazione ha deciso di consegnare al Messico 74 milioni di dollari bloccati su conti svizzeri riconducibili al fratello dell'ex presidente messicano Carlos Salinas. È la fine di una procedura durata quasi 13 anni.

Il denaro restituito è «chiaramente di origine criminale», si legge in un comunicato dell’Ufficio federale di giustizia (UFG). Nel corso della procedura, sono stati sequestrati all’incirca 110 milioni di dollari del clan Salinas. Al Messico, che ne ha chiesto la restituzione alla fine del 2007, andranno per decisione del giudice istruttore federale 74 milioni di dollari (circa 77 milioni di franchi).

Le indagini non hanno rilevato alcuna provenienza illecita per la restante somma, che è stata quindi restituita a chi ne aveva diritto. Paul Perraudin, il giudice federale che si è occupato del caso, ha sottolineato che il denaro non è andato a membri del clan Salinas. Folco Galli, portavoce dell’UFG, ha specificato che la somma è stata restituita al miliardario messicano Carlos Peralta Quintero, che l’aveva prestata a Raul Salinas per la creazione di una società d’investimenti.

Secondo l’Ufficio federale di giustizia, la chiusura del dossier Salinas con il versamento al Messico dei fondi bloccati, è un’ulteriore testimonianza della ferma volontà della Svizzera di combattere l’uso della sua piazza finanziaria per scopi criminali e di restituire i proventi dei reati alle vittime.

Il caso Salinas

Nel 1995, le autorità svizzere erano state le prime ad avviare un’inchiesta penale per riciclaggio di denaro nei confronti di Raul Salinas. Il caso è stato uno dei cavalli di battaglia della procuratrice Carla Del Ponte, passata poi al Tribunale internazionale per i crimini nella ex Jugoslavia e oggi ambasciatrice svizzera in Argentina.

Nel 2002, la Svizzera ha delegato l’inchiesta alle autorità messicane. Al centro delle indagini c’è Raul Salinas, fratello dell’ex presidente messicano, accusato insieme ad altre persone di riciclaggio e appropriazione indebita di denaro pubblico.

Secondo la giustizia messicana, Raul Salinas – che dal 1995 sta scontando una condanna a 27 anni di carcere per omicidio – avrebbe fatto confluire sui suoi conti 200 milioni di dollari sottratti allo stato.

Che fare dei soldi?

La decisione del giudice istruttore federale è stata accolta con favore dagli ambienti interessati. L’Azione Piazza finanziaria svizzera (APF) si rammarica però del fatto che «non si siano presi accordi con il Messico per l’impiego del denaro restituito».

Per il direttore di APF, Max Mader, trattandosi di soldi pubblici ci si dovrebbe assicurare che ritornino ai cittadini, per esempio sotto forma di progetti d’aiuto allo sviluppo. In Svizzera, però, manca ancora una base legale che regoli l’impiego dei capitali restituiti e che permetta di controllare che fine facciano.

swissinfo e agenzie

Negli ultimi 10 anni la Svizzera ha restituito a diversi stati 1,6 miliardi di dollari bloccati sui conti svizzeri di dittatori e affini.

I casi principali, da mezzo miliardi di dollari ciascuno, hanno riguardato le Filippine (Ferdinando Marcos) e la Nigeria (Sani Abacha).

Il Consiglio federale aveva congelato i conti di Marcos nel 1986. La restituzione è avvenuta però soltanto 12 anni dopo.

Grazie ad una decisione del Tribunale federale, nel 2005 la Svizzera ha per la prima volta restituito dei fondi anche in assenza di una sentenza definitiva della giustizia del paese d’origine delle persone interessate, nel caso specifico la Nigeria di Sani Abacha.

Accordi con gli interessati e con la Banca mondiale, dovrebbero permettere a breve la restituzione al Kazakistan di 100 milioni di franchi di tangenti.

In Svizzera sono ancora bloccati i conti di Jean-Claude Duvalier (Haiti) e Mobutu Sese Seko (Congo). Se non si troveranno soluzioni entro la fine di agosto (Duvalier) e il 15 dicembre (Mobutu), il denaro tornerà ai clan degli ex dittatori.

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