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I misteri preistorici di Falera

Menhir e campane, incontro tra culti pagani e cristiani swissinfo.ch

Un insediamento preistorico risalente all'età del bronzo circondato da misteriosi allineamenti di menhir e megaliti: la Surselva è anche un centro archeologico.

Nel parco “La Mutta” del villaggio di Falera, a pochi chilometri da Flims, si scivola indietro nel tempo inseguendo i misteri dell’universo ed il culto del sole.

Gettando un rapido sguardo agli chalet del lato destro della strada, Falera appare come un normalissimo villaggio alpino. Ma basta voltarsi leggermente sul lato sinistro per scorgere, proprio lì accanto, tutta una fila di massi posti inspiegabilmente in mezzo ai campi.

Fastidiose pietre “dimenticate” qui e là dalla natura? Tutt’altro: all’ombra dell’austera chiesa di San Remigio e di una collina alberata, i sassi di Falera sono l’espressione dei culti pagani e delle conoscenze astronomiche e matematiche di un ampio insediamento umano risalente all’età del bronzo, circa 3’500 anni fa.

Tra pietre calendario e misteriosi graffiti, il parco “La Mutta” ospita uno dei principali siti archeologici del paese.

La scoperta

Nel 1935, mentre passeggiava su questo promontorio, l’allora guardia forestale Walo Burkart scopre le rovine di un antico villaggio circondato da mura.

I successivi scavi portano alla luce solo una piccola parte dell’area occupata dall’insediamento ma permettono di capire che qui, dove oggi le sterpaglie e la natura hanno ripreso il sopravvento, vivevano da 100 a 150 persone.

Le mura, originariamente alte 2 metri e larghe 1.5 metri, proteggevano gli abitanti dagli attacchi dei nemici, dalle belve feroci che vivevano sulle montagne e dal gelido vento che da nord-est investiva le semplici capanne.

Oltre a cocci d’argilla, macine e cinque falci di bronzo, i ricercatori hanno ritrovato anche una spilla di bronzo lunga 82 cm munita di un disco ovale di 16 cm di larghezza.

Oggi custodito nel Museo retico di Coira, il prezioso cimelio è stato oggetto di numerose speculazioni riguardanti il suo utilizzo originale. Secondo gli ultimi sviluppi, a riprova dell’affascinante e misteriosa cultura dei primi abitanti di Falera, lo spillone aveva a che fare con l’adorazione del pianeta Venere.

Luogo di culto

Sul piccolo altipiano situato tra la collina del villaggio preistorico e il pendio dove giace l’attuale Falera, gli antichi abitanti hanno accuratamente posto pietre ed iscrizioni.

Accanto all’entrata del cimitero della chiesa di San Remigio, una pietra quadrata è ad esempio stata incisa in modo da indicare perfettamente i quattro segni cardinali e fungere da bussola. Un graffiti scoperto nei pressi del villaggio ritrae invece una figura coronata rivolta verso il punto in cui il sole tramonta durante il solstizio d’estate.

Altri megaliti sono posti in serie perfettamente allineate che, se prolungate all’orizzonte, indicano i punti nel cielo dove si levava o tramontava il sole all’inizio dell’estate o dell’inverno.

Oltre che ad avere una funzione religiosa, i raffinati calcoli astronomici alla base di queste disposizioni di pietre equivalgono a un sistema di misurazione dei movimenti del sole. Tra solstizi ed equinozi, l’ingegnoso sistema permetteva di suddividere l’anno in periodi e di pianificare così le attività agricole.

La tradizione continua?

La “Falera” di 3500 anni fa era dunque un importante centro per il culto dell’astronomia. E con che risultati: gli antichi abitanti di questi luoghi avevano predetto con diversi secoli d’anticipo l’eclissi solare del 25 dicembre 1089 a.C..

Nel solco di questa millenaria esperienza, a Falera si sta oggi realizzando un nuovo osservatorio astronomico che sarà inaugurato nel marzo del 2007.

Da una fila di menhir ad un potente telescopio importato dalla Russia. La relazione privilegiata del villaggio della Surselva con le stelle ed i loro segreti non è ancora tramontata.

swissinfo, Marzio Pescia, Falera

Con Flims e Laax, Falera fa parte della regione turistica dell'”Alpenarena”, situata ad una trentina di chilometri da Coira, nel canton Grigioni e molto frequentata soprattutto in inverno.

Il villaggio di Falera si trova a 1’220 metri sul livello del mare. Ospita oggi circa 550 abitanti, in gran maggioranza di lingua romancia, ed ha una lunga storia alle sue spalle.

Oltre il 50% dei nomi nel catasto del comune non hanno origine latina e sono dunque preromani. Si ritiene che il paese sia abitato sin dal periodo centrale dell’età del bronzo.

La storia di Falera si estende dunque almeno fino a 3’500 anni fa.

Dal 18 settembre al 6 ottobre 2006 il parlamento svizzero si riunisce a Flims. La sessione extra muros è stata decisa, oltre che per rendere omaggio alla Svizzera di lingua romancia, per procedere ad un restauro complessivo della sede del parlamento a Berna.

Già le sessioni di Ginevra e Lugano erano avvenute in concomitanza con lavori di ristrutturazione a Palazzo federale. Nel 1993, mentre le due camere si riunivano nella città di Calvino, era stata rimessa a nuovo la sala del Consiglio nazionale (camera del popolo). Nel 2001, durante la sessione in Ticino, le operazioni di restauro avevano interessato la sala del Consiglio degli Stati (camera dei cantoni).

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