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I partiti di governo affilano le armi per le elezioni

Le linee e le opzioni seguite dai partiti sono dettate tra l'altro dalle assemblee dei delegati Keystone

Riuniti in assemblea prima della pausa estiva, i delegati di tre partiti di governo hanno posto l'accento sulle loro priorità in vista delle elezioni di ottobre per il rinnovo del parlamento nazionale.

Mentre i radicali si interessano ora anche al clima, i socialisti annunciano un’altra offensiva sociale e l’Unione democratica di centro sogna una “rivoluzione conservatrice”.

La questione degli stranieri rimane il cavallo di battaglia dell’Unione democratica di centro (UDC), a poche settimane dalle elezioni federali del 21 ottobre. Riuniti in assemblea a Liestal, nel canton Basilea campagna, i delegati del primo partito svizzero hanno deciso all’unanimità di lanciare in luglio un’iniziativa popolare volta ad espellere dalla Svizzera gli stranieri criminali.

Secondo il testo dell’iniziativa, uno straniero condannato per omicidio, stupro, rapina, traffico di droga, tratta di esseri umani o abuso delle prestazioni sociali, sarà privato del permesso di soggiorno e non avrà più il diritto di penetrare in territorio elvetico per un periodo variante da 5 a 15 anni.

Rivoluzione conservatrice

I delegati UDC sono anche stati invitati dal comitato centrale a sostenere la raccolta di firme in favore dell’iniziativa che mira a proibire la costruzione di minareti in Svizzera. La questione di minareti è un problema centrale, ha detto il presidente Ueli Maurer, che si è tra l’altro scagliato contro i socialisti, accusandoli di voler difendere il discorso del Primo d’Agosto sullo storico prato del Grütli solo per un “assurdo patriottismo di facciata”.

Da parte sua, il ministro dell’UDC Christoph Blocher ha spezzato una lancia in favore di una “rivoluzione in senso conservatrice” nel campo della formazione, allo scopo di arginare la violenza nelle scuole.

Per Blocher, il fenomeno della violenza giovanile è da imputare in gran parte agli stranieri, in particolare quelli provenienti dall’aerea dei Balcani. Sono necessarie nuove soluzioni per una migliore integrazione, ma chi non rispetta le leggi, secondo il ministro, dovrà lasciare la Svizzera.

Socialisti per soluzioni durevoli

Da parte sua, nella lotta alla violenza giovanile, il Partito socialista (PS) punta su “una politica che limiti il problema in modo durevole”, trovando un giusto equilibrio fra prevenzione, protezione e intervento poliziesco.

I socialisti, riuniti in assemblea ad Olten, nel canto Soletta, ritengono molto importante che ci sia un’offerta sufficiente di posti di apprendistato e di lavoro nonché un sostegno socio-pedagogico delle famiglie e dei corsi di lingua gratuiti per una migliore integrazione dei giovani emigranti.

Il partito è invece contrario alla “repressione preventiva”, sottoforma di sorveglianza e di espulsione poliziesca, come proposto dall’UDC. Anche la ministra socialista Micheline Calmy-Rey ha criticato le misure avanzate venerdì dal collega Christoph Blocher per arginare la violenza giovanile.

Controffensiva sociale

Per il presidente del PS Hans-Jürg Fehr, è giunto il momento di lanciare una controffensiva per respingere la “diffamazione sistematica del pensiero sociale”.

Fehr ha denunciato in particolare la diffusione da parte della destra nazionalista di “concetti di propaganda”, come quello dei “falsi invalidi” o dei “parassiti sociali”.

Per rafforzare il finanziamento delle assicurazioni sociali, a cominciare dall’AVS e dall’AI, i socialisti intendono inoltre imporre una tassazione dei dividendi delle azioni per una quota corrispondente al 5% del loro valore. Questo “contributo di solidarietà” permetterebbe di raccogliere 3 miliardi di franchi da destinare alle istituzioni di previdenza statale.

Vena ecologista dei radicali

Riuniti a Zugo, i delegati del Partito liberale radicale (PLR) hanno invece aderito al principio “chi inquina paga”, con il quale voglio impegnarsi per una maggiore tutela dell’ambiente.

L’assemblea ha quindi incaricato la direzione di rielaborare il sistema di tassazione attuale degli autoveicoli all’insegna del motto “tassare il consumo, non gli investimenti”.

Il piano considerato dai radicali prevede di aumentare la tassa sulla benzina di 30-40 centesimi il litro. Un adattamento che sostituirebbe tuttavia altre tre imposte: quella federale sui veicoli importati, quella cantonale sui veicoli a motore e la futura tassa sul CO2, ha spiegato il presidente Fulvio Pelli.

I delegati hanno pure ribadito il loro sostegno all’energia nucleare. Nonostante l’opposizione dei basilesi e di alcuni romandi, chiedono all’industria elettrica di “presentare senza indugi un progetto di costruzione di una nuove centrale atomica”. Per il PLR, l’energia idraulica dev’essere inoltre l’energia rinnovabile più sostenuta e sviluppata.

swissinfo e agenzie

La scena politica svizzera è dominata da oltre mezzo secolo da 4 grandi partiti, rappresentati nel governo nazionale: il Partito socialista (sinistra), il Partito popolare democratico (centro), il Partito liberale radicale (centro-destra) e l’Unione democratica di centro (destra nazionalista).

Le radici storiche dei primi tre risalgono al 19° secolo. L’ultimo è nato invece nella prima metà del secolo scorso.

I principali partiti elvetici si contraddistinguono per la loro organizzazione interna, di tipo federalista. Le sezioni cantonali sostengono infatti, a volte, posizioni che contrastano con quelle difese dai vertici nazionali

Il prossimo 21 ottobre gli elettori svizzeri sono chiamati alle urne per il rinnovo dei membri del Parlamento nazionale.

Secondo l’ultimo sondaggio, i vincitori di queste elezioni dovrebbero essere i Verdi, che raggiungerebbero il 10,9% dei voti, rispetto al 7,4% nel 2003.

Per quanto concerne i partiti di governo, il Partito popolare democratico salirebbe al 15% (14,4% nel 2003). In perdita di velocità invece l’Unione democratica di centro a quota 25,1% (26,7%), il Partito socialista al 22,1% (23,3%) e il Partito liberale radicale al 17% (17,3%).

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