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I produttori di latte esprimono la loro rabbia

Mungere, un'attivita sempre meno redditizia. Keystone

Circa 700 produttori di latte hanno protestato mercoledì a Lucerna davanti alle sede principale della Emmi, la più grande industria lattifera svizzera.

I contadini non accettano la decisione della Emmi di abbassare di 2,7 centesimi il prezzo per un chilo di latte. Ciò si tradurrebbe in una riduzione del loro margine del 10%.

La sede lucernese della Emmi, la principale industria lattifera svizzera, è stata teatro mercoledì mattina di una manifestazione di contadini.

Oltre mezzo migliaio di produttori di latte giunti da tutta la Svizzera hanno così voluto manifestare la loro collera per l’annunciata riduzione di 2,7 centesimi al chilo del prezzo del latte.

Un calo delle entrate del 10%

Nella stagione 2003-2004, la società lucernese ha pagato in media 74,45 centesimi per chilo di latte. Con la diminuzione annunciata, il prezzo scenderebbe a 71,75 centesimi.

Secondo un comunicato diramato dai contadini, ciò avrebbe conseguenze drammatiche, in particolare per le aziende agricole di medie dimensioni, che vedrebbero i loro margini di guadagno calare del 10%.

L’Unione svizzera dei contadini ribadisce il suo invito a trasformatori e distributori a dar prova di responsabilità e a non far pagare ai produttori i danni provocati dalla guerra dei prezzi nella quale si sono lanciati.

Inoltre, i produttori stigmatizzano il comportamento della Emmi, che, in qualità di leader svizzero del settore, ha rinunciato a far pressioni sui grandi distributori per evitare un calo del prezzo del latte.

Per bocca del suo portavoce, l’azienda lucernese ha però già respinto le rivendicazioni dei contadini, indicando di non voler fare marcia indietro sul risultato di un negoziato durato mesi.

I produttori hanno già compiuto notevoli sforzi

I contadini si dicono pronti ad assumere la riduzione dovuta al calo dei contributi pubblici, ma «rifiutano categoricamente delle diminuzioni di prezzo che risultano da disfunzioni commerciali». A titolo comparativo, la latteria centrale d’Argovia, numero due in Svizzera, ha pagato in media 75,6 centesimi per chilo nel 2003-2004.

L’Unione svizzera dei contadini sottolinea come la situazione per molte famiglie sia già oggi precaria: il reddito annuo medio per unità di manodopera familiare era nel 2003 di soli 28’000 franchi annui, ossia 2’350 franchi al mese.

I produttori di latte hanno inoltre già compiuto uno sforzo considerevole per adattarsi alle nuove condizioni socio-economiche. Nel 2003/2004, in Svizzera vi erano 33’000 produttori, 17’200 in meno rispetto al biennio 1990/1991. Nello stesso lasso di tempo, la produzione media per azienda è aumentata del 50% ed ha raggiunto 92’000 chili all’anno.

swissinfo e agenzie

Nel 2003-2004, la Emmi ha pagato in media 74,45 centesimi per chilo di latte.
L’azienda vuole ora pagare 71,75 centesimi.
Una simile riduzione diminuirebbe del 10% le entrate dei produttori.

Nel 1990/1991, i produttori di latte erano 50’334; nel 2003/2004 il loro numero è sceso a 33’072.

Il numero di mucche da latte in Svizzera è passato da 615’000 nel biennio 1995/1996 a 587’400 nel 2003/2004.

La produzione media per capo è salita da 4’994 chili annui nel 2000/2001 a 5’230 nel 2003/2004.

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