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I rifugi alpini come dei cinque stelle

La capanna Cristallina, uno degli ultimi gioielli del CAS. capannacristallina.ch

Camminare in montagna è uno degli svaghi preferiti dagli svizzeri, che possono contare su una rete di capanne d'ottima qualità.

Da alcuni anni, grazie anche all’accresciuto comfort delle baite, l’escursionismo è un’attività che coinvolge sempre più le famiglie e i giovani.

Tempo permettendo, le capanne alpine svizzere si apprestano verosimilmente a vivere un’altra stagione coi fiocchi.

Mai come in questi ultimi anni, l’escursionismo, in montagna ma non solo, è stato così alla moda: secondo un sondaggio di Svizzera Turismo, questa attività arriva in testa nella lista delle preferenze estive degli svizzeri.

E la conferma giunge dalle cifre: nel 2003, nei 153 rifugi e capanne del Club Alpino Svizzero (CAS) sono stati registrati 350’000 pernottamenti, un record. Il caldo estremo che quell’anno ha attanagliato l’Europa ha certamente favorito il turismo montano, ma la tendenza si è poi confermata l’anno successivo: malgrado un’estate di certo non propizia, i pernottamenti sono stati quasi 310’000, il quarto miglior risultato dal 1992. La magia delle Alpi continua insomma a stregare.

Sforzo di modernizzazione

I fattori all’origine di questo successo sono numerosi: desiderio di vacanze a contatto con la natura, insofferenza per le spiagge affollate, sentimento d’insicurezza che suscitano alcune destinazioni esotiche…

Anche il Club Alpino Svizzero ha contribuito a questo successo, in particolare investendo in nuove infrastrutture e sforzandosi di modernizzare le capanne.

Ad esempio, nella primavera del 2004 è stata riaperta al pubblico la rinnovata capanna di Finsteraarhorn, nell’Oberland bernese. L’anno prima, gli escursionisti avevano potuto scoprire la nuova capanna Cristallina, situata a quota 2’575 metri tra la Val Bedretto e la Valle Maggia, in Ticino.

Non proprio come alberghi, ma quasi

Le spartane camerate da quaranta letti a castello dove pendavano abiti sudaticci sono ormai un ricordo, perlomeno nelle capanne più moderne.

«Non possiamo paragonarle a degli alberghi, ma certamente abbiamo fatto degli sforzi notevoli per migliorare il comfort e per far sì che le persone, anche quando le capanne sono piene, abbiano spazio», dice a swissinfo Bruno Lüthi, responsabile delle capanne del CAS.

Nella capanna del Cristallina, ad esempio, le camere più grandi sono per 12 persone, ma per chi vuole un po’ più d’intimità vi sono stanze con quattro letti. Inoltre, il sacco a pelo non è più necessario, poiché tutti i letti sono dotati di caldi piumoni.

Questa evoluzione è vista con un occhio un po’ critico dai professionisti della montagna: «Piano piano le capanne rudimentali spariscono», ci dice Florian Strauss, da sei anni guida alpina. «È positivo che vi sia un comfort maggiore, ma personalmente penso sia necessario mantenere anche delle strutture più rudimentali. La gente riesce così a rendersi conto che si può vivere benissimo anche senza tutte le comodità moderne».

Famiglie sempre più numerose

Probabilmente anche grazie a questo sforzo di modernizzazione, la clientela che frequenta le capanne è cambiata: «Ci sono sempre più famiglie e sempre più giovani che pernottano nelle nostre strutture», afferma Bruno Lüthi.

Dal 2002, in collaborazione con un’assicurazione, il CAS pubblica un prospetto con 24 capanne particolarmente adatte per una gita in famiglia. Di facile accesso – in alcune ci si può arrivare con una teleferica – queste strutture si apparentano più a delle vere e proprie locande montane che alle austere capanne frequentate da alpinisti incalliti.

Anche dal punto di vista culinario sono stati compiuti notevoli passi in avanti. In molte baite le scatole di conserva o la pasta con insipidi sughi già pronti sono ricordi di altri tempi. Alcune capanne non esitano a mettere l’accento su una succulenta e ricca cucina per cercare di soddisfare i palati dei loro ospiti.

Un’evoluzione dettata anche dal clima

L’evoluzione di questi ultimi anni non è però solo dovuta a un fenomeno di moda, ma anche ad una precisa strategia del Club Alpino Svizzero.

«In molte capanne che si trovavano vicino a dei ghiacciai abbiamo dovuto trovare una nuova clientela», afferma Bruno Lüthi. A causa dello scioglimento dei ghiacciai questi rifugi non erano più così interessanti per gli avventori tradizionali, soprattutto degli alpinisti esperti.

I mutamenti climatici rischiano comunque in un futuro prossimo di rendere la vita difficile al Club Alpino Svizzero. Diversi sentieri sono infatti diventati più pericolosi, a causa del rischio di caduta di rocce, rese instabili dall’aumento della temperatura. A fine 2003, la capanna dell’Oberaarjoch, nella regione del Grimsel, ha dovuto essere chiusa per qualche tempo poiché il sentiero per accedervi era diventato rischioso.

Nella zona del Susten, il sentiero che attraversava il ghiacciaio di Trift è ormai scomparso, sommerso dal lago formatosi dallo scioglimento del ghiaccio. Per poter attraversare il canalone, gli escursionisti devono ora passare sul ponte sospeso più alto d’Europa (70 metri sopra il livello dell’acqua), la cui inaugurazione, prevista a metà luglio, sarà uno dei punti forti della stagione estiva del CAS.

Nei prossimi anni, insomma, se si vorrà continuare a garantire certi standard di sicurezza agli escursionisti, il lavoro per il CAS non manca.

swissinfo, Daniele Mariani

Il Club Alpino Svizzero è stato fondato nel 1863.
Nel 2003 ha superato la soglia dei 100’000 membri; oggi sono circa 110’000.
Le 111 sezioni locali del CAS gestiscono 153 capanne.
Nel 2004, i pernottamenti sono stati 309’464, di cui 240’091 in estate e 69’373 in inverno.
Circa il 50% dei clienti sono membri del CAS.
Il Club ha un budget annuo di circa 12 milioni di franchi.
I posti di lavoro a tempo pieno sono 22.
I suoi membri pagano una quota che varia da sezione a sezione, ma che raggiunge al massimo circa 120 franchi l’anno; 60 franchi vanno all’organo centrale.

Stando ad una stima effettuata dal CAS, la cifra d’affari annua di tutte le capanne si aggira attorno ai 18-20 milioni di franchi annui, 1/3 incassato grazie ai pernottamenti e 2/3 tramite le consumazioni.

Le tariffe per un pernottamento variano da un minimo di circa 15 franchi a un massimo di circa 30. I membri del club possono usufruire di prezzi di favore.

Le baite sono generalmente aperte aperte tutto l’anno, salvo alcune eccezioni. Un guardiano è però presente solo nei mesi estivi. La maggior parte delle capanne dà la possibilità agli ospiti di cucinare da soli.

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