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Il “sì” del governo a Schengen/Dublino

Quattro consiglieri federali si sono espressi a favore di Schengen/Dublino Keystone

Il Consiglio federale ha raccomandato di accettare gli accordi bilaterali con l'Europa di Schengen e Dublino, in votazione popolare il prossimo 5 giugno.

Secondo 4 esponenti del governo elvetico, gli accordi miglioreranno la sicurezza interna, alleggeriranno il lavoro in materia di asilo e forniranno impulsi positivi al settore turistico e finanziario.

Dopo la riuscita del referendum, lanciato dalla destra nazionalista, sull’associazione alla normativa di Schengen e Dublino tra Svizzera e Unione europea (Ue), i membri del governo elvetico Joseph Deiss, Micheline Calmy-Rey, Christoph Blocher e Hans-Rudolf Merz, si sono espressi a favore di questi accordi.

L’obiettivo di Schengen è di agevolare il traffico transfrontaliero e la mobilità dei cittadini rinunciando a controlli sistematici alle frontiere. Nel contempo, la lotta alla criminalità migliorerà grazie al rafforzamento della cooperazione internazionale in materia di giustizia e polizia.

L’accordo di Dublino è invece diretto contro gli abusi nel settore dell’asilo. In particolare, contribuirà ad evitare che una domanda di asilo sia presentata più volte, permettendo in tal modo di alleggerire il lavoro in questo settore.

Vantaggi per turismo ed economia

Il capo del Dipartimento federale dell’economia Joseph Deiss ha definito gli accordi «una nuova tappa vincente della politica di tutela degli interessi svizzeri sulla via bilaterale», sottolineandone i vantaggi economici per il settore turistico (politica comune in materia di visti) e finanziario.

Deiss ha voluto puntualizzare il fatto che la presenza di un rappresentante per ciascuno dei quattro partiti governativi e di ogni dipartimento toccato dagli accordi «è un segno della nostra convinzione e della nostra unità».

Il ministro della giustizia Christoph Blocher ha invece illustrato la cooperazione in materia di asilo e polizia.

Nonostante il suo risaputo scetticismo di fronte a questi accordi (il referendum era stato lanciato proprio dal suo partito, l’UDC), Blocher ha comunque sostenuto la posizione del Consiglio federale, affermando che «si assisterà ad un miglioramento dell’aspetto della sicurezza in Svizzera».

Non è il primo passo verso l’Europa

Respingendo gli argomenti secondo i quali la soppressione dei controlli alle frontiere spalancherebbe le porte ai criminali, il responsabile delle finanze della Confederazione Hans-Rudolf Merz ha definito le frontiere svizzere un «caso speciale» nell’ambito di Schengen.

«Il Corpo svizzero delle guardie di confine continuerà a svolgere controlli alle frontiere anche in caso di adesione all’accordo», ha rilevato Merz. La Svizzera non è infatti membro dell’Unione doganale dell’Ue e saranno quindi mantenuti tutti i controlli delle merci e delle persone sospette.

Merz ha anche aggiunto che grazie a Schengen sarà possibile assicurare il segreto bancario in relazione alla fiscalità diretta.

Infine, la direttrice del Dipartimento degli affari esteri Micheline Calmy-Rey ha sottolineato che l’accordo di associazione non limita la sovranità svizzera e le possibilità di referendum.

«Esso non preclude future decisioni in materia di politica europea e non rappresenta per nulla un primo passo verso un’adesione all’Ue», ha aggiunto Calmy-Rey.

Sovranità cantonale preservata

Da parte dei Cantoni si è espresso a favore di Schengen/Dublino il consigliere di Stato zurighese Markus Notter, presidente della Conferenza dei capi dei dipartimenti cantonali di giustizia e polizia.

Notter ha ricordato che la cooperazione internazionale è sempre più importante nella lotta contro la criminalità e potrà essere migliorata grazie agli accordi. La collaudata sovranità cantonale in materia di polizia sarà inoltre preservata.

Il popolo elvetico sarà chiamato ad esprimersi alle urne il 5 giugno.

swissinfo e agenzie

Il popolo sarà chiamto alle urne il 5 giugno per esprimersi sull’adesione a Schengen/Dublino.
Gli oppositori al doppio accordo, capitanati dall’UDC, hanno depositato in marzo un referendum dopo aver raccolto 86’000 firme.

L’accordo di Schengen regola ed agevola la libera circolazione delle persone, grazie in particolare all’abolizione sistematica dei controlli alle frontiere tra gli Stati che lo hanno sottoscritto.

Le polizie e i corpi delle guardie di confine collaborano tra di loro, in particolare grazie al sistema informatico europeo SIS.

I paesi che hanno aderito allo spazio di Schengen hanno pure adottato una regolamentazione comune in materia di visti turistici.

L’accordo di Dublino riguarda invece il diritto d’asilo.

All’interno dell’Unione europea, un richiedente può depositare una sola domanda d’asilo.

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