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Il CICR intende restare in Colombia

2 luglio 2008: un commando dell'esercito colombiano libera Ingrid Betancourt e altri 14 ostaggi Reuters

Dopo un susseguirsi di smentite, il presidente colombiano Alvaro Uribe ha confermato mercoledì l'abuso dell'emblema del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR). L'organizzazione umanitaria non intende tuttavia lasciare il paese.

L’uso improprio dell’emblema del CICR si è prodotto durante l’azione militare che ha portato alla liberazione di 14 ostaggi nella mani delle FARC (Forze armate rivoluzionarie della Colombia), tra cui l’ex candidata alla presidenza dello stato colombiano, Ingrid Betrancourt.

Appena liberati gli ostaggi, un membro della forza speciale ha illecitamente usato il simbolo del CICR “a causa del grande nervosismo”. “Il soldato – spiega Uribe – ha avuto paura per la propria vita e così ha esibito una benda al braccio con il logo della Croce Rossa. Non si è trattato di un consapevole tentativo di inganno”.

“Ci dispiace per quanto è successo” ha poi aggiunto il presidente colombiano, che si è ufficialmente scusato con l’organizzazione umanitaria. L’emittente televisiva americana CNN ha però sostenuto di aver potuto visionare documenti ottenuti da fonte militare anonima che svelano una realtà diversa: nelle foto e nelle immagini si vedono sulle uniformi dei soldati l’emblema del CICR.

Una gravissima violazione

L’abuso dell’emblema della Croce Rossa internazionale equivale ad infrangere pesantemente le Convenzioni di Ginevra. Gli Stati firmatari si impegnano, con la loro adesione, a proteggere l’emblema del CICR e a prestare attenzione alle infrazioni.

Il CICR può contare solo sul rispetto di questo principio, poiché come organizzazione umanitaria non può sanzionare uno stato o un’organizzazione che infrange le regole.

Sebbene in questo casi siano coinvolti il governo e l’esercito regolare di un paese – spiega a swissinfo Florian Westphal, portavoce del CICR – non crede che si debba parlare di una nuova dimensione negli abusi dell’emblema della Croce rossa internazionale. Impossibile dire con certezza se negli ultimi tempi l’abuso dell’emblema si sia fatto più frequente.

In Colombia non sono episodi rari

Nel paese sudamericano l’inosservanza del simbolo internazionale è tutt’altro che una rarità. I ribelli marxisti delle Forze armate rivoluzionarie colombiane (FARC) sparano regolarmente sulle ambulanze contrassegnate dal simbolo del CICR perché, secondo i guerriglieri, occultano il trasporto di truppe.

Questi evidenti abusi non devono però influire sul lavoro del CICR, la cui presenza sul terreno è molto importante. Del resto l’organizzazione umanitaria non ha nessuna intenzione di ritirarsi dalla Colombia. “Visto l’enorme bisogno dal profilo umanitario – sottolinea Florian Westphal – per noi è dunque importante continuare la nostra azione”.

La fiducia persiste

Ci si chiede, viste le circostanze, se la Croce rossa internazionale sia ancora in grado di proteggere i propri impiegati. “L’aspetto della sicurezza – assicura il portavoce – viene esaminato giorno per giorno.

Le domande, però, sono tante, come quella sull’immagine del CICR dopo il grave episodio durante la liberazione degli ostaggi. In che modo questi fatti possono danneggiare il CICR? Come salvaguardare la fiducia che il CICR si è guadagnato nella vasta rete di contatti che ha tessuto in Colombia?

“Siamo molto conosciuti nel paese – assicura Westphal – e la nostra immagine è positiva. Per ora sono convinto che l’immagine del CICR non sia stata scalfita”. L’organizzazione umanitaria si adopererà per ricordare a tutte le parti in conflitto che il rispetto dell’emblema della Croce Rossa è un principio inalienabile e intangibile.

Per quanto riguarda la liberazione degli altri ostaggi in mano alle FARC, il CICR riafferma la propria volontà di giocare anche in futuro un ruolo di mediatore umanitario.

swissinfo, Corinne Buchser
(traduzione e adattamento dal tedesco Françoise Gehring)

Non è la prima volta che l’emblema neutrale della Croce rossa internazionale viene usurpato. Nel corso dei conflitti nella ex Jugoslavia gli episodi sono stati frequenti.

Nel 1987 le fotografie apparse sulla rivista americana “Newsweek” mostrano tre ufficiali dei Contras del Nicaragua salire a bordo di un elicottero con l’emblema del CICR. Il velivolo trasportava del materiale militare e degli equipaggiamenti elettronici per la guerriglia anti-governativa.

Nel 1992 un delegato del CICR viene ucciso nei pressi di Sarajevo nel corso di un attacco contro un convoglio; le parti in conflitto non distinguevano più tra le vere e le false Crocce Rosse.

Nel 1998 le truppe serbe sparano sui rifugiati da elicotteri contrassegnati con l’emblema della Croce Rossa.

Negli anni Novanta il simbolo umanitario è al centro di abusi nelle guerre civili del Caucaso, dell’Asia Centrale e della Sierra Leone. Le milizie si nascondevano dietro false Croce Rosse per circolare e trasportare armi in relativa impunità.

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