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Il CICR riconsidera il proprio ruolo in Iraq

La scena dell’attentato al quartier generale del CICR a Bagdad Keystone

Il Comitato internazionale della Croce Rossa pianifica il richiamo dei propri collaboratori di stanza in Iraq.

Il disimpegno reso necessario dopo l’attentato di lunedì contro il quartier generale di Bagdad, che ha provocato la morte di dodici persone ed una ventina di feriti.

Il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) dovrebbe iniziare martedì a richiamare i propri collaboratori internazionali di stanza in Iraq.

Lo ha annunciato lunedì sera il capo delegazione Pierre Gassmann all’emittente televisiva tedesca ARD: «Martedì inizieremo a richiamare i nostri collaboratori internazionali e vedremo come proseguire il lavoro con i colleghi iracheni».

La decisione dovrebbe essere ufficializzata martedì mattina a Ginevra.

Il CICR impiega in Iraq circa 800 iracheni e 35 persone di altra nazionalità: tutti lavorano in maniera indipendente dalle forze di occupazione, ha aggiunto Gassmann.

Il CICR sarà quindi costretto a ridurre le sue attività, ha precisato Gassmann, indicando che l’organizzazione umanitaria elvetica è attiva, in particolare, nell’approvvigionamento idrico e nella distribuzione di medicamenti.

Questi compiti dovranno essere svolti da organizzazioni irachene, ma «purtroppo non c’è ancora un’amministrazione civile in grado d’assicurare questa missione».

Attacco senza precedenti

L’attentato contro la sede centrale del CICR a Bagdad, effettuato con un’ambulanza che recava i segni distintivi della Croce Rossa, è stato seguito da quattro altri attacchi contro altrettanti commissariati di polizia della capitale irachena.

Il bilancio di questo feroce inizio di Ramadan, secondo fonti ufficiali irachene, è di una quarantina di morti e di oltre 200 feriti.

L’attacco terroristico è il primo contro l’organizzazione umanitaria elvetica, nei suoi 140 anni di storia e dimostra che la neutralità non è garanzia di sicurezza.

“Abbiamo sempre creduto di essere protetti dal lavoro umanitario che facciamo”, dichiara la portavoce del CICR a Bagdad Nada Doumani.

Quando la neutralità non basta

L’organizzazione umanitaria internazionale con sede a Ginevra è presente in Iraq dal 1980, dove si occupa d’assistenza umanitaria e di monitorare la conformità dell’applicazione delle convenzioni di Ginevra.

È stata l’unica organizzazione umanitaria a rimanere attiva in Iraq durante la guerra scatenata dagli Stati Uniti contro Saddam Hussein, ed ha inoltre rifiutato la protezione delle forze d’occupazione per salvaguardare la propria neutralità.

Se si chiede come mai il CICR ha fatto troppo affidamento sulla propria reputazione, il portavoce del CICR Florian Westphal risponde che l’organizzazione non aveva altra scelta.

“Stiamo portando avanti la nostra missione d’aiuto umanitario da ormai vent’anni in Iraq, indipendentemente da chi era al potere, da chi stava vincendo o da chi stava perdendo, e durante tutti questi anni abbiamo sempre agito come un’organizzazione indipendente”, dichiara Westphal a swissinfo.

“Come in qualsiasi altro posto nel mondo, questa deve essere la nostra principale garanzia di sicurezza. L’aiuto umanitario non può essere imposto con la forza delle armi”, aggiunge il portavoce del CICR.

La condanna della Svizzera

La Svizzera ha condannato con la massima fermezza l’attentato contro la sede di Bagdad del Comitato Internazionale della Croce Rossa.

Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) si è detto scioccato di fronte questo atto intollerabile ed ha affermato che l’attacco contro il CICR equivale a un attacco contro l’intero popolo iracheno.

Il CICR, il cui mandato è definito dalle Convenzioni di Ginevra, «svolge da anni un ruolo centrale in favore della popolazione civile irachena», afferma in una nota il DFAE.

Riguardo al personale diplomatico che opera a Baghdad, il DFAE ha fatto sapere che «procede ad una valutazione costante» della minaccia, in stretto contatto con l’ufficio di collegamento svizzero nella capitale irachena.

swissinfo e agenzie

Il Comitato Internazionale della Croce Rossa sta riesaminando il proprio ruolo in Iraq, dopo l’attentato terroristico di lunedì contro la propria sede di Bagdad.

Tra le decisioni che potrebbero venir adottate anche quella del ritiro del personale internazionale.

Il CICR è presente in Iraq dal 1980 ed è attivo nell’approvvigionamento idrico e nella distribuzione di medicamenti.

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