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Il cinema svizzero sul piede giusto

La banda di ragazzini protagonisti del film "Mein Name ist Eugen ". www.swissfilms.ch

Le Giornate cinematografiche di Soletta sono state di nuovo un grande successo di pubblico, che ha potuto assistere anche a molte prime visioni.

Un buon inizio di stagione per il cinema svizzero. Durante il festival, i professionisti hanno discusso molto sulla nuova strategia d’incoraggiamento federale al cinema svizzero.

Le 41esime Giornate cinematografiche di Soletta, che si sono chiuse domenica, hanno registrato 44 000 entrate, uguagliando il record di affluenza dell’edizione precedente. In una settimana sono stati proiettati circa 200 film, di cui 70 lungometraggi.

Premio svizzero del cinema

Il Premio svizzero del cinema è andato «Mein Name ist Eugen», lungometraggio diretto da Michael Steiner che con più di mezzo milione di biglietti venduti è già uno dei film più visti nella storia del cinema svizzero.

Il regista è stato doppiamente festeggiato. Oltre ai 60’000 franchi del premio per il miglior film, a Soletta è stato proiettato in prima assoluta anche il suo «Grounding», sugli ultimi giorni di Swissair, che ha registrato il tutto esaurito. Più di 300 persone non hanno potuto partecipare alla visione del film per mancanza di posti.

Un riconoscimento a Steiner che pare del tutto in linea con la nuova strategia di incoraggiamento federale al cinema svizzero, voluta dal ministro della cultura, Pascal Couchepin e dal nuovo «mister cinema», Nicolas Bideau, responsabile della sezione cinema della Confederazione.

Di qualità, ma accessibile al grande pubblico

Durante il festival, i professionisti hanno discusso molto sulla questione: da luglio Berna sarà più severa sulla qualità delle sceneggiature affinché i film possano toccare un pubblico più ampio.

I professionisti del settore hanno in generale accolto positivamente le nuove strategie presentate da Bideau, ma non sono mancate le voci che hanno espresso preoccupazioni per il futuro.

Anche il direttore del festival di Soletta, Ivo Kummer, nel suo discorso d’inaugurazione ha criticato la «politica opportunistica» che si prospetta in futuro e che potrebbe mettere in pericolo la diversità del cinema svizzero.

Il timore è insomma che non vengano più finanziati film di ricerca, più sperimentali, non necessariamente di facile lettura e appetibili a tutti quanti.

Altri premiati

Nella sezione «miglior documentario» la giuria ha premiato «EXIT, le droit de mourir» (il diritto di morire) del vodese di adozione Fernand Melgar. Anche a lui va un assegno di 60’000 franchi.

Nel suo documentario, Melgar segue dei volontari che accompagnano delle persone in fin di vita e che decidono di porre fine ai loro giorni per evitare una lunga agonia.

Il premio del «miglior cortometraggio», dotato di 30’000 franchi, è stato attribuito a «Terra incognita» di Peter Volkert. Il film di 18 minuti si svolge negli anni ’20. Durante una spedizione, un giovane fisico scopre un mondo sconosciuto, dove non esiste la legge della gravità.

swissinfo e agenzie

Presentate 200 nuove produzioni svizzere, tra cui 27 lungometraggi e 45 documentari.
Proiezioni in 9 sale.
44 000 entrate, come nel 2005.
Budget: circa 2 milioni di franchi.

Miglior film: «Mein Name ist Eugen» di Michael Steiner e Tobias Fueter.

Miglior documentario: «Exit» di Fernand Melgar

Miglior cortometraggio: «Terra Incognita» di Peter Volkart

Miglior attore protagonista: Carlos Leal (nel film «Snow White»)

Miglior interprete non protagonista: Marthe Keller (nel film «Fragile»)

Premio della giuria: a Filmkollektiv di Zurigo (per «Klingenhof»)

Premio del pubblico SUISSIMAGE/SSA: «Le génie de la boîte de raviolis» (Il genio della scatola di ravioli) di Claude Barras.

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