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Il comitato “Avanti-No” contro i TIR nelle gallerie

Secondo le organizzazioni ambientaliste i camion in galleria costituiscono sempre un rischio swissinfo.ch

Quasi 140mila firme sono state depositate a Berna dai fautori di un potenziamento delle ferrovia e contro il raddoppio della galleria autostradale del Gottardo.

Secondo il comitato, che riunisce una trentina di organizzazioni ambientaliste o vicine al trasporto pubblico, i veri problemi del traffico si situano negli agglomerati, non all’imbocco dei tunnel autostradali nelle Alpi.

Considerato il successo della raccolta delle firme, il comitato ha chiaramente affermato che non esiterà a lanciare il referendum o un’iniziativa popolare qualora il Consiglio federale dovesse cedere sul raddoppio del San Gottardo all’iniziativa del Touring Club Svizzero (TCS) «Avanti».

Il comitato domanda quindi di vietare il passaggio dei TIR nelle gallerie alpine ad eccezione del traffico interno riservato ad autocarri senza rimorchio utilizzati per rifornire le regioni discoste.

Lo Stato deve incoraggiare l’uso della ferrovia

Il controprogetto del governo all’iniziativa «Avanti», ha dichiarato la portavoce dell’Associazione traffico e ambiente (ATA) Emmanuelle Robert, «dovrà puntare su una strategia a lungo termine per risolvere il problema del traffico che privilegi i trasporti pubblici, che negli ultimi anni stanno perdendo terreno, come dimostra il caso della ferrovia».

Una tendenza che bisogna arginare, ha aggiunto la Robert, «tenendo presente l’impatto catastrofico del traffico merci su strada a livello ambientale e di qualità di vita delle popolazioni che vivono lungo l’arco alpino».

Lo Stato deve perciò incoraggiare l’uso della ferrovia, le cui capacità sono sfruttate a un terzo. Un secondo tubo al Gottardo, ha aggiunto, è uno schiaffo alla volontà del popolo che si è espresso per il trasferimento del traffico pesante dalla strada alla ferrovia.

Il governo dovrà inoltre prestare particolare attenzione al traffico negli agglomerati, che si potrebbe decongestionare con la costituzione di corsie preferenziali per i bus o la costruzione di linee ferroviarie regionali.

Proteste a livello internazionale

A nome della sezione traffico del WWF, Andreas Weisen ha messo l’accento sul carattere internazionale che sta assumendo il fenomeno di protesta. “La petizione da noi lanciata il 21 dicembre”, ha detto, “non è un fatto isolato. Altre popolazioni che vivono lungo l’arco alpino sono confrontate al problema del traffico pesante.Solo a Chamonix (F), il movimento contestatario formatosi in seguito alla tragedia del Monte Bianco ha raccolto 300 mila firme”. Stando a un sondaggio, l’87 per cento dei francesi è favorevole al trasferimento dei camion sui treni.

A questo riguardo sia Weisen che Fabio Pedrina, quest’ultimo presidente dell’»Iniziativa delle Alpi», hanno posto l’accento sulla capacità inutilizzate della ferrovia – sfruttate a un terzo – che già ora potrebbe assorbire parte del traffico che passa sulLe strade.

Circa la compatibilità delle richiesta del comitato con le disposizioni degli accordi bilaterali con l’Ue riguardo la non discriminazione dei trasportatori esteri, Pedrina e Weissen hanno fatto notare che l’accordo prevede meccanismi per la sua evoluzione. Non è stato firmato per i prossimi cento anni, ha sottolineato Pedrina.

Libertà personali e rispetto dell’ambiente

Negli ultimi tempi, ha poi aggiunto l’airolese, assistiamo a un’evoluzione a livello europeo che va nella direzione da noi auspicata. “La politica dei trasporti svizzera” – ha detto Pedrina – “viene espressamente lodata da un libro bianco europeo sull’argomento”.

L’idea di privilegiare la libera scelta del mezzo con cui circolare non è più un tabù intoccabile: «Fattori come la qualità di vita delle popolazioni toccate dal traffico si stanno imponendo e ciò vale anche per le questioni legate alla sicurezza».

Nel suo intervento Pedrina si è soffermato in particolare su quest’ultimo aspetto. “Stando a uno studio austriaco”, ha sostenuto il consigliere nazionale
ticinese, “il raddoppio al San Gottardo non garantirà maggior sicurezza”. A suo avviso è necessario al momento attuale allungare la lista delle sostanze pericolose che non possono passare sotto i tunnel nonché rafforzare i controlli stradali su camion e autisti.

Pedrina ha risfoderato la proposta fatta in febbraio di istituire una sorte di «borsa dei transiti alpini» che prevede l’acquisto, da un contingente limitato, di tragitti attraverso le Alpi messi all’asta. Tale proposta sta suscitando un certo interesse, ha aggiunto, da parte di aziende attive nel settore logistico. In fondo, ha aggiunto, «l’attuale sistema del dosaggio del traffico al Gottardo è già una forma di contingentamento, anche se nessuno vuole dirlo».

TCS critico

Nella sua presa di posizione odierna, il TCS risponde che l’iniziativa «Avanti» non tocca in alcun modo l’obiettivo di trasferire il traffico merci sulla ferrovia per favorire il quale il popolo ha votato crediti per 30 miliardi di franchi.

A parere dell’associazione, vero obiettivo della petizione è la rinegoziazione dell’accordo bilaterale con l’Ue sul traffico. Per quanto attiene al traffico privato, al San Gottardo come anche sull’altipiano la situazione è diventata tale che si impongono delle misure per facilitare lo scorrimento delle auto.

swissinfo e agenzie

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