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Il CSG non rinuncia a Peter Brabeck

Peter Brabeck sorridente dopo la sua rielezione nel consiglio di amminstrazione del CSG Keystone

Nonostante le critiche, l'assemblea degli azionisti del Credit Suisse Group (CSG) ha rieletto nel suo consiglio di amministrazione il presidente della Nestlé.

Brabeck, la cui nomina era contestata dalla fondazione Ethos, ha preferito invece cedere la vice-presidenza della grande banca svizzera.

Nel corso dell’assemblea generale del CSG, tenuta nel Palazzo di ghiaccio di Kloten, gli azionisti hanno riconfermato Peter Brabeck nel consiglio di amministrazione con il 90,88% di voti a favore.

Solo il 5,73% dei partecipanti ha votato contro, mentre il 2% si è astenuto.

Nonostante i fischi che hanno accompagnato l’annuncio della rielezione, la fondazione Ethos non è riuscita a convincere gli azionisti a rinunciare ai servizi di Peter Brabeck.

Sono stati pure rieletti nel consiglio di amministrazione due altri candidati controversi, Thomas Bechtler e Ernst Tanner, che hanno ricevuto percentuali di voti a favore superiori al 91%.

Contestazioni inutili

La rielezione dei tre amministratori era contestata dalla fondazione Ethos, sostenuta da una piccola minoranza di azionisti.

Ethos aveva criticato «la mancanza evidente di disponibilità» dei tre membri del cda, che svolgono già importanti mandati in altre società.

Peter Brabeck ha appena assunto la doppia funzione di direttore generale e presidente del consiglio di amministrazione della Nestlé.

Thomas Bechtler è responsabile della sua impresa famigliare Hesta ed è membro del cda di una trentina di società, stando a Ethos. Fra queste figura Swiss Re, Sika, Bucher Industries e Conzetta.

Ernst Tanner è direttore generale e presidente del cda della Lindt & Sprüngli, nonché membro del cda di Swatch Group.

Amministratori disponibili

Ethos aveva quindi invitato gli azionisti del CSG a non riconfermare per un altro periodo di tre anni questi membri del consiglio di amministrazione della grande banca svizzera.

Poco prima delle votazioni, il presidente del cda del CSG, Walter Kielholz, ha invece difeso le candidature controverse.

Kielholz ha dichiarato, tra l’altro, di non poter accettare la critica di «insufficiente disponibilità di tempo di tutti i candidati alla rielezione e dell’intero consiglio d’amministrazione».

«Complessivamente, sull’arco dell’intero anno non ci sono praticamente state assenze, a parte qualche eccezione», ha proseguito Kielholz.

«La preparazione delle sedute da parte dei singoli membri è molto coscienziosa», ha aggiunto il presidente del cda del CSG, secondo il quale tutti i membri ottengono inoltre una vasta documentazione da elaborare prima di ogni seduta.

Rinuncia alla vicepresidenza

Sempre secondo Kielholz, i candidati dispongono di conoscenze particolari in campo bancario e assicurativo.

Inoltre per lui, «in qualità di presidente del consiglio d’amministrazione, è anche molto importante avere nell’organo membri con esperienza attiva alla guida di grandi e medie imprese», ha spiegato Kielholz. Il cda del CSG non può rinunciare a queste competenze.

Stando ad Ethos, che aveva già attaccato duramente Brabeck in occasione della sua elezione alla presidente del consiglio di amministrazione di Nestlé, due settimane fa, non è una questione di competenza, ma di «mancanza evidente di disponibilità».

Reagendo alle critiche Brabeck, ha comunque preferito rinunciare alla vice-presidenza del consiglio di amministrazione del CSG, per limitarsi a diventare un semplice membro dell’organo di sorveglianza.

swissinfo e agenzie

Fondato nel 1856, il Credit Suisse è la seconda banca svizzera dopo l’UBS.
Nel 2004 ha conseguito un fatturato di 54 miliardi di franchi e un utile di 5,6 miliardi.
Il CSG è attivo in 50 paesi ed impiega circa 60’000 collaboratori.

L’assemblea generale degli azionisti del CSG ha rieletto Peter Brabeck nel consiglio di amministrazione del gruppo con il 90,88% di voti favorevoli.

La rielezione era contestata dalla fondazione Ethos, secondo la quale il presidente della direzione e del cda di Nestlé non avrebbe una disponibilità sufficiente per svolgere anche questa funzione presso la grande banca.

Brabeck era già stato duramente criticato due settimane fa per aver assunto un doppio mandato alla testa della multinazionale di Vevey.

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