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Il destino del miliardo di coesione resta incerto

L'evoluzione delle intenzioni di voto in merito alla Legge sulla cooperazione con gli Stati dell'Est swissinfo.ch

A pochi giorni dalla scadenza elettorale, la Legge sulla cooperazione con gli Stati dell'Europa dell'Est non ha ancora raggiunto il 50% dei consensi.

L’altro oggetto in votazione, la Legge sugli assegni familiari, gode invece di un ampio sostegno. Lo indica il secondo sondaggio realizzato dall’istituto gfs.bern per conto della SRG SSR idée suisse.

La campagna in vista dell’appuntamento alle urne del 26 novembre è entrata nella fase calda, ma non ha per il momento modificato in modo sostanziale la situazione messa in luce dal precedente sondaggio. Se i cittadini dovessero votare oggi, il 49% di loro direbbe sì al sostegno che la Svizzera intende dare ai paesi dell’est europeo.

Rispetto al sondaggio di ottobre, il fronte del sì ha fatto solo un modesto passo avanti, pari a due punti percentuali.

Del resto, nemmeno gli avversari riescono smuovere le acque e raccolgono solo il 37% delle intenzioni di voto (-1%). Ancora una volta, dunque, sarà determinante il voto di quel 14% di cittadini (-1%) che non ha ancora preso una decisione.

Per l’istituto gfs.bern, non si può ancora dire quale risposta uscirà dalle urne. «A due settimane dal voto, la decisione non è ancora stata presa. In teoria sono possibili sia un sì, sia un no».

L’osservazione è senz’altro pertinente, visto che nel corso degli ultimi anni, quando in votazione c’erano dei temi europei la fase finale della campagna è stata generalmente più proficua agli avversari di un avvicinamento all’Unione europea che ai suoi fautori. L’istituto gfs.bern non ritiene dunque impossibile che il fronte del no recuperi il ritardo attuale.

Socialisti contro destra nazionalconservatrice

Il partito socialista resta il più fervente partigiano dell’aiuto ai paesi dell’est. Il 79% dei suoi simpatizzanti dice di voler infilare un sì nell’urna. A fine ottobre, la percentuale era di dieci punti inferiore.

Sull’altro fronte, a brandire il no è soprattutto l’Unione democratica di centro (UDC, destra nazionalconservatrice). Il 77% dei suoi simpatizzanti rifiuta la nuova legge. A fine ottobre, erano il 69%.

Quanto agli altri partiti di governo, rimangono favorevoli alla legge sulla cooperazione con l’Europa dell’est, ma senza entusiasmi: 62% di sì tra i liberali radicali (destra) e 54% tra i popolari democratici (centro)

Per il resto, il sondaggio conferma che l’aiuto ai paesi dell’est riscuote consensi soprattutto tra le persone con un buon grado di formazione e tra gli abitanti delle zone urbane.

Le tre principali regioni linguistiche – che spesso hanno opinioni abbastanza divergenti sulle relazioni con l’Unione europea – in questo caso non sembrano avere un ruolo determinante: 50% di sì nella Svizzera tedesca (+3%), 46% nella Svizzera francese (-2%) e 47% nella Svizzera italiana (-1%).

Altri sviluppi

I giochi sono fatti

Già il primo sondaggio l’aveva data in vantaggio, il secondo non fa che confermare l’ampio sostegno popolare che gode la Legge sugli assegni familiari. In effetti, il 70% (+1%) delle persone che hanno partecipato al sondaggio si dice pronto a votare sì il 26 novembre. Gli oppositori scendono a quota 19% (-2%).

L’istituto gfs.bern non può che ripetere ciò che era evidente già a fine ottobre: si tratta di una legge attorno alla quale si è creato un forte consenso. Indipendentemente dal criterio preso in considerazione (età, appartenenza politica, regione linguistica, sesso, livello di formazione) la bilancia pende sempre in modo deciso verso il sì.

I giochi sembrano dunque essere fatti. Anche se tutti gli indecisi, che attualmente sono l’11%, dovessero votare no il 26 novembre, il risultato finale – un sì forte alla Legge sugli assegni familiari – non cambierebbe.

swissinfo, Olivier Pauchard
(traduzione, Doris Lucini)

Legge sulla cooperazione con gli Stati dell’Europa dell’Est: 49% sì (+2%), 37% no (-1%), 14% indecisi (-1%).
Legge sugli assegni familiari: 70% sì (+1%), 19% no (-2%), 11% indecisi (+1%).
Tasso previsto di partecipazione al voto: 46% (+3%).

Si tratta del secondo sondaggio dell’istituto gfs.bern in vista delle votazioni federali del 26 novembre.

I risultati si basano sulle risposte date tra il 6 e il 12 novembre da 1221 persone residenti nelle diverse regioni linguistiche della Svizzera.

Il margine d’errore è del 2,8%.

La nuova Legge Federale sulla Cooperazione con gli Stati dell’Europa dell’Est (LF Est) consente alla Svizzera di offrire alle ex nazioni comuniste dell’Europa Orientale ed alla Comunità degli Stati indipendenti (CSI) un sostegno alla transizione verso la democrazia ed un’economia di mercato sociale (Aiuto alla transizione).

La legge fornisce altresì la base legale necessaria per il contributo elvetico alla riduzione delle disparità economiche e sociali nell’UE ampliata (Contributo all’UE ampliata).

Questa legge permette alla Svizzera di attribuire una somma di 1 miliardo di franchi ai dieci nuovi Stati che hanno raggiunto l’UE il primo maggio 2004. Ed è principalmente questa misura al centro del referendum lanciato dalla destra.

La legge sugli assegni familiari permette di armonizzare l’attribuzione di questi aiuti. Attualmente tutti i cantoni applicano regole diverse.

La legge prevede inoltre, in tutti i cantoni, il versamento di un assegno mensile minimo di 200 franchi per figlio. Gli ambienti vicini all’economia hanno lanciato un referendum, poiché stimano questa riforma troppo costosa per le imprese.

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