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Il futuro dell’Insubria si specchia nei laghi

Il Lago Maggiore visto da Ronco Sopra Ascona: un'idea di meraviglia

Al potere omologante della globalizzazione, si può rispondere con forme di resistenza riscoprendo e recuperando la dimensione locale. È uno dei percorsi scelti dalla Regio Insubrica, patrimonio comune di Italia e Svizzera.

Terra di laghi, questa regione transfrontaliera – attraversata da due direttrici ferroviarie e stradali che uniscono il Nord e il Sud dell’Europa (il Gottardo e il Sempione) – non porta in sé “soltanto” i segni della storia, ma dispone di un ricco potenziale di sviluppo economico.

Territorio comune del Canton Ticino e di cinque province italiane lombarde (Como, Varese, Lecco) e piemontesi (Verbano-Cuisio-Ossola, Novara), l’Insubria è a due da passi da Milano, Torino e Zurigo.

Da qualche anno si stanno moltiplicando le iniziative per dare maggiore visibilità all’identità di un territorio che va oltre l’entità politico-amministrativa, fonte di ispirazione di grandi artisti europei e luogo di elezione di molte stelle di Hollywood, prima fra tutti George Clooney.

Due anni fa è stato creato il marchio turistico “Insubria, Lakes and Alps” per promuovere il turismo partendo dal preziso patrimonio del laghi. Ma da solo un marchio non basta. “Non è sufficiente essere molto consapevoli dei valori unificanti dell’Insubria: occorre sviluppare una riflessione comune –spiega il segretario della Comunità di lavoro, Roberto Forte – su come valorizzare congiuntamente risorse ambientali, paesaggistiche e culturali in un’ottica di sviluppo economico”.

Un esercizio al centro di un convegno (organizzato in collaborazione con “I Lions per la regio Insubrica”) di pochi giorni fa Brissago, sulla sponda svizzera del Lago Maggiore, con un obiettivo preciso: sensibilizzare gli amministratori locali sull’importanza di meglio gestire e coordinare la promozione di tutto il territorio isubrico. Punto di partenza la presenza dell’acqua, tratto comune di tutto il paesaggio insubrico.

Un paesaggio dalla grande forza attrattiva

Per tutto l’Ottocento, e in particolare nella seconda metà del secolo, i laghi diventano mete privilegiate di viaggio o soggiorno, per quella loro unica caratteristica di essere nel contempo luoghi di svago e riposo. Giovani rampolli della borghesia europea, poeti, scrittori, imprenditori, vi approdano pieni di entusiasmo.

I paesaggi lacustri rispondono magnificamente alle nuove esigenze turistiche e questo nuovo interesse si traduce nell’ edificazione di eleganti residenze per le vacanze estive, ma anche in ville lussuose. Il Lago Maggiore, specialmente sulla sponda italiana, e il Lago di Como, costituiscono indubbiamente un esempio particolarmente fiorente.

L’imponente fenomeno di trasformazione delle rive, con l’inserimento di costruzioni eclettiche circondate da giardini lussureggianti, è opera di categorie sociali per lo più estranee all’ambiente locale. Non è quindi legato all’evoluzione della popolazione, ma è piuttosto il risultato di interventi esterni che cambiano per sempre l’aspetto originario dei luoghi.

Il giardino nel cuore dell’Europa

L’Insubria è considerata anche il giardino nel cuore dell’Europa. Il clima mite, la mancanza di situazioni ambientali estreme, hanno permesso e favorito la progettazione e la realizzazione di mondi botanici fantastici, lontanissimi dalla quotidianità della vegetazione naturale e delle coltivazioni originarie. All’inizio del Novecento i laghi sembrano riflettere un nuovo modo di intendere la natura, in una forma promiscua dove la dimensione esotica e nostrana coabitano.

Un po’ dappertutto in Europa, la costruzione di ville e giardini ha segnato l’evoluzione del paesaggio di molti laghi, trasformandoli in tanti piccoli mondi fantasmagorici e fiabeschi. Il caso del Lago Maggiore è emblematico: le sue sponde sono costellate da centinaia di oasi botaniche che sembrano formare un unico grande giardino allineato fra acqua e monti.

Il geografo Claudio Ferrata, autore della pubblicazione “La fabbricazione del paesaggio dei Laghi – Ticino e Insubria”, ha volutamente posto l’accento sull’irresistibile fascino dell’esotico, che nell’allestimento dei giardini si è concretamente tradotto con l’importazione di conifere, sequoie, cedri del Libano, agave, bambù, senza dimenticare la palma, assurta ormai a simbolo di questo angolo mediterraneo.

Solo nostalgie romantiche? Tutt’altro

Realtà naturale e paesaggistica, il valore del lago è molto più complesso per quella sua virtù di rendere reale un paesaggio ideale. Un paradosso? Forse. “Il lago è il riflesso dei sentimenti, è la metafora della relazione con l’ambiente. È la somma – sottolinea Ferrata – di un lento processo di attribuzione di significato alle acque, avviato in Svizzera da Jean-Jacques Rousseau e celebrato dai poeti laghisti inglesi in pieno romanticismo”.

Sono molti gli artisti, gli scrittori, gli intellettuali e i pittori sensibili alla seduzione del paesaggio di lago: Stendahl, Fogazzaro, Manzoni, Hesse, Flaubert, Balzac, Byron. E l’elenco potrebbe continuare. Ma allora il lago è solo lo specchio di nostalgie romantiche e illusioni perdute? No, tutt’alro, afferma sicuro il geografo Claudio Ferrata. “L’idea di lago è dinamica, si aggiorna, evolve, rispecchia in qualche modo il segno dei tempi”.

Il lago continua ad essere una risorsa, specialmente in un contesto economico e sociale in cui il valore riscoperto della dimensione locale rappresenta un modo per resistere all’omologazione fagocitante della globalozzazione. Trasformando il tempo in un alleato del presente e del futuro, la Regione Insubrica punta dunque ad una migliore promozione della sua preziosa risorsa naturale, tenendo tuttavia conto della fragilità ambientale del territorio dei laghi.

Le aree sulle rive dei laghi sono sicuramente privilegiate per l’insediamento delle attività turistico-ricettive e di servizio al turista. Ma le scelte di pianificazione delle funzioni turistiche devono avvenire in presenza della tutela e della valorizzazione della qualità ambientale.

swissinfo, Françoise Gehring, Brissago

L’Insubria è una regione storico-geografica, corrispondente all’antico territorio in passato abitato dagli Insubri, popolazione celtica che ha occupato la regione compresa fra il Po e i laghi prealpini a partire dal IV secolo a.C., cui si attribuisce la fondazione di Milano intorno al 390 a.C. In seconda battuta il nome può essere riferito al territorio del Ducato di Milano (1395-1796).

Oggi il termine Insubria indica il territorio della comunità di lavoro transfrontaliera Regio Insubrica, istituita nel 1995 tra le province di Varese, Como, Verbano Cusio Ossola e il Canton Ticino, ovvero la regione dei laghi a cavallo fra la Svizzera e l’Italia dove si parla la lingua italiana e il dialetto insubre. Recentemente la Regio si è allargata ai territori delle province di Novara e di Lecco.

Si tratta di una “Euroregione” (conforme all’Accordo di Madrid del Consiglio d’Europa) che promuove la cooperazione transfrontaliera nella regione italo-svizzera dei tre laghi prealpini (Lago di Como, Lago di Lugano, Lago Maggiore).

L’Insubria è conosciuta per i suoi laghi, che sono circa una ventina. I più importanti sono: il Lago Maggiore, il Lago di Como, il Lago Ceresio, il Lago d’Orta e il Lago di Varese.

Altri specchi d’acqua minori, mete ideale degli escursionisti, sono: i laghi di Mergozzo, Monate, Comabbio, Pusiano, Annone, Garlate, Segrino,Montorfano, Ganna, Ghirla, Mezzola, Tremorgio, Ritom.

E come non citare le isole, almeno due: le Isole di Brissago (isola Grande, isola di Sant’Apollinare o isola dei conigli), piccola perla botanicha del Verbano; le Isole Borromeo (composte da isola Bella, isola dei Pescatori ed isola Madre) teatro risplendente e rigoglioso della natura.

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