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Il governo difende l’opzione nucleare

Il futuro delle centrali nucleari continua a dividere la popolazione svizzera Keystone Archive

Il ministro dell'energia, Moritz Leuenberger, propone di respingere le due iniziative antinucleari, sottoposte a votazione federale il 18 maggio.

Neppure la proposta d’introdurre 4 domeniche all’anno senza automobile incontra il consenso del Consiglio federale.

Moritz Leuenberger, suo malgrado, entra in campagna contro le due iniziative antinucleari sostenute dal Partito socialista, dal Partito ecologista e da alcune decine di organizzazioni ambientaliste.

Il ministro dell’energia non è mai stato un fervente difensore dell’atomo. Anzi, appena 5 anni fa aveva tentato di proporre la chiusura di tutte le centrali nucleari, dopo 40 anni di attività.

Succede spesso, però, che un consigliere federale sia chiamato a dover privilegiare le scelte della maggioranza dei membri del governo.

Rispettando la volontà di consenso del Consiglio federale, Leuenberger ha quindi preso posizione lunedì contro le due iniziative antiatomiche e, perfino, contro l’iniziativa per 4 domeniche senza auto.

Da diversi anni, il ministro dell’energia, ma anche dei trasporti, utilizza, appena può, i servizi pubblici.

Iniziative politicamente non realizzabili

Per il consigliere federale socialista, le due iniziative antinucleari non sono politicamente realizzabili. A suo avviso, bisogna comunque differenziare i due oggetti.

L’iniziativa “Corrente senza nucleare” va respinta dal momento che, in 10 anni, non vi sarebbe tempo sufficiente per mettere a punto soluzioni alternative, destinate a compensare il deficit di elettricità.

Questa iniziativa chiede infatti di abbandonare, a breve termine, l’opzione nucleare: gli impianti atomici di Beznau e Mühleberg sarebbero disattivati già due anni dopo la votazione, la centrale di Gösgen nel 2008 e quella di Leibstadt nel 2014.

Una rinuncia troppo rapida all’energia nucleare pregiudicherebbe inoltre gli impegni assunti, nell’ambito del trattato di Kyoto, per una riduzione delle emissioni di CO2.

In mancanza di alternative disponibili rapidamente, la Svizzera sarebbe costretta a ricorrere maggiormente a gas e petrolio, principali responsabili dell’effetto serra.

Grande margine di risparmio

Secondo Leuenberger sono invece meno facili da prevedere le conseguenze economiche ed energetiche dell’iniziativa “Moratoria più”.

Questa iniziativa propone innanzitutto di rinnovare, per altri 10 anni, il blocco alla costruzione di nuove centrali nucleari. Nel 1990, il popolo svizzero aveva infatti approvato la proposta di una moratoria atomica fino al 2000.

Sempre in base al testo degli antinucleari, dovrebbe venir sottoposta sistematicamente all’approvazione del popolo ogni richiesta di prolungare, oltre i 40 anni, l’esercizio degli impianti atomici.

Per il ministro dell’energia – che, ancora recentemente, aveva lasciato trapelare una certa simpatia per questa iniziativa – sarebbe effettivamente possibile sostituire progressivamente l’energia nucleare con fonti energetiche rinnovabili (sole, vento, biomassa, ecc.).

Allo stesso modo, vi sarebbe ancora un gran potenziale di risparmi in campo energetico, ha ricordato Leuenberger. Ma, a suo avviso, un programma simile non troverà facilmente un consenso politico.

Minaccia per la sicurezza nazionale

Difatti, una netta maggioranza borghese del parlamento ha proposto di bocciare entrambe le iniziative, poiché comprometterebbero l’approvvigionamento di elettricità, aumenterebbero la dipendenza energetica dall’estero e avrebbero conseguenze negative per tutta l’economia nazionale.

Per i promotori dei due testi, le iniziative non avrebbero invece effetti negativi né in campo energetico, né in quello economico. La Svizzera esporta attualmente oltre un terzo dell’elettricità prodotta dagli impianti idroelettrici (60%) e dalle centrali atomiche (40%).

L’atomo rimane inoltre la più grande minaccia per la sicurezza nazionale. 34 anni dopo l’entrata in servizio del primo impianto atomico, la Svizzera non ha ancora trovato una soluzione per l’immagazzinamento delle scorie radioattive.

Libertà di scelta

Leuenberger ha respinto anche l’iniziativa per 4 domeniche senz’auto, pure in votazione federale il prossimo 18 maggio. A suo giudizio, pur avendo finalità lodevoli, questa iniziativa non utilizza gli strumento giusti.

Non spetta infatti allo Stato il compito di decretare simili restrizioni. Il diritto di rinunciare all’automobile va lasciato alla libertà di ciascun cittadino.

swissinfo, Armando Mombelli

In Svizzera sono in un funzione 5 centrali nucleari.
Producono circa il 40 % dell’elettricità consumata.
Il 60 % rimanente proviene quasi interamente da impianti idroelettrici.

Le due iniziative antinucleari sono sostenute da organizzazioni ambientaliste, dal Partito socialista e dal Partito ecologista.

L’iniziativa “Moratoria più” chiede di rinnovare, per altri 10 anni, il blocco sulla costruzione di nuove centrali nucleari.

L’iniziativa “Corrente senza nucleare” propone di spegnere, entro il 2014, tutti gli impianti atomici.

Il Consiglio federale e la maggioranza del Parlamento invitano la popolazione a respingere le due iniziative.

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