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Il Gripen stenta a decollare

Il ministro Ueli Maurer si è presentato alla stampa con le più alte sfere dell'esercito svizzero. Keystone

La scelta dei nuovi aerei da combattimento Gripen continua a sollevare polemiche in Svizzera. Messo sotto pressione, il ministro della difesa Ueli Maurer si è presentato martedì alla stampa per giustificare la scelta del governo. Ma le sue spiegazioni non sembrano aver convinto gli editorialisti.

La saga dei nuovi aerei da combattimento sembrava essersi conclusa il 30 novembre 2011, quando il Consiglio federale (governo) aveva annunciato la scelta degli svedesi Gripen per sostituire i vecchi Tiger dell’esercito svizzero. Il modello della Saab era stato preferito al francese Rafale e all’Eurofighter, perché meno costoso .

L’annuncio non aveva però mancato di sollevare critiche in seno al mondo politico e allo stesso esercito. Per taluni questo aereo a basso costo non risponde alle esigenze della flotta armata, per altri è troppo costoso in periodo di crisi.

La stampa domenicale ha gettato nuova carne sul fuoco a inizio febbraio, con la pubblicazione di rapporti confidenziali secondo cui il “Grifone” non soddisferebbe le condizioni operative minime. Messo sotto pressione, il ministro Ueli Maurer ha dapprima annunciato di non saper nulla di questo documento, per poi smentire lunedì, seminando ulteriore confusione.

«La sicurezza è una cosa seria»  

Accompagnato dalle più alte sfere dell’esercito svizzero, in uno schieramento apparentemente compatto, il ministro della difesa Ueli Maurer si è presentato martedì alla stampa per difendere nuovamente l’acquisto dell’apparecchio svedese. Un’operazione di comunicazione destinata a far dimenticare la rivolta dei piloti e le critiche dei parlamentari, scrive il quotidiano romando Le Temps. «Ma che non ha risposto agli interrogativi sui criteri utilizzati per la scelta degli aerei svedesi».

Il ministro ha sottolineato che i rapporti pubblicati dalla stampa domenicale risalgono «a quattro anni fa, non sono di grande importanza» e si riferiscono a un vecchio modello del Gripen. Maurer ha poi espresso il suo disappunto per queste divulgazioni, che rappresentano un tentativo di «destabilizzazione» da parte di coloro che sono delusi dalle scelte del governo.

La Neue Zuercher Zeitung sottolinea di fatto l’alleanza contro natura venutasi a creare negli ultimi mesi tra coloro che vorrebbero un aereo da combattimento molto più potente e coloro che sono contrari all’acquisto di qualsiasi tipo di velivolo. «È un punto di vista legittimo, e questi gruppi sfruttano l’emozione dominate che si trovano tra le mani. L’atteggiamento di socialisti e verdi è però ipocrita quando pochi minuti dopo le dichiarazioni di Maurer continuano a denunciare un caos totale».

E il Corriere del Ticino lancia l’allarme: «In questo contesto il comporta­mento di chi cerca con questi me­todi di seminare dubbi, di creare confusione e di mettere così in dif­ficoltà Maurer per provocare un cambiamento delle scelte annunciate, è deplorevole».

«La sicurezza è una cosa seria. Il dibattito intorno ad essa è necessario e da esso, in una democrazia, non si può prescindere. Ma va affrontato con il rigore e la serietà richiesti dall’obiettivo finale, prima ancora che dalla rilevanza dell’investimento finanziario. Farne il terreno di un gioco al massacro è un segno di grave mancanza di responsabilità. Quindi, signori, per favore: siamo seri!»

Prendere o lasciare

Le giustificazioni presentate da Ueli Maurer lasciano però aperti ancora diversi interrogativi, sottolinea unanime la stampa svizzera. «Cosa è stato modificato affinché il jet ora risponda alle esigenze dell’esercito? Quanto dovrà pagare la Svizzera per un ulteriore miglioramento del velivolo?», si chiede il Tages Anzeiger. «Il fatto che la ditta produttrice sia relativamente piccola può inoltre rivelarsi problematico. Nessuno sa se gli svedesi continueranno a produrre e a sviluppare degli aerei da combattimento tra quarant’anni», commenta il foglio zurighese.

L’Aargauer Zeitung alza il tono: «Il Dipartimento della difesa voleva dar prova d’unità e di determinazione per calmare il dibattito politico. Ma Ueli Maurer e i suoi generali hanno raggiunto soltanto parzialmente l’obiettivo. E la ragione sta proprio nel loro doppio gioco. Da una parte giustificano la decisione del governo e dall’altra lasciano una porta aperta ai costruttori tedeschi e francesi affinché presentino delle offerte più vantaggiose. Ciò che non permette di certo di calmare gli animi».

Non tutti gli editorialisti sono però critici nei confronti del consigliere federale dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice). «Maurer ha assolutamente ragione, scrive il Bund. Il Gripen è l’unico aereo che la Svizzera può permettersi in questo momento. Ciò che è sufficiente per gli svedesi può esserlo anche per noi. Certo il Rafale e l’Eurofighter sarebbero più potenti, ma la loro manutenzione è così cara che l’esercito sarebbe sommerso dai costi».

«I politici onesti ora non hanno che due possibilità, continua il foglio bernese. «Se vogliono acquistare dei nuovi velivoli il più presto possibile, devono accontentarsi dei Gripen. Oppure dovranno ammettere di essersi sbagliati e che la Svizzera può andare avanti ancora diversi anni senza aerei da combattimento».

Dopo le rivelazioni della stampa, e il botta e risposta di Ueli Maurer, il dibattito in parlamento si annuncia acceso. «Il decollo del Gripen sembra dunque ancora lontano, conclude La Liberté, soprattutto se il suo pilota politico si dimostrerà così carente».

La Commissione della politica di sicurezza (CPS) del Consiglio Nazionale chiama a rapporto Ueli Maurer. Il ministro dovrà esprimersi la prossima settimana sulle procedure di selezione dei Gripen e sulla rilevanza dei rapporti di valutazione, spiega la presidente Chantal Galladé.

Secondo il Partito socialista occorre bloccare tutto affinché sia fatta chiarezza. Spetta ora al governo prendere in mano la situazione, assumendo una posizione chiara.

Ancora più decisa è la posizione dei Verdi secondo cui visto “pasticcio terribile” che si è creato, il governo deve rinunciare completamente all’acquisto di velivoli di combattimento, mostrando lo stesso coraggio palesato nel pieno della Guerra fredda, nel 1972.

Il PLR ritiene invece che la Svizzera abbia sì bisogno di nuovi jet, ma che non debba comprare i Gripen a scatola chiusa. E soprattutto, stando ai liberali radicali, si deve evitare di chiudere troppo presto la porta a nuove offerte.

Di parere analogo il PPD, secondo cui la confusione che regna intorno al Gripen non è certamente utile né all’esercito, né al ministero della difesa. «È così difficile spiegare la scelta?», si chiede la portavoce Marianne Binder.

Di altro avviso invece l’UDC, che sostiene il suo ministro. «Ueli Maurer ha già detto tutto», ha affermato la segretaria generale Silvia Bär.

Infine il PBD temporeggia. La questione sarà discussa la prossima settimana e solo allora il partito prenderà posizione.

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