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Il lato oscuro del sole

Tra gli effetti più temuti del sole: i danni alla pelle provocati dai raggi ultravioletti Keystone

In Svizzera si sono registrati i giorni di giugno più caldi degli ultimi 50 anni. Una clima ideale per i bagnanti, ma anche pericoloso per la salute.

Temperature al di sopra dei 30 gradi non sono una novità in Svizzera, anche se piuttosto rare durante tutta l’estate. Rarissime, o addirittura eccezionali, quando il mercurio raggiunge simili livelli nel mese di giugno.

Negli ultimi giorni le temperature hanno toccato primati storici da mezzo secolo a questa parte. Addirittura 35 gradi martedì. Anche se soffocante, il caldo rende felici diverse persone, a cominciare da bagnanti, gelatai, ristoratori. In alcuni casi anche i bambini: a Basilea le scuole sono state chiuse.

Un fenomeno ancora isolato

“Questo clima sorprende tutta la Svizzera” nota il meteorologo della Televisione romanda, Philippe Jeanneret. “Generalmente una canicola come questa si registra soltanto tra metà luglio e metà agosto”.

Il fenomeno rimane comunque ancora troppo isolato per chiamare in causa i temuti cambiamenti climatici, attribuiti all’attività umana. Secondo la teoria del surriscaldamento del pianeta, le temperature medie dovrebbero aumentare di qualche grado nei prossimi 30 o 40 anni.

“Un clima come quello di questi giorni potrebbe essere interpretato come il risultato di un cambiamento climatico, soltanto se dovesse prodursi regolarmente sull’arco dei prossimi 10 anni”, precisa Jeanneret.

Rischi per la salute

Gli effetti negativi della canicola si sono fatti notare molto in fretta negli ospedali. Bambini, anziani e malati sono i primi a soffrire il peso delle temperature straordinarie.

Inoltre, un maggiore afflusso di pazienti con problemi cardiovascolari è stato registrato ad esempio al pronto soccorso dell’Inselspital di Berna, l’Ospedale universitario della capitale. “Tutte le persone affette da problemi cardiaci o circolatori devono fare particolarmente attenzione” avverte Heinz Zimmermann, primario presso l’Inselspital. “Molto spesso non sono coscienti dei rischi che corrono”.

“Particolarmente pericolosi in queste giornate di grande sole sono i raggi ultravioletti, responsabili tra l’altro di allergie e melanomi”, aggiunge Diethelm Hartmann, vice-direttore dell’Ufficio federale della sanità. Gli esperti della Confederazione raccomandano pertanto di rimanere il più possibile all’ombra e, in particolare, di non esporsi al sole tra le 11.00 e le 15.00.

Tra gli altri consigli vi è inoltre quello di evitare sforzi estremi in questi giorni, bere almeno 2 litri di acqua, accontentarsi di pasti leggeri, a base soprattutto di frutta e legumi. Rinunciare infine il più possibile ad alcool e caffè.

La qualità dell’aria migliora

L’inquinamento dell’aria diventa particolarmente dannoso per la salute durante le giornate estive, quando anche i valori di ozono superano ripetutamente i limiti massimi previsti dalle autorità (120 microgrammi al metro cubo).

Un fenomeno questo sempre allarmante, anche se i limiti fissati in Svizzera sono tra i più restrittivi di tutti i paesi industrializzati. La qualità dell’aria, va pure detto, è addirittura migliorata nell’ultimo decennio.

“Le misure di protezione dell’aria, introdotte con l’ordinanza del 1986, hanno permesso importanti miglioramenti” sottolinea Peter Straehl, collaboratore scientifico dell’Ufficio federale dell’ambiente. “Per poter rimanere al di sotto dei valori massimi di ozono, bisognerebbe comunque ridurre almeno della metà le emissioni di gas nocivi”.

Anche secondo Mario Camani, capo della sezione protezione dell’aria del canton Ticino, numerose misure utili sono già state adottate negli ultimi 10 anni: dall’introduzione del catalizzatore, alla riduzione degli ossidi di azoto degli impianti di riscaldamento e in quelli industriali, al recupero dei gas presso i distributori di benzina e via dicendo.

“Nonostante tutte queste misure, non è stato ancora raggiunto un risultato soddisfacente: le concentrazioni di ozono rimangono spesso troppo alte, soprattutto durante l’estate” aggiunge Mario Camani. “Non va dimenticato che si parla spesso di ozono, ma vi sono diverse altre sostanze anche più tossiche per l’essere umano, come gli stessi ossidi di azoto, le polveri fini e tutte le altre componenti dello smog estivo”.

Provvedimenti a lungo termine

“Secondo noi bisogna intervenire soprattutto a lungo termine per evitare la formazione di ozono”, sostiene Gaudenz Silberschmidt, vice-presidente dell’Associazione svizzera medici per l’ambiente. “Le misure a corto termine, come la limitazione parziale o totale del traffico nei giorni in cui i valori di ozono sono superati, non bastano a risolvere il problema alla radice”.

Anche l’introduzione di un sistema di allarme, come sperimentato in altri paesi, non apporta grandi vantaggi, ritiene Gaudenz Silberschmidt: “La popolazione è già abbastanza informata sui pericoli dell’ozono. Ripetere il messaggio non fa sicuramente del male, ma non riduce le concentrazioni”.

Secondo l’Associazione dei medici per l’ambiente bisogna innanzitutto impedire l’introduzione di nuove misure che aumentano la formazione di ozono. Ad esempio, la riduzione del prezzo del diesel o il raddoppio del tunnel del San Gottardo: due proposte avanzate recentemente in parlamento.

“È pure necessario sostenere tutti i provvedimenti destinati a trasferire il traffico dalla strada alla ferrovia, sia per le merci che per i passeggeri” aggiunge il vice-presidente dei medici per l’ambiente. Ulteriori interventi di carattere tecnico sono ancora possibili per ridurre le emissioni inquinanti.

Ma, secondo Gaudenz Silberschmidt, per giungere ad un miglioramento è indispensabile alleggerire il volume del traffico stradale. “La circolazione stradale rimane infatti ancora oggi il problema principale da risolvere nella lotta per una migliore qualità dell’aria”. Nei giorni di canicola, ma anche durante il resto dell’anno.

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