Il Ministero pubblico non ha agito in modo illegale
Il Tribunale penale federale ha scagionato il Ministero pubblico della Confederazione e, in particolare, il procuratore federale Valentin Roschacher nell'ambito della vicenda "Ramos".
Secondo il rapporto dell’alta corte di Bellinzona l’impiego, quale informatore, dell’ex-trafficante di droga colombiano non era illegale e ha rispettato le procedure d’uso.
Il Tribunale penale federale (TPF) ha ritenuto corretto il modo con il quale il cittadino colombiano José Manuel Ramos è stato impiegato, in veste di agente infiltrato, tra il dicembre 2002 e l’agosto 2004.
Il Ministero pubblico della confederazione (MPC) aveva invitato in Svizzera il trafficante di droga per affidargli compiti di informatore, con il nome in codice “Alex”, allo scopo di raccogliere prove su casi sospetti di riciclaggio. Grazie alle informazioni di Ramos il MPC aveva aperto nove indagini.
Secondo la stampa, l’impiego di Ramos avrebbe dato seguito a segnalazioni false. Ne avrebbe fatto tra l’altro le spese un banchiere zurighese, Oskar Holenweger, completamente rovinato.
Rischi controllati
Per fare luce su tali metodi di inchiesta del MPC, il Dipartimento federale di giustizia e polizia e il Tribunale penale federale hanno ordinato una verifica straordinaria, ora conclusa.
Secondo il comunicato dei giudici di Bellinzona, nella maniera di usare l’ex trafficante colombiano sono state rispettate tutte le disposizioni legali, sia nella direzione delle operazioni che in relazione all’apertura di procedimenti penali susseguenti, tra l’altro, all’ascolto di telecomunicazioni e all’impiego di Ramos come agente infiltrato.
Il compito ufficiale del colombiano era di procurare informazioni sull’ambiente criminale che opera in Svizzera, in particolare riguardo al traffico di stupefacenti e al riciclaggio di denaro proveniente dalla droga e dalla tratta di esseri umani.
Per il MPC e la Polizia federale l’uso di Ramos è stato unico nel suo genere negli ultimi anni. La autorità erano coscienti dei rischi che tale operazione comportava e per minimizzarli hanno preso le misure necessarie.
Altri sviluppi
Ministero pubblico della Confederazione (MPC)
MPC sotto pressione
Già al centro di pesanti critiche durante la gestione di Carla Del Ponte, il Ministero pubblico è stato messo a più riprese sotto pressione quest’anno. Lo stesso procuratore federale Valentin Roschacher è stato accusato di impiegare risorse enormi con risultati molto scarsi.
Le critiche riguardano in particolare il ridotto numero di casi che giunge in tribunale. Da quando gli sono state attribuite nuove competenze nella lotta al crimine organizzato al riciclaggio di denaro sporco, il MPC è riuscito a depositare soltanto tre atti d’accusa, pur avendo avviato 365 indagini.
Insoddisfatto della situazione, il ministro della giustizia Christoph Blocher ha ordinato nel giugno scorso un’inchiesta. In luglio, la Corte dei reclami penali del Tribunale penale federale (TPF) ha presentato un rapporto definendo la situazione “insoddisfacente”.
Sempre in luglio, sotto la pressione delle critiche ricevute, il procuratore generale della Confederazione Valentin Roschacher ha annunciato le dimissioni per fine anno. La direzione operativa è già passata al suo vice Michel-André Fels.
swissinfo e agenzie
Altri sviluppi
Tribunale penale federale
Valentin Roschacher è nato nel 1960 a Herisau (Appenzello).
Ha conseguito il dottorato in diritto e la patente d’avvocato a Zurigo.
Tra il 1992 e il 1995 è stato procuratore del distretto di Zurigo.
Nel 1995 è entrato al servizio della Confederazione e ha assunto la direzione degli uffici centrali di lotta al traffico di droga ed alla falsificazione delle monete.
Nel 2000 è stato nominato procuratore generale della Confederazione.
Il 5 luglio scorso ha rassegnato le sue dimissioni per la fine dell’anno.
In Svizzera la maggior parte delle procedure penali è di competenza delle autorità giudiziarie cantonali.
Determinati tipi di reato sono però affidati alla procura federale, il cui nome ufficiale è Ministero pubblico della Confederazione.
Tra i reati di competenza federale ci sono, ad esempio, gli attacchi dinamitardi, la falsificazione di denaro, lo spionaggio, la criminalità internazionale organizzata ed economica, il riciclaggio di denaro sporco, la corruzione e i reati commessi nell’esercizio di pubbliche funzioni da parte di impiegati federali.
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