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Il Nepal rispetti i diritti umani

Arresti arbitrari: oggi in Nepal basta protestare contro le decisioni del re per essere arrestati Keystone

La Commissione Onu per i diritti umani ha adottato una risoluzione che riguarda il Nepal. Il testo è stato redatto dalla Svizzera.

Il governo nepalese e i ribelli maoisti – in lotta da anni – vengono esortati a rispettare i diritti umani: no ad esecuzioni sommarie, violenze e arresti ingiustificati.

La Svizzera ha presentato mercoledì alla Commissione per i diritti umani una risoluzione riguardante il Nepal. Il testo è stato accettato tacitamente, visto che nessuno dei paesi membri della Commissione ha richiesto di metterlo in votazione. L’India e la Cina – entrambe confinanti col Nepal – hanno fatto delle osservazioni, ma non si sono opposte al testo che chiede al piccolo regno himalayano di ristabilire la democrazia e le libertà civili.

Il conflitto che oppone i ribelli maoisti al governo nepalese dura ormai da una decina d’anni e ha fatto più di 11’000 vittime. Ad inizio febbraio re Gyanendra ha licenziato il capo del governo, accusandolo di non aver saputo risolvere il problema “maoista”. Il sovrano ha assunto pieni poteri, ha istituito la legge marziale e ha costretto agli arresti domiciliari diversi membri del governo destituito.

Nuovo testo dopo il sì nepalese alla collaborazione

I lavori della Commissione per i diritti umani sono iniziati il 14 marzo. Da subito la Svizzera, che si era assunta in precedenza questo impegno, ha condotto delle discussioni sul testo di una possibile risoluzione di condanna del Nepal.

Il 10 aprile, però, è stato trovato un accordo tra Katmandu e l’Alto commissariato Onu per i diritti umani che contempla lo spiegamento di osservatori nel Nepal. La Svizzera ha quindi ritirato il primo progetto di risoluzione, il cui testo era più severo e condannava in modo chiaro la proclamazione dello stato d’emergenza, pronunciata il primo febbraio da re Gyanendra.

Il testo approvato il 20 aprile è meno incisivo nei termini, ma parte dal presupposto di una collaborazione tra il Nepal e l’Onu, collaborazione che, a differenza di una condanna ufficiale, dovrebbe portare dei benefici concreti alla popolazione nepalese.

Vittime

Il testo riporta la preoccupazione della Commissione per il numero crescente di vittime civili, per le violenze perpetrate dalle forze di sicurezza, per le esecuzioni illegali, gli spostamenti forzati, la scomparsa di persone, gli attacchi all’integrità fisica e alla sicurezza di dirigenti politici, militanti, giornalisti e difensori dei diritti umani.

La risoluzione «condanna energicamente» le pratiche del partito comunista maiosta del Nepal. I maoisti sono sotto accusa per le loro esecuzioni sommarie, ma anche per atti di persecuzione e per l’arruolamento di bambini. Il testo esorta i belligeranti a rispettare il diritto umanitario.

Al governo nepalese, a cui vengono imputati, tra l’altro, arresti arbitrari e torture, la risoluzione chiede di proteggere i diritti civili e politici e di combattere l’impunità. Esige inoltre che alla Commissione nepalese per i diritti umani, così come alla Croce rossa e all’Alto commissariato Onu per i diritti umani, venga garantito l’accesso totale e senza ostacoli ai prigionieri.

Dare una spinta all’accordo

La risoluzione invita il governo nepalese a dare seguito in modo rapido all’accordo concluso il 10 aprile con l’Alto commissariato Onu per i diritti umani. Katmandu ha accettato la presenza di osservatori per sorvegliare il rispetto dei diritti nel paese.

L’accordo, firmato dall’Alto commissario Louise Arbour e il ministro degli esteri nepalese Ramesh Nath Pandey prevede che l’Onu apra immediatamente degli uffici a Katmandu e in altre località del paese per monitorare il rispetto dei diritti umani da parte delle due parti in conflitto.

La Svizzera sosterrà finanziariamente gli sforzi dell’Alto commissariato per di diritti umani. I primi rapporti degli osservatori sono attesi per la prossima sessione della Commissione.

swissinfo e agenzie

21,7 milioni di franchi l’ammontare degli aiuti elvetici a favore del Nepal nel 2003.
18,8 milioni nel 2004.
Per il 2005 è stato pianificato un contributo di 17,3 milioni.

Il Nepal è uno dei paesi prioritari dell’intervento della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (aiuto allo sviluppo elvetico).

La Svizzera è attiva da oltre 40 anni nel regno himalayano, concentrando il suo aiuto nelle aree rurali e nella valle di Katmandu.

I programmi e i progetti sostenuti da Berna hanno lo scopo di indirizzare il Nepal verso un uso autonomo delle risorse umane e naturali, al fine di migliorare le condizioni di vita del suo popolo.

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