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Il nuovo “Eldorado” si chiama Cina

Cina? Molto più di una moda (copertina del bollettino della Camera di commercio Cina-Svizzera) swissinfo.ch

La stella cinese brilla nel firmamento economico e anche nel cielo ticinese. Un’incontro a Lugano ha radunato numerosi operatori economici.

La Cina, è stato detto, rappresenta una sicura opportunità per il Ticino e per Lugano, che ha già iniziato a tessere la sua tela.

Lo sa bene il sindaco Giorgio Giudici: la Nuova Lugano è nata un po’ anche sotto il segno del Dragone. “Proprio un anno fa – dichiara il sindaco – Lugano riceveva la prima delegazione cinese proveniente dalla provincia di Zhejiang”.

E a questi primi contatti se ne sono aggiunti altri: con Changchun, una città di 7 milioni di abitanti, e con la città di Beihai, la capitale delle perle. “Con queste dinamiche realtà – ricorda Giudici – Lugano ha sottoscritto accordi di collaborazione puntuali”.

Una crescita economica folgorante

Nel 2004, sottolinea il direttore della Camera di commercio del Canton Ticino Claudio Camponovo, la Cina ha rilasciato permessi per 40 mila nuove aziende. Gli ha fatto eco André Uebersax, direttore della Camera di commercio di Friburgo e responsabile marketing del “Swiss Center Shanghai”:

“La Cina è il primo esportatore mondiale di tessile, scarpe, prodotti elettronici, giocattoli. E’ la sesta economia mondiale. E la sua crescita è inarrestabile: 9% da due decenni”. Forse per questo Uebersax ha dato un titolo singolare alla sua relazione: “Quando la Cina si sveglierà, il mondo tremerà”.

Ed è un dato di fatto. “Va bene parlare del miracolo economico – puntualizza Giudici – ma occorre anche vedere la crisi che questa nuova dinamica presenza sul mercato mondiale apre per le industrie e l’economia dell’Occidente”.

La guerra commerciale con la Cina è infatti iniziata: l’Unione europea, per esempio, ha deciso di sottoporre a verifica nove prodotti di esportazione, compreso il tessile che ha creato delle forti frizioni con la vicina Italia.

Un paese, tanti volti

Certo, il consigliere dell’ambasciata della Repubblica popolare cinese a Berna Wang Xiting ha invitato gli imprenditori e gli investitori ticinesi e svizzeri a guardare con fiducia alla Cina. “Ma la Cina – ricorda lui stesso – è anche un paese in via di sviluppo”.

La differenza tra i grandi centri ruggenti e le zone più periferiche della Cina, comprese la campagne, sono infatti abissali.

Il diplomatico cinese ha inoltre ricordato che il reddito medio in Cina è di mille dollari al mese. I problemi da risolvere sono numerosi, ma la corsa verso l’espansione sembra davvero inarrestabile.

La Cina, insomma, è il nuovo Eldorado. “Non è solo di moda – spiega a swissinfo Rico Maggi, direttore dell’Istituto di ricerche economiche – è una grande realtà economica che esercita un potere di attrazione immenso”.

“La corsa agli investimenti risponde anche al desiderio di non perdere il treno che conduce ad opportunità promettenti. Tuttavia – sottolinea Maggi – conosciamo ancora molto poco della Cina e e dei suoi mercati. Sappiamo però che sono molto competitivi e che la concorrenza è agguerrita”.

Piccoli, grandi passi

L’avvio di partenariati concreti tra città, come sta facendo Lugano, è secondo Maggi un buon approccio. “E’ un efficace sistema per conoscersi, si entra nel concreto, si elaborano progetti. Per il Ticino può essere promettente”.

“Ciò che oggi stiamo costruendo – ricorda Giudici – rientra nella seguente prospettiva: formare le capacità e lo spirito adatto per confrontarsi e cooperare anche con realtà che ci appaiono lontane ed inaccessibili per lingua, usi e costumi, con nazioni dinamiche e fortemente motivate”.

“Se la gente va in Cina è perché è il paese che cresce di più. La Cina – spiega a swissinfo l’economista Alfonso Tuor, vicedirettore del Corriere del Ticino – rappresenta indubbiamente un’ opportunità sia per investire sia, per alcune società, per vendere”.

Tutti pazzi per la Cina. Nestlé la prima

“Ci sarà anche un elemento di moda, in questa corsa. Ma c’è anche molta sostanza. Non è – evidenzia Tuor – una semplice invenzione. Ma chi va in Cina deve tenere ben presente che dovrà confrontarsi con un mercato estremamente competitivo”.

E la Svizzera, di fronte al Dragone cinese? “La Svizzera – sottolinea Tuor – ha una corsia preferenziale. Perché? Ma perché siamo stati i primi. Già nel secolo scorso Nestlé era attiva in Cina. Con l’avvento di Mao ha ridotto le sue attività, senza tuttavia mai interromperle, per poi riprenderle successivamente “.

Va pur detto che per la Cina la Svizzera non crea timori né da un punto di vista commerciale, né politico, né militare. Le dimensioni relativamente piccole sembrano dunque costituire, in questo caso, un vantaggio. E il Ticino intende giocare le sue carte.

swissinfo, Françoise Gehring, Lugano

La Cina conta 1,3-1,4 miliardi di abitanti
E’ la sesta economia mondiale
Nel 2004 ha registrato una crescita del 9,7%
E’ il primo esportatore mondiale in quattro settori: tessile, calzature, prodotti elettronici, giocattoli

Il Ticino intende prendere puntuale il treno che porta nell’Eldorado cinese.

In un incontro organizzato dalla Città di Lugano e dalla Camera di commercio del Canton Ticino, sono state illustrate ad operatori economici le opportunità di investimenti in Cina.

Sono pure state indicate tutte le reti di contatto e di supporto per aiutare le aziende ad orientarsi in questo immenso mercato.

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