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Il nuovo oro liquido

Keystone

Il mercato mondiale dell'acqua minerale è ormai un moderno eldorado. La gente non ha mai bevuto tanta acqua come oggi. E la crescita continua.

I primatisti al mondo sono gli italiani: ognuno di loro beve in media 155 litri di acqua, principalmente non gasata, all’anno. In Svizzera, dove le vendite sono raddoppiate negli ultimi 10 anni, in 12 mesi se ne scolano “soltanto” 97 litri a testa. In ogni modo, una bella sete!

L’effervescenza del mercato la si ritrova un po’ ovunque. Su scala mondiale, la soglia dei 100 miliardi di bottiglie di acqua vendute è raggiunta. Secondo un recente studio della banca Pictet di Ginevra, il futuro prossimo si annuncia brillante: l’istituto prevede una crescita media di consumi e produzione del 7 % all’anno fino al 2010.

“Il mercato delle acque minerali si sviluppa effettivamente ad un ritmo superiore a quello dell’alimentazione in generale” precisa Marcel Rubin, portavoce di Nestlé, leader mondiale del settore con una quota di mercato del 12%. “In larga misura, questo boom è spiegabile con la ricerca di purezza alimentare e di qualità di vita, diffusasi recentemente nella popolazione”.

Bottiglie in Asia e distributori in Europa

Secondo la banca Pictet, il mercato asiatico dispone del maggior potenziale di sviluppo. Già oggi, la regione rappresenta il 19% del totale delle vendite di acque minerali. In 10 anni dovrebbe raggiungere il 30%. Con il progressivo degradarsi del grado di potabilità delle acque locali e l’auspicato aumento di potere d’acquisto delle masse, l’ipotesi sembra plausibile.

In Europa e negli Stati Uniti, il mercato tradizionale è invece, per ovvie ragioni, già piuttosto saturo. Tuttavia un particolare segmento, che già oggi rappresenta un giro d’affari di 30 miliardi di litri, promette faville: l’acqua HOD (Home and Office Delivery). Già notati quei contenitori di media grandezza (così, ad occhio da 20 a 50 litri) nei grandi magazzini o negli uffici, dai quali dissetarsi utilizzando i bicchierini di plastica? Ecco quello che sembra essere l’affare del futuro.

Come ci ha confermato Marcel Rubin, in Europa, ed ancor più in Svizzera, questo segmento di mercato è piuttosto agli albori. A breve termine, nel vecchio continente potrebbe crescere addirittura del 40%. Senza dimenticare che anche negli USA le sue prospettive sono tutt’altro che fosche: dopo aver conquistato uffici, supermercati e locali pubblici, il “distributore d’acqua” sta infatti entrando anche nelle abitazioni private.

Nestlé non è rimasta indifferente di fronte a questa evoluzione. Negli ultimi due mesi ha infatti sborsato centinaia di milioni di franchi per assumere il controllo di due società leader nel settore dell’acqua HOD: l’americana Aqua Cool e la greca Aqua Spring.

Scontro tra titani

Le acque minerali, gasate e non, rappresentano un mercato di parecchie decine di miliardi di franchi. La sola Nestlé realizza il 9 % della sua cifra d’affari di 81 miliardi di franchi grazie a questo dissetante settore.

Ma la concorrenza non manca. Se Nestlé, grazie a marche come Perrier, Vittel, Contrex, San Pellegrino, Aquarel o Pure Life, resta tutt’ora il numero 1, Danone (Evian, Volvic), la multinazionale francese, la tallona da vicino. Tanto più che sul prolifico mercato asiatico Danone è, al momento, meglio piazzata rispetto a Nestlé.

Fiutando l’affare, anche Pepsi e Coca-Cola, i due giganti a stelle e striscie dell’industria delle bevande, si sono letteralmente tuffati da un paio di anni nelle acque minerali. L’hanno fatto in grande stile, tanto che Pepsi, con la sua Aquafina, si è già ritagliata la fetta più importante sul mercato americano. Ed anche la Dasani di Coca-Cola non è poi così distante.

Marzio Pescia

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