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Il peso degli anni ’90 sul debito pubblico

Nel settembre 2005 il think tank Avenir Suisse ha installato un "orologio dei debiti" davanti a Palazzo federale Keystone

Il debito pubblico svizzero – della Confederazione, dei cantoni e dei comuni – è praticamente raddoppiato in quindici anni per raggiungere 32'000 franchi per abitante nel 2004.

Sebbene la situazione stia migliorando, le riforme strutturali rimangono inevitabili, ha chiarito mercoledì il governo.

Il debito lordo delle amministrazioni pubbliche (Confederazione, cantoni e comuni) è letteralmente esploso negli anni Novanta fino a raggiungere nel 2004 la quota di 239 miliardi di franchi. Ciò equivale, indica una nota del Dipartimento federale delle finanze (DFF), al 53,5% del prodotto interno lordo (Pil).

Se nel confronto internazionale la Svizzera occupa ancora una buona posizione, ad un’analisi più approfondita si scopre che il tasso d’indebitamento della Confederazione negli ultimi anni è progredito in maniera più marcata rispetto ad altri paesi, passando dal 29,9% nel 1990 al 49,9% dieci anni più tardi.

In un decennio l’incremento è stato di 110 miliardi di franchi. Oggi siamo a 239 miliardi, di cui circa 130 imputabili alla Confederazione.

Tra i vari i fattori responsabili di questa evoluzione il DFF ricorda i deficit dei conti finanziari, ma anche il risanamento delle ferrovie federali (FFS), e delle casse pensioni delle stesse FSS nonché della Confederazione e della Posta.

Limiti di Maastricht in vista

A questo ritmo, la Svizzera rischia di raggiungere e poi superare i criteri di tolleranza stabiliti da Maastricht (60% del Pil).

L’indebitamento ha anche un effetto spiacevole, scrive il DFF. Il servizio del debito «inghiottisce annualmente sette miliardi, ossia quasi il sette per cento del gettito fiscale». Il margine di manovra del budget «ne esce fortemente ridotto».

Che cosa fare per evitare un ulteriore peggioramento delle finanze pubbliche? Per stabilizzare la quota dell’indebitamento, l’esecutivo pensa che si debba agire a livello di impegni correnti e futuri e proseguire con le riforme strutturali avviate, in particolare a livello di assicurazioni sociali (Avs e AI).

Proseguire con le riforme

L’evoluzione demografica e l’aumento previsto delle spese per la sanità – due elementi strettamente collegati – rappresentano sfide considerevoli per il futuro. Entro il 2025 il fabbisogno supplementare per le assicurazioni sociali corrisponderà al 2,7% del Pil.

Tenuto conto di questi elementi, il governo intende proseguire con le riforme avviate. Oltre agli interventi nelle assicurazioni sociali, il DFF ricorda l’esame sistematico dei compiti della Confederazione – con l’abbandono di alcuni di essi – e la riforma dell’amministrazione.

swissinfo e agenzie

Indebitamento in % del Pil 1990 e 2006:
Svizzera: 31,3/54,4
Media OCSE: 56,3/78,1
Eurolandia: 48,4/77,5
Australia: 21,9/13,1
Germania: 41,5/71,3
Francia: 38,6/75,9
Italia: 121,9 (1995)/122,3
Giappone: 68,6/175,2
Austria: 57,5/69,2
Stati Uniti: 66,6/64,1

All’inizio del nuovo secolo, dopo un decennio nei quali il debito pubblico è cresciuto rapidamente, la Confederazione ha adottato delle misure di risanamento finanziario-

Nel 2001 il popolo ha accettato un freno all’indebitamento, volto a garantire che l’equilibrio budgetario sia garantito durante tutto il ciclo congiunturale.

Il parlamento ha approvato due programmi di risparmio nel 2003 e nel 2004. Il primo prevede una diminuzione di circa 3 miliardi delle spese della Confederazione entro il 2007. Il secondo mira a tagli per 2 miliardi entro il 2008.

Da tempo il governo federale si è prefissato di ottenere dei conti in equilibrio nel 2007. Grazie agli introiti fiscali registrati nel primo semestre 2006, questo obiettivo potrebbe essere raggiunto già quest’anno.

Il budget per il 2007 adottato dal Consiglio federale prevede un’eccedenza di 918 milioni di franchi. L’esecutivo mira a cifre nere negli anni successivi.

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