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Il prezzo giusto per gli indirizzi internet

In Svizzera i prezzi degli indirizzi internet sono fissi Keystone

In Svizzera gli indirizzi internet sono gestiti in regime di monopolio. E c'è chi dice che i prezzi per la registrazione sono troppo alti.

Ma Switch, la fondazione che gestisce i nomi di dominio che finiscono in .ch, ritiene che il mercato svizzero non possa essere paragonato a quello di altri paesi.

Se dieci anni fa possedere un indirizzo internet era un vezzo riservato quasi esclusivamente ad istituzioni e aziende, oggi sono numerose le persone che si sono ritagliate uno spazio di visibilità nella rete telematica.

All’inizio di luglio del 2005 gli indirizzi che finiscono in .ch, il codice nazionale della Svizzera, erano oltre 700’000. Ogni mese se ne aggiungono circa 6000.

I prezzi dei nomi di dominio svizzeri sono fissi, perché nella registrazione vige un sistema monopolistico. Chi vuole utilizzare un indirizzo svizzero deve versare una tassa unica per la registrazione di 40 franchi svizzeri (ca. 26 euro) e pagare un abbonamento annuo di 35 franchi (22,5 euro).

Sin dal 1990 la registrazione è gestita da Switch, una fondazione nata nel 1987 per collegare le università svizzere con una rete telematica. Dal gennaio 2003 l’attività di registrazione è stata pero statalizzata. La responsabilità per la concessione degli indirizzi .ch spetta perciò all’Ufficio federale della comunicazione (Ufcom), che ha rinnovato l’autorizzazione a Switch.

In altri paesi europei, la concessione degli indirizzi è organizzata in modo diverso. In Italia per esempio la banca dati dei nomi di dominio è gestita dall’Istituto di telematica ed informatica del Consiglio nazionale delle ricerche, ma per ottenere un indirizzo, l’utente deve rivolgersi ad un provider convenzionato. E il prezzo può variare.

Tariffe diverse

«Non è facile paragonare le tariffe vigenti in Europa, perché i servizi offerti sono differenti», osserva Matthias Ramsauer, responsabile per le questioni relative al diritto e alla società dell’informazione dell’Ufcom. «Tuttavia nei paesi vicini i prezzi appaiono tendenzialmente più bassi».

«Bisogna chiedersi quali sono i termini del paragone», ribatte dal canto suo Roland Eugster, responsabile Marketing & PR della Switch. «Non è facile mettere a confronto un mercato di 700’000 utenti, com’è quello svizzero, al mercato tedesco, che conta 9 milioni di indirizzi».

Eugster sostiene che bisognerebbe tener conto anche della qualità del servizio offerto, delle specificità del mercato svizzero (tra cui la necessità di fornire un’assistenza in quattro lingue), del servizio di conciliazione in caso di controversie garantito dalla Switch.

La fondazione fa notare del resto che la differenza tra le tariffe per i nomi di dominio dipende anche dal diverso livello dei prezzi nei vari paesi. In altre parole, Switch deve affrontare costi che sono più elevati di quelli dei suoi omologhi all’estero.

Disaccordo sui prezzi

La discussione sulle tariffe è giunta ora fino alla Commissione di ricorso in materia d’infrastrutture e ambiente (Crinam). Nel 2004 la Switch ha infatti chiesto di aumentare le sue tariffe del 20%. L’Ufcom non solo ha respinto l’aumento, ma ha anche invitato la fondazione a ridurre le tariffe attuali.

«La normativa vigente ci impone di verificare le tariffe praticate dall’ente di registrazione autorizzato, in questo caso Switch», ricorda Ramsauer. «Dopo questa analisi siamo giunti alla conclusione che anche i prezzi attuali sono eccessivi».

La Switch ha allora inoltrato ricorso alla Crinam. La decisione potrebbe giungere in autunno, ma non è escluso che il caso sia portato fino al Tribunale federale. Intanto le tariffe rimarranno ferme allo stato attuale.

Alla domanda sulle ragioni della richiesta di aumento, Roland Eugster preferisce non rispondere. «La procedura è ancora in corso», si limita a commentare.

In prospettiva, la discussione potrebbe portare anche ad alcune modifiche nel sistema di registrazione dei nomi di dominio. All’Ufcom non si nascondono le simpatie per un modello più aperto alla concorrenza.

In concreto, si tratterebbe di introdurre un prezzo all’ingrosso per i nomi di dominio, in modo da permettere ai provider interessati di rivenderli fissando autonomamente i prezzi per gli utenti. Sempre che questo serva veramente, in un mercato ridotto come quello svizzero, a far scendere le tariffe.

swissinfo, Andrea Tognina

Gli indirizzi internet con codice .ch sono oltre 700’000.
Il prezzo di un indirizzo internet svizzero è di 75 franchi per il primo anno di abbonamento e 35 per gli anni successivi.
I nomi di dominio svizzeri sono gestiti fin dal 1990 dalla fondazione Switch.

Internet è una rete informatica che comprende milioni di ordinatori. Per riconoscersi tra di loro, i computer usano gli indirizzi IP, composti da numeri separati da punti.

I nomi di dominio traducono gli indirizzi IP in parole, più facilmente memorizzabili (p. es. www.swissinfo.org).

Un nome di dominio è composto da almeno due parti: il nome di dominio di primo livello (Top-level-domain o TLD) e il nome di dominio di secondo livello (Second-level-domain o SLD).

I nomi di dominio di primo livello costituiscono l’ultima parte dell’indirizzo internet e possono essere generici (.com, .org, .info, ecc) oppure geografici (.ch, .it, .de, ecc.).

A livello internazionale è l’ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers, una società senza scopo di lucro con sede in California) ad occuparsi delle questioni legate al sistema dei nomi di dominio.

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