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Il professionista dell’invisibile

La magia dei suoni, nell'atelier di Wolfgang Wasser swissinfo.ch

Il musicoterapeuta svizzero Wolfgang Fasser è un personaggio fuori dal comune: cieco dall'età di 22 anni, cura i bambini con handicap in un piccolo paese dell'Appennino toscano, sua patria d'adozione. E d'inverno si trasferisce in Lesotho, nell'Africa australe.

Per raggiungere il villaggio di Wolfgang Fasser bisogna armarsi di pazienza. A 50 km ad est di Firenze, sulla strada per Arezzo si incontra Poppi; da li si prende una piccola strada a zig zag per altri 10 km, in salita, e si arriva infine al casale di Quorle. Una decina di case, due piccole chiese e un atelier di musicoterapia.

È in questo angolo dell’Appennino toscano che Wolfgang Fasser, nato e cresciuto nel canton Glarona, si è installato poco più di vent’anni fa. «Quando sono arrivato a Quorle per la prima volta, nel 1985, ero accompagnato da alcuni studenti di fisioterapia. Ho subito capito che un giorno sarei tornato qui per viverci».

Cinque anni più tardi il suo sogno si è realizzato. All’inizio lavorava come fisioterapista. Poi ha fondato “Il Trillo”, un centro di terapia sonora per bambini con handicap o affetti da disturbi del comportamento.

Ora il comune ha dato il via libera affinché l’associazione utilizzi per altri tre anni l’ex scuola come luogo di terapia. Lo stabile sarà rinnovato in modo da adattare le aule e permettere anche agli allievi della regione di trascorrere giornate diverse, a contatto con la natura e la musica. «È una notizia meravigliosa», commenta Wolfgang Fasser.

Guadiano del silenzio

Negli ultimi anni, il progetto di Wolfgang Fasser ha acquistato particolare visibilità grazie al documentario realizzato dal regista italiano Nicola Bellucci. Proiettato in diversi festival nazionali e internazionali, Nel giardino dei suoni ha vinto il Premio di Soletta nel 2010, aggiudicandosi così una somma di 60’000 franchi.

Orgoglioso di questo successo, Wolfgang Fasser preferisce però restare nell’ombra e nel silenzio della casa della Fraternità cristiana di Romena, di cui è cofondatore e guardiano. La struttura accoglie chiunque abbia voglia di trascorrere alcuni giorni lontano dal caos e dallo stress quotidiano. Con la possibilità di trascorrere alcune ore nel bosco, di notte, accompagnati dallo stesso Fasser per «imparare a scorgere ciò che è invisibile agli occhi».

Lotta ai pregiudizi

Da giovane Wolfgang Fasser voleva fare la guardia forestale. Poi ha cominciato una scuola nell’industria chimica, per poi finire come apprendista pasticciere, ma senza grande successo. Finalmente ha trovato nella fisioterapia la sua strada ed è riuscito a diplomarsi prima di perdere completamente la vista in seguito a una malattia ereditaria, lottando contro lo scetticismo di colleghi e insegnanti.

«A Zurigo ho fatto carriera, come si suol dire: reputazione professionale, un bell’appartamento e un buon salario», racconta Wolfgang Fasser. Ma poi, superata la soglia dei trent’anni, ha iniziato a porsi qualche domanda ideologica e ha deciso di lasciare tutto e partire.

Da Zurigo all’Africa

E così Wolfgang Fasser si è ritrovato in Lesotho, uno stato dell’Africa del Sud, a lavorare come fisioterapista nell’ospedale di Thaba Tseka. Per raggiungere i suoi pazienti doveva camminare per ore, in compagnia del suo cane. In questa terra lontana è rimasto per ben tre anni, imparando la lingua del posto e guadagnando la fiducia e il rispetto della gente.

Ancora oggi, durante i mesi d’inverno, Wolfgang Fasser torna in Lesotho per aiutare i bambini con handicap ricoverati in ospedale. «L’Africa rappresenta molto per me: una vita autentica, elementare e solidale».

La svolta arriva nel 1990, quando Wolfgang Fasser si trasferisce in Toscana. Per guadagnare qualche soldo, viaggia molto in Svizzera e in Germania dove tiene seminari di fisioterapia e di musicoterapia. In Italia ottiene un secondo diploma, dopo che le autorità della Penisola stentavano a riconoscere la formazione seguita nella città sulla Limmat.

Da Zurigo all’Africa

Wolfgang Fasser non si è mai considerato un handicappato, ma piuttosto una persona «diversa». Ha sempre cercato di guadagnarsi da vivere da solo, senza chiedere soldi all’invalidità. Con gli anni ha così saputo trasformare il suo handicap in forza, diventando un “professionista dell’invisibile” e sviluppando altri sensi come l’olfatto e l’udito.

Wolfgang Fasser collabora regolarmente anche con la Fraternità di Romena, il più grande movimento laico cattolico d’Italia. Lui stesso si definisce cattolico, ma non in senso strettamente religioso. Con la sua concezione di spiritualità, cerca innanzitutto di permettere ai partecipanti dei suoi corsi di avvicinarsi alla natura e di conoscere sé stessi. Appassionato sassofonista, suona nel gruppo “Shalom Klezmer”, specializzato in musica ebraica orientale.

Da qualche tempo, ha dei problemi d’udito ed è costretto a portare un apparecchio acustico. Ma come racconta lui stesso nel film Nel giardino dei suoni: «Che problema è in confronto a ciò che vivono i bambini che incontro nel centro di terapia?».

Nato nel 1955 a Glarona, è cresciuto con due sorelle e due fratelli

Già da bambino ha iniziato a perdere la vista, come i suoi tre fratelli e sorelle, a causa di una malattia genetica.

Ha descritto questa esperienza nella sua autobiografia: Invisibile agli occhi.

Un episodio della sua infanzia lo ha particolarmente segnato: «Durante un matrimonio, avevano lanciato per aria dei coriandoli. I miei amici erano corsi a prenderli, mentre io non riuscivo a vederli».

In seguito, si era reso conto che erano scivolati sotto delle foglie. «Questo mi ha insegnato a guardare dietro ciò che è visibile. I coriandolii mi hanno fatto capire che la mia differenza non aveva solo aspetti negativi».

(Traduzione dal tedesco, Stefania Summermatter)

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