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Il salone della crisi e dell’ambiente

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Il 79esimo Salone dell'automobile di Ginevra, che si è aperto giovedì, riflette la crisi economica nella quale è sprofondato il settore, ma anche le nuove preoccupazioni ambientali.

Meno espositori, stand più discreti e disposti in modo diverso rispetto al passato, semplicemente perché quest’anno il Salone dell’Automobile di Ginevra, giunto alla 79esima edizione, ha ricevuto meno richieste dai costruttori.

Il salone ha costruito il suo successo sull’acerrima concorrenza tra i diversi fabbricanti, che fino a un recentissimo passato si lanciavano nella produzione di nuovi modelli a un ritmo sempre più frenetico. Con la crisi e le sovracapacità produttive in Europa e negli Stati Uniti questa epoca sembra ormai superata.

Dall’inizio dell’anno, le vendite hanno registrato un calo vertiginoso: -38% negli Stati Uniti, -41% in Giappone, -30% nell’Unione Europea e –17% in Svizzera.

“Oggi abbiamo bisogno di piccole e medie imprese, non della grande industria”, afferma Franco Sbarro, il noto designer italiano stabilitosi in Svizzera che partecipa per la 36esima volta la salone.

Le cattive notizie per l’industria automobilistica si succedono. Martedì, durante una conferenza stampa organizzata a Ginevra, la direzione della General Motors ha confermato che è necessaria una soluzione urgente per la sua filiale europea, la Opel. La “soluzione”, come spesso accade in questi tempi, passa dall’intervento statale.

Il costruttore, che manca di liquidità, sta negoziando con vari governi europei, principalmente con la Germania, la Gran Bretagna e la Svezia, per un’iniezione di 3,3 miliardi di dollari. Alla domanda se vi sono trattative in corso col settore privato, il responsabile delle operazioni europee Carl-Peter Forster ha risposto che ciò richiederebbe “al minimo sei mesi di tempo e non ci possiamo permettere il lusso di aspettare così tanto”.

Quale contropartita, i governi esigono una ristrutturazione. La Opel avrebbe una capacità produttiva in eccesso del 30% e sopprimerà almeno 3’500 posti di lavoro. Il minore dei mali, se si pensa che un fallimento lascerebbe senza lavoro 50’000 persone e avrebbe conseguenze drammatiche per diverse altre ditte, visto che la ditta genera circa 250’000 impieghi indiretti in diversi paesi europei.

“Il sogno alimenta il sapere”

La Nissan, appartenente al gruppo Renault, taglierà pure numerosi posti (20’000, di cui 12’000 in Giappone) per adattare l’offerta alla domanda. La situazione è tale che “non è possibile effettuare una pianificazione finanziaria sino alla fine dell’anno”, ha affermato Eric Nicolas, responsabile del mercato europeo.

In Francia, il governo ha varato un piano da 3 miliardi di dollari per venire in aiuto a Renault, in crisi di liquididà. L’aiuto ha creato addirittura una crisi diplomatica quando Nicolas Sarkozy ha dichiarato che è necessario rimpatriare le fabbriche in Francia, suscitando le ire della Cechia, dove la Renault ha delle strutture di produzione.

“Personalmente non ho mai vissuto una crisi, poiché ho scelto di lavorare con il sogno”, spiega Franco Sbarro. Il designer italiano ha fondato due scuole, grazie alle quali dal 1992 ha trasmesso le sue conoscenze e le sue visioni a circa 650 allievi.

Nel suo stand, gli alunni presentano i modelli usciti dagli atelier di Grandson e di Pontarlier, in Francia. Secondo Franco Sbarro, la formazione deve passare dalle automobili di alta gamma. In questo modo, gli allievi saranno capaci di costruire veicoli piccoli, adattati alle esigenze moderne, poiché “il sogno alimenta il sapere”.

Far di necessità virtù

Visitando il Salone ci si accorge immediatamente che i fabbricanti, su spinta anche della nuova amministrazione americana, sono vieppiù sensibili agli argomenti ambientali.

I costruttori che non hanno ancora nella loro gamma un modello ibrido o elettrico, presentano dei prototipi. Anche marche famose come Mercedes Benz mettono l’accento sul fatto che le loro auto consumano meno e emettono quantità inferiori di CO2 rispetto al recente passato.

Ancora una volta le marche giapponesi si dimostrano all’avanguardia nei modelli ibridi (elettricità e benzina). La scommessa vinta dalla Toyota, che dal 1997 ha venduto 1,5 milioni di Prius, ha convinto molti altri fabbricanti. Uno dei modelli più in vista è la Honda Insight. La marca giapponese ha scelto proprio Ginevra per presentare ufficialmente la sua nuova ‘creatura’.

La Honda promette che questo modello sarà meno caro della Prius. In Europa dovrebbe essere venduta per una cifra attorno ai 25’000 euro. La marca giapponese prevede di venderne 200’000 all’anno. Come la sua principale concorrente, la Insight è un’auto confortevole e funzionale, con molto spazio nel portabagagli.

Il sistema ibrido non si limita però alle giapponesi. La Citroën presenta il prototipo Cactus, che dovrebbe essere quasi pronto per la produzione industriale.

Elettricità e gas

Oltre ai modelli ibridi, ampio spazio è dedicato anche alle automobili elettriche. La Smart, ad esempio, espone la Brabus, un prototipo con un motore interamente elettrico che dovrebbe poter essere commercializzata a breve termine. La Mitsubishi, dal canto suo, presenta la I Miev, un prototipo decisamente più futurista.

Complice la forte flessione della domanda e del numero di espositori, quest’anno gli organizzatori hanno anche allestito un piccolo padiglione verde, esclusivamente dedicato alle tecnologie per la protezione ambientale. La ditta californiana Tesla Motors, specializzatasi nella trasformazione di auto sportive di serie in veicoli elettrici, presenta due Porsche che forniscono le stesse prestazioni di quelle equipaggiate con un normale motore a scoppio.

Alcuni svizzeri scommettono sul gas naturale. Il numero di questi veicoli oggi in circolazione nel paese è ancora molto ridotto (7’200 per un parco automobili di 3,8 milioni). L’ingegnere Olivier Matile, dell’Associazione svizzera dell’industria del gas, è però ottimista: “Il gas costa il 30% in meno del petrolio, anche tenuto conto del prezzo attuale”.

L’obiettivo è di raggiungere i 30’000 veicoli entro il 2012. “I costruttori europei potrebbero proporre questo sistema come opzione, nello stesso modo in cui offrono la pittura metallizzata o i cerchi in lega”, spiega Matile. Sui principali assi stradali, esistono 150 stazioni di servizio che offrono il gas, “ciò che è ampiamente sufficiente per un piccolo paese”, afferma l’ingegnere.

Fiat 500 cabrio

I nuovi modelli equipaggiati con motore tradizionale si fanno per contro più rari. E spesso si tratta di automobili piccole a consumo ridotto, come ad esempio la Toyota IQ, il cui prototipo era stato presentato tre anni fa e che ora è prodotto in serie.

Il costruttore indiano Tata, che lo scorso anno aveva destato forte impressione con l’automobile meno cara del mondo, presenta la Nano, un modello conforme alle norme più severe del Vecchio continente e che sarà commercializzata a partire dal 2010.

Tra le novità più fotografate vi è però soprattutto la Fiat 500 cabrio, che a più di 50 anni di distanza (il primo modello cabrio data del 1957) continua ad esercitare un irresistibile fascino.

swissinfo, Claudinê Gonçalves
(traduzione dal portoghese di Daniele Mariani)

Il Salone internazionale dell’automobile di Ginevra è aperto dal 5 al 15 marzo.

Sono presenti 250 espositori rappresentanti 850 marche. Le novità presentate per la prima volta a livello mondiale o europeo sono 85.

L’esposizione si svolge al Palexpo, su una superficie di 78’000 metri quadrati.

Il presidente della Confederazione Hans-Rudolf Merz ha partecipato giovedì alla cerimonia d’inaugurazione del salone.

Merz si è detto convinto che il settore “ha le armi necessarie per affrontare la crisi” e si è mostrato scettico su un intervento statale per sostenere i fornitori svizzeri (circa 300 aziende per un fatturato di 16 miliardi di franchi) delle grandi case automobilistiche in crisi.

Da più parti risuonano richieste per un intervento statale – ha dichiarato – ma in Svizzera non si arriverà a questo punto.

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