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Il sipario si è alzato un’ultima volta su Maurice Béjart

Maurice Béjart è salito per l'ultima volta sul palco Keystone

La famiglia, gli amici, diverse personalità del mondo politico ed artistico, nonché i membri della troupe di balletto hanno reso un ultimo omaggio lunedì a Losanna al celebre coreografo franco-svizzero.

La cerimonia si è svolta in un teatro, “la sua sola religione”, come sottolineato da un suo amico.

Circa 400 persone si sono ritrovate lunedì pomeriggio nella sala Métropole per raccogliersi davanti alla salma dell’artista.

Tra i presenti, il presidente del Comitato internazionale olimpico Jacques Rogge, il direttore dell’Ufficio federale della cultura Jean-Frédéric Jauslin, l’ambasciatore di Francia in Svizzera Jean-Didier Roisin o ancora Sandro Versace, fratello del celebre stilista Gianni.

“Gli svizzeri perdono un amico e un ambasciatore nel mondo”, ha sottolineato il sindaco di Losanna Daniel Brélaz all’inizio della cerimonia.

“Il teatro, la sua sola religione”

Nella sala è poi piombata l’oscurità e si è alzata una musica grave ed imponente. Il grande sipario nero si è quindi alzato, mostrando la bara illuminata di Maurice Béjart.

Amico del defunto, lo scrittore belga François Weyergans ha spiegato le ragioni di questa riunione in un simile cornice: “La sua sola religione era il teatro che gli permetteva anche di accedere al sacro”, ha dichiarato.

Progressivamente i riflettori si sono spostati su degli oggetti artistici allineati di fianco alla bara, altrettanti simboli dei destini dell’illustre coreografo.

I presenti hanno potuto scoprire una copia della poltrona sulla quale Molière è morto sul palco, uno sgabello da cucina, un costume da pagliaccio o ancora una statua di un Budda che apparteneva a suo padre.

Balletto ispirato da Marlène Dietrich

Weyergans ha rivelato che negli ultimi giorni di vita, il coreografo aveva in progetto un balletto ispirato da Marlène Dietrich. “La canzone di Marléne Dietrich è l’ultima musica che ha ascoltato”.

Su uno schermo sono quindi state proiettate le immagini del concerto del 1972, durante il quale la diva canta “I Get a Kick out of you”.

Più tardi, i ballerini della troupe Béjart hanno depositato ognuno una rosa davanti al catafalco, dov’erano già state sistemate corone di fiori inviate dalla regina Elisabetta d’Inghilterra, dal governo belga e dall’ex imperatrice iraniana Farah Pahlavi. Il pubblico ha applaudito commosso a due riprese l’ultima uscita di scena del coreografo, che sarà incenerito martedì a Losanna.

Ormai svizzero

Deceduto all’età di 80 anni, il francese aveva ottenuto la nazionalità svizzera agli inizi dell’anno. La notizia, annunciata lunedì dal quotidiano “24 Heures”, è stata confermata dal cancelliere vodese Vincent Grandjean.

La procedura aveva superato tutte le tappe, ma il suo cattivo stato di salute aveva impedito al “maestro” di prestare il tradizionale giuramento davanti al Consiglio di Stato. Il governo cantonale si apprestava d’altronde ad esentarlo da questa formalità quando il coreografo è deceduto.

swissinfo e agenzie

Maurice Béjart ha creato circa 230 coreografie.
Kitch, ludici o strazianti, i suoi spettacoli possono essere interpretati come tante pagine della sua esperienza di vita e della sua personale ricerca dell’assoluto.
Fra i suoi maggiori successi figurano “Symphonie pour un homme seul” (1955), “Le Sacre du Printemps” (1959), “Boléro” (1961), “L’Oiseau de feu” (1970), “Notre Faust” (1975), “Ring um den Ring” (1990) e “Le Presbythère…!” (1997).
L’ultimo spettacolo di Béjart – “Il giro del mondo in 80 minuti”- sarà presentato dal 20 dicembre a Losanna.

Nato il 1. gennaio 1927 a Marsiglia, figlio del filosofo Gaston Berger, Maurice Béjart entra nel mondo della danza giovanissimo.

Impara il mestiere di ballerino nella sua città natale, a Parigi e a Londra e ottiene nel contempo una laurea in filosofia.

Fa il suo esordio a Marsiglia nel 1945, poi fonda la sua prima troupe a Parigi nel 1954. Sei anni dopo, a Bruxelles, questa diventa il “Ballet du XXe siècle”.

Nel 1987 viene ribattezzata “Béjart Ballet Lausanne” quando il coreografo si trasferisce nel capoluogo vodese.

Nella sua lunga carriera, oltre ad aver creato coreografie in tutto il mondo, Béjart ha messo in scena delle opere musicali e teatrali, ha realizzato film e pubblicato libri.

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