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Il successo di UNIA in un clima difficile

Vasco Pedrina, copresidente di UNIA Keystone

Ad un anno dalla sua creazione, il sindacato UNIA si vede come un contrappeso efficace di fronte al padronato e ad governo orientato piuttosto a destra.

Il sindacato ha stilato giovedì un bilancio positivo del suo primo anno di vita. Tra i sui successi, gli aumenti salariali e il miglioramento delle convenzioni collettive di lavoro.

«La fusione di quattro organizzazioni di lavoratori si è dimostrata utile», ha dichiarato Vasco Pedrina, il copresidente di UNIA.

Giovedì a Berna, il più grosso sindacato della storia svizzera ha stilato un bilancio positivo del suo primo anno di attività. Nonostante le posizioni si facciano sempre più rigide – ha indicato Pedrina – siamo riusciti a parare gli attacchi portati dal padronato contro le convenzioni collettive di lavoro.

Un successo che il copresidente di UNIA spiega aver raggiunto grazie alla mobilitazione dei lavoratori e alla pressione politica esercitata in occasione della votazione sulla libera circolazione delle persone.

Per il direttore dell’Unione padronale svizzera, la fusione dei quattro sindacati non ha invece portato a nulla di nuovo: «La creazione di UNIA non ha portato a grossi cambiamenti», ha commentato Peter Hasler.

Più salari e meno dumping

Nata il 16 ottobre 2004 dalla fusione tra il Sindacato edilizia ed industria, la Federazione svizzera dei lavoratori del commercio, dei trasporti e dell’alimentazione, il Sindacato Unia del settore terziario e il Sindacato dell’industria, della costruzione e dei servizi, UNIA rappresenta oggi circa un milione di lavoratori.

Da subito ha voluto assumere un ruolo centrale sulla scena politica e sociale, ponendosi come una sorta di contropotere alle forze neoliberali. Due settimane dopo la sua creazione, ha ad esempio radunato migliaia di lavoratori sulla piazza federale per rivendicare un aumento delle buste paga e per lottare contro il dumping salariale.

Un tema, quest’ultimo, sollevato con veemenza durante la votazione popolare del 25 settembre scorso sull’estensione della libera circolazione delle persone ai nuovi Stati dell’Unione europea (accettata con la maggioranza del 56%). UNIA si è battuta per una rapida applicazione delle misure di accompagnamento, onde evitare un livellamento verso il basso dei salari in Svizzera.

Lavoro domenicale e AVS

Contrariamente a quanto succedeva ai quattro singoli sindacati prima della fusione – costretti a fare i conti con un numero di membri in calo – UNIA è riuscita a stabilizzare il numero di affiliati (200’000). La campagna di reclutamento nel settore dei servizi sta proseguendo e sino alla fine di novembre hanno aderito 1’500 nuovi membri provenienti dal terziario.

UNIA si è inoltre prodigata in quanto forza politica influente e stima di aver svolto un ruolo maggiore nel lancio del referendum contro la revisione della legge sul lavoro. Nonostante una risicata maggioranza abbia accettato l’apertura domenicale dei negozi in aeroporti e stazioni, il 27 novembre di quest’anno – hanno ricordato i responsabili di UNIA – la mozione sull’estensione del lavoro domenicale è poi stata respinta dal Consiglio federale.

Altro grande tema politico, l’Assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS o primo pilastro). L’iniziativa per un pensionamento flessibile a 62 anni lanciata in giugno da UNIA e dall’Unione sindacale svizzera ha raccolto oltre 100’000 firme in sei mesi.

Il colosso sindacale elvetico si è pure rallegrato per gli aumenti salariali (dell’ordine dell’1-3%) ottenuti nella maggior parte dei settori professionali e per i miglioramenti delle convenzioni collettive di lavoro.

Si potrebbe però ottenere di più. Fabienne Blanc-Kühn, membro del comitato direttivo, ha infatti rammentato che se si ridistribuisse anche solo il 10% dei benefici record registrati dalle imprese elvetiche, «ogni cittadino avrebbe guadagnato 1’500 franchi in più».

L’anno delle donne

Nel 2006 il sindacato punterà in particolare sulla parità salariale tra donne e uomini, «affinché il divieto di discriminazione non rimanga sulla carta».

«Le donne attive guadagnano in media il 21% in meno dei loro colleghi maschi», ha osservato Blanc-Kühn.

Verrà inoltre affrontato il tema del divario crescente tra gli stipendi versati ai dirigenti e quelli corrisposti al resto del personale.

swissinfo e agenzie

UNIA è il frutto della fusione tra il Sindacato edilizia ed industria (SEI), la Federazione svizzera dei lavoratori del commercio, dei trasporti e dell’alimentazione (FCTA), il Sindacato dell’industria, della costruzione e dei servizi (FLMO) e il Sindacato dei servizi Unia.

Con i suoi 200’000 membri e 1’000 collaboratori, UNIA è il più grande sindacato della Svizzera.

UNIA gestisce circa 500 convenzioni collettive di lavoro in oltre 80 settori e rappresenta quasi un milione di lavoratori.

Il sindacato gestisce inoltre la più grande cassa di disoccupazione del paese.

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