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Il valzer dei dicasteri

Le dimissioni di Ruth Dreifuss potrebbero risvegliare le voglie dei partiti borghesi di riappropriarsi del ministero degli interni.

Ai socialisti potrebbero toccare gli esteri o la giustizia e polizia.

Dimissionando da sola, Ruth Dreifuss riduce le probabilità di un grande valzer di dicasteri, ma il dipartimento dell’interno (DFI) rimane oggetto del desiderio per i partiti borghesi.

Dalla partenza di Hans-Peter Tschudi, nel 1973, la Dreifuss è stata la sola socialista ad aver guidato gli affari sociali.

Democristiani e radicali si mangiano le dita per aver accettato di affidare alla sinistra questo dicastero chiave e potrebbero approfittare dell’arrivo di un altro socialista per procedere ad una ridistribuzione degli incarichi.

La tradizione vuole che i ministri facciano le loro scelte seguendo l’ordine di anzianità nell’esecutivo. Dovendo Villiger rimanere alle finanze, toccherà a Moritz Leuenberger esprimersi per primo.

Il socialista di Zurigo non sembra però intenzionato a lasciare il Dipartimento dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DFTCE).

Mire radicali

Poi spetterà a Pascal Couchepin, attuale ministro dell’economia, pronunciarsi. Quest’ultimo non ha nascosto la volontà di cambiare dipartimento. Ma la destra potrebbe storcere il naso nel vedere un socialista installarsi all’economia.

Con il DATEC di Moritz Leuenberger, i socialisti finirebbero con l’avere in mano un altro importante dipartimento per lo sviluppo economico del Paese.

I borghesi potrebbero quindi cedere nuovamente al PS il ministero degli esteri, bastione socialista dal 1966 al 1993.

L’attuale capo della diplomazia, il democratico cristiano Joseph Deiss, potrebbe riprendere o il dipartimento degli interni (con uno scambio diretto col PS) o l’economia, lasciando gli interni a Couchepin.

Un rimescolamento di più vasta portata potrebbe chiamare in causa anche RuthMetzler, che potrebbe finire agli esteri per lasciare giustizia e polizia ai socialisti.

Ma per il momento tutto questo è come un ballo senza musica: bisognerà infatti sapere chi succederà a Ruth Dreifuss e quali le concessioni che i socialisti sono disposti a fare.

swissinfo e agenzie

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