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Il WWF svizzero per la moratoria sugli OGM

In Svizzera si torna a parlare di provvedimenti sugli organismi transgenici Keystone

I rischi dell'ingegneria genetica sono talmente grandi che le disposizioni sulla responsabilità civile non bastano.

L’anno scorso, nell’esaminare le disposizioni relative alla responsabilità civile nella legge sull’ingegneria genetica, il Consiglio degli Stati ha rinunciato all’idea di un divieto temporaneo assoluto (moratoria) d’introdurre in Svizzera organismi geneticamente modificati (OGM), preferendo introdurre il concetto di responsabilità civile in ragione del rischio (e non soltanto del danno) provocato.

Ciò significa, in pratica, che non potendosi valutare in anticipo e con certezza il rischio presente negli organismi OGM, chi li utilizza deve portarne la responsabilità, assumendosi, nel caso, le conseguenze economiche (premi d’assicurazione o riserve adeguate) dei danni che potrebbero essere arrecati per un periodo di almeno 30 anni.

Moratoria più efficace della responsabilità civile

Questo concetto di responsabilità civile viene però considerato insufficiente dal WWF svizzero, che riapre la questione adesso che la legge sta per ritornare all’esame del Consiglio nazionale. “Per attenuare certe lacune del concetto di responsabilità civile” – ha detto nel corso di una conferenza stampa l’avvocato zurighese del WWF, Peter Ettler – “bisognerebbe introdurre il riconoscimento del danno all’ambiente, l’inversione dell’onere della prova e il principio della responsabilità proporzionale”.

In effetti – ha spiegato ancora l’avvocato Ettler – “finché l’onere della prova e le spese processuali incombono alla parte lesa, le denunce collettive non vengono ammesse, la compensazione del danno viene riconosciuta soltanto se la responsabilità è stata attribuita con assoluta certezza, ed il danno è tale solo se vengono toccati gli interessi pecuniari della persona fisica, sarà praticamente impossibile vincere un processo contro i giganti del settore agroalimentare”.

Troppe lacune

Come ha sottolineato Karin Nowak, dell’Istituto di ricerche sull’agricoltura biologica di Frick – non esiste attualmente alcun consenso sulle misure da prendere per proteggere la coltivazione senza OGM. “Urgono misure di protezione. La legge sull’ingegneria genetica è muta al riguardo”, ha detto la signora Nowak.

Se per esempio si riscontra la presenza di un nuovo gene in una pianta selvatica, per esempio a causa della disseminazione di colza transgenica che ritorna allo stato selvatico, non è possibile stabilire se si tratti di un danno. E anche se si stabilisse che l’ambiente ne ha subito un danno, non è chiaro chi possa denunciare tale danno. Una sola cosa è certa: le organizzazioni di difesa della natura non possono intentare causa.

“Questi esempi” – ha detto Bernadette Oehen, del WWF svizzero – “dimostrano chiaramente che le disposizioni severe in materia di responsabilità civile previste nella legge sull’ingegneria genetica sono inapplicabili nella pratica. La migliore protezione per i consumatori, i produttori e l’ambiente rimane dunque soltanto la moratoria”. È quanto ora il WWF chiede al Consiglio nazionale di considerare, poiché è il solo mezzo per porre fine – ha detto Ettler – alla “irresponsabilità organizzata” che la nuova legge consentirebbe.

Silvano De Pietro

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