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Ilisu: la Svizzera sospende le garanzie

Insieme ad Austria e Germania, la Svizzera ha annunciato martedì che sospende le garanzie ai rischi dell'esportazione per il progetto di diga a Ilisu, nella Turchia sudorientale. I tre paesi danno 180 giorni ad Ankara per adeguarsi agli standard della Banca mondiale.

Berna, Berlino e Vienna avevano annunciato il ritiro delle loro garanzie statali qualora la costruzione non dovesse tutelare a dovere gli interessi della popolazione, dell’ambiente e dei beni culturali.

Quattro gruppi svizzeri sono impegnati nella realizzazione della diga: Alstom, Stucky, Colenco e Maggia. Per loro il fatturato complessivo ammonterebbe a 225 milioni di franchi. Il budget complessivo dell’opera supera il miliardo di euro.

La diga di Ilisu dovrebbe produrre 1200 megawatt, pari al 3% dei bisogni energetici del Paese. Ma il progetto, del costo preventivato in 1,5 miliardi di franchi, è criticato per i suoi risvolti sociali, culturali e ambientali. Oltre 50’000 persone dovrebbero venir sfrattati per far posto all’inondazione di decine di località.

Ankara assicura che tutto è stato predisposto per sistemare la popolazione e indennizzarla per la perdita delle terre, secondo le linee direttive emanate dalla Banca mondiale. La superficie allagata è di 300 chilometri quadrati. Nell’area si trova anche il famoso sito archeologico dell’antica Mesopotamia, Hasankeyf, che risale al tempo degli Assiri.

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