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Inasprita la lotta al riciclaggio

La Commissione federale delle banche ha emanato una nuova ordinanza. Impone una maggiore responsabilità degli istituti bancari.

La nuova normativa entra in vigore il 1° luglio.

La Commissione federale delle banche (CFB) vuole rafforzare la lotta ai fondi neri depositati nelle banche svizzere. Per questo dal prossimo primo luglio le misure di lotta contro il riciclaggio di denaro saranno rafforzate.

Terrorismo, traffici illegali, ma anche depositi legati a esponenti della politica di tutto il mondo saranno sotto osservazione. Lo strumento è offerto da una nuova ordinanza che comprende anche le questioni legate al terrorismo.

Svolta culturale

Con la nuova normativa, la CFB si dice «convinta di dare un contributo supplementare notevole alla lotta contro il riciclaggio di denaro e considera la sua messa in opera effettiva come una priorità.

Essa corrisponde ai più alti standard internazionali in vigore in materia di lotta contro il riciclaggio e tiene conto dello stato attuale dei lavori del Gruppo di azione finanziaria sul riciclaggio di capitali (GAFI), l’organismo internazionale più importante nella lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo.

Per il criminalista basilese Mark Pieth si tratta di un passo avanti che impone un cambiamento fondamentale nella cultura bancaria elvetica: “Da un comportamento amministrativo, indirizzato prettamente ad un controllo formale dei depositi, si passa ora ad un rapporto di responsabilità delle banche verso i capitali depositati”. Gli istituti dovranno rispondere della loro azione e saranno tenuti a valutare il rischio portato dai clienti.

I contenuti della normativa

Essenzialmente l’ordinanza stabilisce i doveri di diligenza applicabili alle relazioni d’affari che comportano «rischi superiori». In tali casi da luglio occorre effettuare accertamenti supplementari, ad esempio circa la provenienza dei fondi.

Gli strumenti finora utilizzati soltanto nella lotta contro il riciclaggio sono estesi anche a quella contro il finanziamento del terrorismo. In caso di transazioni sospette si dovrà informare senza indugio l’Ufficio di comunicazione in materia di riciclaggio di denaro.

Un rischio dunque per le banche che potrebbero perdere dei clienti? James Nason, dell’Associazione svizzera dei banchieri, ritiene di no. “Ci sono stati negli ultimi anni dei casi sfortunati con dei capi di Stato stranieri, come Abacha o Marcos – ricorda Nason – si trattava di dittatori che avevano stornato dei fondi pubblici su conti esteri, non solo svizzeri”.

L’effetto dell’assenza di controllo si è dimostrato in definitiva controproducente. Con il nuovo sistema di controllo interno sarà possibile evitare il ripetersi di simili situazioni che rimangono in una zona grigia della legalità.

Banche annunciano adeguamenti

Immediatamente dopo la Commissione federale, anche l’Associazione svizzera dei banchieri ha annunciato l’adeguamento alle nuove normative. La nuova responsabilità impone infatti un cambiamento di cultura aziendale e tutti i dipendenti delle banche dovranno tenerne conto.

Con una Convenzione di diligenza sono state definite le regole che definiranno il codice comportamentale. Alle banche che violano la Convenzione può essere inflitta una multa fino a 10 milioni di franchi. Dedotte le spese, l’ammontare delle ammende sarà versato al Comitato internazionale della Croce rossa.

La prima versione delle disposizioni di autoregolamentazione del settore bancario risaliva al 1977. Ma i recenti sviluppi hanno radicalmente modificato il quadro politico.

Dalla novità ci si aspetta un rafforzamento della piazza finanziaria elvetica, anche in funzione degli accordi bilaterali con l’Unione europea. In definitiva se l’autocontrollo funzionerà, la pressione sul segreto bancario potrebbe scendere.

swissinfo

Per proteggere il segreto bancario, la Svizzera adotta un severo sistema di autocontrollo degli istituti.

Con delle nuove direttive federali e interne alle banche, le misure entrano in funzione a luglio.

Pesanti sanzioni dovrebbero sostenere l’applicazione interna e la denuncia di fondi sospetti.

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