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Influenza aviaria: giuste rassicurazioni

Si effettuano analisi sugli uccelli migratori per assicurarsi che non siano malati Keystone

Gli esperti della salute salutano l'iniziativa del governo di rassicurare la popolazione sui rischi di contrarre l'influenza aviaria.

Secondo loro, gli sforzi fatti per limitare l’isteria sorta attorno al rischio di pandemia e le informazioni del governo sulla reale situazione permettono di diminuire le paure collettive.

«Di principio, ritengo positivo tranquillizzare la popolazione», ha detto a swissinfo Karin Mölling, direttrice dell’istituto di virologia medica dell’università di Zurigo.

«Il numero di persone che hanno contratto l’influenza aviaria è molto esiguo. Inoltre, attualmente la possibilità di trasmissione dall’animale all’uomo è piuttosto rara. Il governo sta quindi agendo giustamente in questo frangente».

Durante una conferenza stampa mercoledì, il ministro degli interni Pascal Couchepin ha preso fermamente posizione sull’isteria che ha spinto molte persone a correre in farmacia per procurarsi il farmaco antivirale Tamiflu, che sembrerebbe potere lenire gli effetti dell’influenza. Il consigliere federale ha ricordato che fino ad ora nessuna persona è stata contagiata in Europa.

Couchepin, responsabile del dipartimento della sanità pubblica, ha fatto entrare nelle case il messaggio che la situazione è sotto controllo. Il governo è pronto a reagire all’eventuale scoppio dell’influenza.

Anche Luc Perrin, direttore del laboratorio di virologia clinica dell’ospedale universitario di Ginevra, è d’accordo: «Se si guarda quel che il governo sta facendo da alcuni anni a questa parte per prevenire la pandemia, possiamo dire di non essere mai stati così ben preparati prima», sostiene.

Contraddizioni

Il ministro elvetico ha anche detto di ritenere «improbabile» una mutazione del virus H5N1 in una forma trasmissibile all’uomo.

Il suo commento è un po’ in contraddizione con quanto affermato lo stesso giorno dall’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), secondo cui il nocciolo del problema non consiste nel sapere se la pandemia scoppierà o meno, quanto piuttosto nello scoprire quando si potrebbe verificare e in quale misura.

Perrin tuttavia, getta acqua sul fuoco. Secondo lui, questa «leggera contraddizione», è probabilmente dovuta a un’espressione infelice di Couchepin e non a una reale spaccatura in seno al governo.

«Quel che il ministro della salute voleva dire, è che attualmente non vi è alcuna certezza sul fatto che il virus si espanderà e che, se anche dovesse trasmettersi dal pollame all’uomo, questo accadrà inizialmente in Asia e non in Svizzera», sottolinea Perrin.

L’esperto ginevrino ricorda inoltre che se anche il rischio dovesse divenire realtà, affinché ciò avvenga ci vorrà del tempo: «Avremo uno o due mesi per prepararci, perché l’epidemia dovrebbe passare da Stato a Stato».

Secondo Perrin, la stampa ha contribuito ad alimentare le paure della popolazione, ingigantendo il problema. Se da un lato egli ritiene giusto che gli europei si preoccupino e adottino misure preventive per evitare lo scoppio di una pandemia, dall’altro considera un errore comportarsi come se il rischio fosse ineluttabile. «Le reazioni dei media sono spropositate. Capisco che il tema sia “sexy” per la stampa, ma ci sono molti altri problemi nell’ambito della salute negli altri Paesi di cui sarebbe più appropriato parlare», afferma.

Allarme pandemia

Al contempo, Perrin difende l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), dalle critiche recentemente subite – anche dall’Ufficio federale di veterinaria – per avere emesso troppe avvertenze sul rischio di una pandemia.

L’OMS ha ammesso che non è semplice informare senza seminare il panico nella popolazione.

Perrin, tuttavia, insiste sul fatto che l’organizzazione ha agito in modo corretto, siccome aveva il sostegno della maggioranza degli esperti della salute: «Non dobbiamo dimenticare che l’OMS basa le proprie decisioni sulle opinioni espresse da esperti del mondo intero. Personalmente ritengo che stia facendo un buon lavoro».

Karin Mölling ricorda che numerose postazioni di controllo – fra cui quelle dell’OMS – registrano in tutto il mondo ogni caso di influenza aviaria: «L’Organizzazione mondiale della sanità ha reagito in modo fantastico. Nessun tacchino al mondo potrebbe morire senza che se ne registri il decesso».

swissinfo, Adam Beaumont, Ginevra
traduzione, Anna Passera

Un uomo tailandese di 48 anni è la 67a persona al mondo ad essere morta per avere contratto il virus H5N1. Il virus si sta muovendo in modo costante dall’Asia all’Europa da quando è riapparso in Corea del Sud nel 2003.

Si teme che questa forma mortale di influenza possa subire un mutamento e trasmettersi facilmente dall’animale all’uomo. Se ciò dovesse avverarsi, milioni di persone potrebbero morirne.

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