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Influenza aviaria: successo del vaccino negli zoo

Uno degli uccelli vaccinati allo zoo di Zurigo Keystone

Bilancio positivo della vaccinazione contro l'influenza aviaria effettuata su 365 uccelli in quattro zoo svizzeri alla fine del 2005.

I giardini zoologici di Basilea, Berna, Goldau e Zurigo avevano richiesto un’autorizzazione speciale, dopo l’apparizione in Svizzera del virus H5N1 lo scorso autunno.

Si è dimostrata efficace la vaccinazione contro l’influenza aviaria effettuata a dicembre 2005 nei giardini zoologici di Basilea, Berna, Goldau e Zurigo, strutture che si avvalgono di una direzione scientifica.

La maggior parte dei 365 volatili ha mostrato una buona tolleranza alla vaccinazione e sembra essere almeno parzialmente protetta dal contagio.

La vaccinazione è stata autorizzata nel quadro di un progetto di ricerca dell’Ufficio federale di veterinaria (UFV) e lo studio verrà proseguito quest’inverno.

“Non si è trattato di un test per la vaccinazione dei polli, ma di un progetto scientifico sugli uccelli esotici”, ha spiegato a swissinfo Marcel Falk, dell’UFV.

“La Svizzera è libera dall’influenza aviaria e vogliamo che lo resti. Ecco perché non vacciniamo il pollame. Un animale potrebbe essere infetto, ma essere venduto lo stesso, siccome non mostra i sintomi della malattia e l’allevatore non sa che è malato”.

Volatili preziosi

Nell’autunno del 2005, in seguito al sopraggiungere del virus dell’influenza aviaria (H5N1) nell’area del Mar Nero, i giardini zoologici di Basilea, Berna, Goldau e Zurigo hanno richiesto all’UFV l’autorizzazione a vaccinare i volatili presenti presso le loro strutture.

Si tratta di una pratica di norma proibita in Svizzera, per una valida ragione: in caso di contagio, infatti, il pollame vaccinato non si ammala, ma può eventualmente trasmettere l’agente patogeno ad altri soggetti. Dal momento che un simile contagio passerebbe inosservato a chi detiene i volatili, in circostanze normali la vaccinazione è rischiosa.

La situazione dei quattro zoo è tuttavia particolare: al loro interno sono ospitati numerosi volatili estremamente preziosi e in alcuni casi minacciati di estinzione. Senza tralasciare il fatto che solitamente gli uccelli presenti nei giardini zoologici non vengono a contatto con il pollame domestico. Poiché i vaccini disponibili non sono testati nelle specie di uccelli esotici, gli zoo hanno richiesto la vaccinazione nell’ambito di uno studio di ricerca, al fine di valutarne l’efficacia in questi particolari uccelli.

Ben tollerato

I volatili sono stati sottoposti a due vaccinazioni successive a distanza di 5 settimane. Sulla base dei campioni di sangue prelevati dopo un periodo di 10 e 26 settimane si è verificata l’azione protettiva del vaccino: oltre l’80% dei volatili, appartenenti a 11 diversi ordini, ha sviluppato una quantità di anticorpi che nel caso del pollame è sufficiente per proteggersi dal virus.

Non è comunque possibile affermare con certezza se gli animali sottoposti al vaccino sarebbero realmente protetti nel caso di comparsa della malattia.

Nei soggetti vaccinati si è evidenziata una rapida diminuzione del numero di anticorpi e una loro quasi totale scomparsa in alcune specie. Ciò dimostra la necessità di ripetere la vaccinazione con cadenza annuale.

Il vaccino è stato ben tollerato. Non si sono riscontrate in nessun volatile reazioni negative degne di nota. In occasione delle oltre 1000 vaccinazioni e prelievi di sangue si sono registrati solo tre incidenti (due soggetti morti e uno volato via).

La Svizzera non è la sola ad aver vaccinato gli uccelli dello zoo: il trattamento è stato adottato anche da diverse centinaia di giardini zoologici europei.

swissinfo e agenzie

2003-2004: il virus H5N1 riemerge in alcuni paesi asiatici, propagandosi rapidamente tra gli uccelli selvatici e il pollame. In Estremo oriente vengono segnalati anche i primi casi di trasmissione all’uomo.

2005: dopo aver raggiunto la Siberia e l’Asia centrale, l’epidemia comincia a diffondersi tra i volatili anche nell’Europa orientale e in Turchia.

Febbraio 2006: l’influenza aviaria approda all’inizio dell’anno in Africa e in Europa occidentale.

Marzo 2006: in Svizzera il virus viene rilevato su una trentina di uccelli acquatici tra il 23 febbraio e il 31 marzo.

Dicembre 2006: l’influenza aviaria è costata la vita negli ultimi tre anni ad oltre 150 persone in Asia e in Egitto. In Europa non è stato segnalato nessun caso di trasmissione all’uomo.

L’influenza è dovuta ad un’invasione di virus nel corpo umano, che si moltiplicano rapidamente nei tessuti e negli organi.

L’influenza stagionale colpisce ogni anno diverse centinaia di milioni di persone in tutto il mondo, lasciando dietro di sé decine di migliaia di morti.

Una pandemia dei ceppi virali altamente patogeni (come potrebbe essere l’H5N1) si verifica in media da 3 a 4 volte in un secolo.

Nel 1918 l’influenza spagnola aveva provocato la morte di 30 – 40 milioni di persone. La pandemia del 1957 aveva fatto da 1 a 2 milioni di vittime, quella del 1968 da 800’000 a 1 milione.

Finora l’H5N1 si è trasmesso all’uomo quasi esclusivamente tramite il contatto diretto con pollame infetto. Il virus potrebbe scatenare una pandemia solo in caso di mutazione e di trasmissione da uomo a uomo.

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