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Interrogativi sulle statistiche della criminalità

La criminalità degli stranieri solleva da diversi anni grandi dibattiti in Svizzera Keystone Archive

Le statistiche della criminalità nel 2003 e, in particolare, dei reati compiuti dagli stranieri hanno sollevato alcune critiche in Svizzera.

L’Ufficio federale di polizia ha ammesso che i dati pubblicati recentemente non forniscono un quadro esauriente.

Il 55,3% dei reati commessi in Svizzera nel 2003 sarebbero da imputare a cittadini stranieri. Il dato emerge dalla statistica annuale della criminalità, pubblicata la settimana scorsa dall’Ufficio federale di polizia (Fedpol).

Questa percentuale supera il valore massimo raggiunto nel 1998 (54,8%). Rispetto al 2002, si è registrato perfino un aumento pari al 4,5%.

L’Ufficio ha tuttavia ammesso che questi dati non tracciano un quadro esatto del rapporto tra criminalità e popolazione straniera.

“Le statistiche non forniscono informazioni sulla provenienza degli stranieri e sulle ragioni che li spingono a compiere questi atti”, sottolinea Guido Balmer, portavoce del Fedpol. “Sappiamo soltanto se i reati sono stati commessi da cittadini svizzeri o no”.

Secondo Balmer, allo scopo di migliorare le informazioni, il sistema di raccolta dei dati viene attualmente sottoposto ad una revisione presso l’Ufficio federale di statistica.

Critiche alle lacune statistiche

I dati presentati dal Fedpol sono stati criticati nei giorni scorsi dalla Commissione federale degli stranieri (Cfs).

A suo avviso, la statistica dà adito ad errori di interpretazione, poiché in realtà censisce le persone denunciate per aver violato la legge e non quelle effettivamente riconosciute colpevoli.

Non tutti gli stranieri sospettati di aver commesso un reato sono criminali, ricorda la Cfs, stigmatizzando il fatto che, almeno in parte, gli stranieri vengono messi ingiustamente in cattiva luce.

Alcuni esperti di criminalità criticano invece il fatto che le statistiche non fanno distinzioni tra gli stranieri residenti in Svizzera e coloro che vi entrano invece con intenzioni puramente criminali.

Molteplici fattori

Per il professor Martin Killias, docente di criminologia presso l’Università di Losanna, in pochi paesi europei si registrano percentuali così alte di reati compiuti da cittadini stranieri.

A suo avviso, l’alta quota della popolazione straniera residente in Svizzera (oltre il 20%) rappresenta sicuramente una ragione che spiega questi dati.

“In tutti i paesi in cui vi sono importanti comunità straniere si registrano anche alte percentuali di reati commessi da queste minoranze”, dichiara Killias a swissinfo. “È il caso ad esempio negli Stati uniti, in Canada o in Australia”.

Secondo il criminologo, la prosperità della Svizzera costituisce sicuramente un altro fattore che stimola il “turismo criminale”.

“Ad esempio, il mercato della droga è indubbiamente più interessante in Svizzera dal punto di vista finanziario, rispetto ad altri paesi europei con un tenore di vita inferiore”, afferma Killias.

Il tasso di criminalità degli stranieri è pure generalmente alto, quando sussistono importanti differenze sociali ed economiche tra le comunità straniere e il resto della popolazione.

Nessuna volontà discriminatoria

Sempre a detta del professore, le statistiche fornite dal Fedpol non possono essere considerate discriminatorie o addirittura razziste.

“I dati raccolti negli ultimi 20 anni dimostrano che la percentuale delle persone sospettate di aver commesso un reato corrispondono a quelle delle persone effettivamente incriminate.

“Abbiamo anche cercato di verificare, se le vittime designano più facilmente uno straniero, come responsabile del reato subito. Non è emersa una simile tendenza”.

Da parte sua, il Fedpol ritiene che non si può comunque parlare di un aumento significativo dei reati perpetrati da cittadini stranieri.

“È ormai dal 1996 che la quota di reati commessi dagli stranieri supera il 50% del totale registrato nel corso dell’anno”, rileva infatti il portavoce Guido Balmer.

swissinfo, Isobel Leybold
(traduzione Armando Mombelli)

Il 55,3% dei reati commessi in Svizzera nel 2003 sarebbero da attribuire a cittadini stranieri.
Questa percentuale è salita del 4,5% rispetto al 2002.
Dal 1996, la quota dei reati perpetrati dagli stranieri è superiore al 50%.

Nel 2003, il numero dei reati è aumentato dell’8% in Svizzera rispetto all’anno precedente.

Le denunce per traffico di stupefacenti sono cresciute del 5,9%.

I casi di stupro denunciati sono saliti del 13%.

Le denunce per lesioni personali e per rapina hanno registrato una
progressione del 10%.

In calo invece del 12% il numero degli omicidi e del 9% le denunce per reati di truffa.

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