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Iva: il governo propone un’aliquota unica

Il ministro delle Hans-Rudolf Merz ha difeso il progetto di riforma, affermando che la crescita economica sarà stimolata Keystone

Il Consiglio federale ha presentato giovedì il suo progetto di riforma dell'imposta sul valore aggiunto (IVA). L'esecutivo ha suddiviso il dossier in due parti indipendenti, per non compromettere le misure che hanno già raccolto consensi.

Spetterà ora al parlamento il compito di decidere la sorte dell’introduzione di un’aliquota unica del 6,1%, destinata a essere riscossa anche nei settori della salute e sociale.

Il primo dei due messaggi non solleva praticamente problemi. Si tratta di una serie di oltre 50 modifiche legislative, che mirano a semplificare il prelievo dell’imposta. Grazie a questa prima parte, gli oneri amministrativi delle imprese dovrebbero diminuire di circa il 10%.

Meno esenzioni

La seconda parte della riforma riprende queste misure e si spinge oltre, aggiungendo l’introduzione di un’aliquota unica del 6,1% in sostituzione dei tre tassi attuali (7,6%, 3,6% per il settore alberghiero e 2,4% per i beni di prima necessità) e l’abolizione del maggior numero possibile di eccezioni.

Infatti, dei 25 settori attualmente esonerati dall’imposta, ne dovrebbero rimanere soltanto 5 (servizi finanziari e assicurazioni, scommesse e lotterie, prestazioni in seno alla stessa collettività pubblica, agricoltura, vendita e affitto di un immobile). Se il progetto sarà avallato, il settore sociale, la salute, la formazione, la ricerca e la cultura saranno a loro volta assoggettati.

In caso di esclusione del settore della salute, l’aliquota IVA unica dovrebbe essere aumentata al 6,4%, sottolinea il governo che – per sostenere la sua proposta – ricorda anche i numerosi problemi di delimitazione, per esempio tra la cura medica esclusa dall’imposta e l’aiuto domestico domiciliare imposto.

Fattura salata

Secondo le previsioni, in caso di approvazione, i premi d’assicurazione malattia aumenterebbero del 2,5%. Saranno assoggettate all’IVA fino a 30’000 imprese supplementari, 24’000 delle quali soltanto per il settore sanitario.

I prodotti alimentari e le bevande senz’alcool costeranno di più, così come le prestazioni culturali, sportive, alberghiere e della formazione. In media, ogni economia domestica sborserebbe 6 franchi in più al mese.

Correttivo sociale

Per ovviare a questo aspetto, il governo ha previsto un correttivo sociale: ridistribuire 0,1 punti percentuali dell’aliquota in favore dei redditi più modesti (40% delle economie domestiche).

I cantoni saranno incaricati di rimborsare direttamente ai meno abbienti i 380 milioni che dovrebbero essere raccolti. Secondo il governo, questo rimborso ammonterà in media a 170 franchi per persona e per anno.

Inoltre, le istituzioni d’interesse pubblico e le associazioni dirette a titolo volontario saranno assoggettate all’IVA soltanto se realizzano un giro d’affari annuo superiore ai 300’000 franchi.

Crescita economica

Il ministro delle finanze Hans-Rudolf Merz, presentando il disegno, ha spiegato che il governo punta sugli effetti positivi a lungo termine della riforma sulla crescita economica. L’esecutivo ritiene infatti che il prodotto interno lordo dovrebbe crescere dallo 0,3% allo 0,8%.

Ogni economia domestica registrerebbe pertanto un aumento di reddito pari a 100-700 franchi annui; parallelamente, le perdite amministrative subite dall’economia dovrebbero calare di oltre il 20% o, addirittura, del 30%.

A più breve termine, il governo ricorda che certi prodotti tassati attualmente al 7,6% (apparecchi elettrici, indumenti, automobili) saranno meno cari.

Secondo l’esecutivo, infine, il nuovo concetto di IVA – orientato alle imprese, semplificandone l’allestimento del loro rendiconto – rafforza la piazza economica elvetica e contribuisce all’incremento dello sviluppo in Svizzera.

swissinfo e agenzie

Ideata dalla Francia nel 1954, l’IVA esiste attualmente in tutti i paesi dell’Unione europea e in numerose altre nazioni. In Europa, la maggior parte degli Stati pratica un sistema a tasso variabile.

In Francia coesistono ad esempio un tasso normale (19,6%) e uno ridotto (5,5%), applicato ai prodotti alimentari, ai libri e ai trasporti pubblici. Un’ulteriore aliquota (2,1%) concerne soltanto la stampa e i medicamenti.

Numerosi paesi europei non riscuotono alcuna aliquota su certi beni come i giornali (Belgio), i vestiti per bambini (Irlanda, Regno unito) o i medicamenti (Regno Unito, Svezia).

Gli Stati Uniti applicano invece un sistema di tasse alla vendita, differenti da uno Stato all’altro; inoltre, esse concernono soltanto i consumatori finali.

L’associazione mantello dell’economia elvetica, economiesuisse, ha accolto con favore la proposta di riforma dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) illustrata dal governo.

Secondo economiesuisse, essa favorisce le imprese e pone le basi per un’IVA rimodellata e nettamente migliorata rispetto a quella attuale, giudicata frenante per l’economia.

La comunità d’interessi svizzera del commercio al dettaglio ha dal canto suo attaccato l’aliquota unica, affermando che l’esecutivo «ha dato prova di scarsa sensibilità politica».

Anche Swiss Olympic ha espresso critiche alla misura, ritenendola una minaccia per l’esistenza di migliaia di associazioni sportive.

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