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Kaspar Villiger chiamato a ridare credibilità all’UBS

Keystone

Il consiglio di amministrazione di UBS ha invitato l'ex ministro ad assumere la presidenza della banca. Ritenuto integro e corretto, Kaspar Villiger dovrebbe ristabilire la fiducia nei confronti dell'istituto bancario, messo in crisi dagli errori dei suoi ex dirigenti.

Da settimane, se non da mesi, il consiglio di amministrazione dell’UBS era alla ricerca di una forte personalità con grande esperienza nel settore bancario per rilanciare le quotazioni del proprio istituto, precipitate in seguito alla crisi dei mutui americani, al crollo dei mercati finanziari e alle implicazioni in una lunga serie di casi di frode fiscale negli Stati uniti.

Per riprendere in mano il timone della banca, che ha chiuso il 2008 con una perdita storica di oltre 20 miliardi di franchi, erano circolati negli ultimi giorni i nomi di Joseph Ackermann, amministratore delegato della Deutsche Bank, Philipp Hildebrand, vicepresidente della Banca nazionale svizzera, e Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat e membro del cda di UBS.

Tutti e tre forti personalità con grandi conoscenze del ramo bancario, ma non disponibili. La scelta è quindi caduta su Kaspar Villiger, che non ha di certo alle spalle una carriera bancaria, ma le cui doti potrebbero offrire un contributo altrettanto importante: ridare credibilità e ristabilire la fiducia di clienti, investitori e poteri pubblici nei confronti dell’UBS.

Tempi straordinari per la Svizzera

L’ex consigliere federale, che ha lasciato il governo nel 2003, porta infatti con sé un immagine di uomo integro e responsabile. Ed è proprio questo spiccato spirito di responsabilità che sembra averlo spinto ad accettare l’offerta dell’UBS e a lasciare gli attuali incarichi, molto più tranquilli, di membro dei cda di Nestlé e di Swiss Re.

“Sono tempi straordinari per l’UBS e la Svizzera. Per questo motivo e per un senso del dovere nei confronti del paese e della popolazione, mi metto a disposizione per assumere la presidenza del cda dell’UBS”, ha dichiarato Villiger, secondo il quale “dobbiamo reagire alle sfide attuali, facendo affidamento sui nostri valori centrali: integrità, duro lavoro e affidabilità”.

Coro di commenti positivi

Basteranno questi valori a rimettere a galla un istituto bancario che ha potuto superare il 2008 solo grazie ad una massiccia iniezione di liquidità da parte della Confederazione e della Banca nazionale svizzera? Accolta con un coro di commenti positivi, la scelta di Villiger ha sollevato anche alcune voci dissonanti.

“Kaspar Villiger dispone di conoscenze bancarie?”, ha chiesto, in tono ironico, il presidente dell’Unione democratica di centro Toni Brunner. “Il 68enne rappresentante del Partito liberale radicale non può essere considerato l’uomo del rinnovamento e non aveva evidenziato un modo di agire sovrano di fronte al crollo della Swissair”, ha dichiarato da parte sua il presidente dei socialisti Christian Levrat.

Entrambi i partiti ritengono che, dopo aver concesso 6 miliardi franchi all’UBS, la Confederazione deve imporre un proprio rappresentante nel cda della banca. E Villiger, oggigiorno, non riveste di certo questo ruolo.

Politico pragmatico e aperto

Appartenente ad una famiglia di industriali, fabbricanti di sigari e biciclette, Kaspar Villiger era entrato in Consiglio federale nel 1989. In seguito alle forzate dimissioni di Elisabeth Kopp, i parlamentari avevano optato per questo politico lucernese serio e onesto, rinunciando perfino ad accordare il tradizionale seggio governativo al canton Zurigo, la capitale economica della Svizzera.

Dopo 6 anni trascorsi alla guida del Dipartimento della difesa, in cui aveva avviato la prima riforma dell’esercito dalla fine della Guerra fredda, Villiger era passato alle finanze, dove si era impegnato tenacemente per risanare le casse federali. Nonostante i suoi sforzi, durante la lunga fase di stagnazione economica degli anni ’90 il debito della Confederazione era addirittura lievitato di altri 40 miliardi di franchi, superando i 120 miliardi.

Da figura piuttosto grigia e conservatrice, il radicale lucernese si era trasformato col passare degli anni in governo in un politico pragmatico e aperto. Da oppositore all’adesione alle Nazioni unite era diventato, ad esempio, un fervente sostenitore e, nel 2002, aveva avuto l’onore di rivolgersi all’assemblea generale dell’ONU per il primo discorso di un rappresentante del governo elvetico dopo l’ammissione della Svizzera.

Difensore del segreto bancario

Quale ministro delle finanze, dai primi anni del 2000 aveva inoltre diretto i negoziati con l’UE nell’ambito del dossier sulla fiscalità dei risparmi, difendendo strenuamente il segreto bancario. “Il segreto bancario non è negoziabile”, aveva dichiarato Villiger. Una frase rimasta nella memoria di molti.

Per finire, la Confederazione era riuscita a concedere a Bruxelles soltanto un accordo limitato alla tassazione dei risparmi, dando l’impressione che il segreto bancario fosse saldamente custodito in una cassaforte svizzera. “Il segreto bancario è al sicuro per almeno 10 o 20 anni”, avevano lasciato intendere vari responsabili dell’economia e delle finanze svizzere.

Molto più profetiche le parole scritte nel 2003 dalla Weltwoche, che preannunciavano i problemi a cui si vedono confrontati oggi l’UBS e il governo svizzero: “La tenacia manifestata da Villiger contro la richiesta dell’UE di introdurre uno scambio d’informazioni sull’evasione fiscale è stata salutata come un successo dalle banche. Ma che cosa ha ottenuto veramente Villiger? L’inflessibilità della Svizzera ha impedito l’introduzione di un sistema europeo per tassare i ricchi e lottare contro l’evasione fiscale. In questo modo si genera una mancanza totale di morale fiscale e una diffidenza, che un giorno ci costerà molto caro”.

swissinfo, Armando Mombelli

Nato nel 1941, Kaspar Villiger ha iniziato la sua carriera politica, entrando nel 1972 nel parlamento cantonale lucernese, quale membro del Partito liberale radicale.

Tra il 1982 e il 1988 ha rappresentato il canton Lucerna nel parlamento federale, dapprima al Consiglio nazionale e poi al Consiglio degli Stati.

Nel 1989 è stato eletto in governo, dove ha assunto la direzione del dipartimento federale della difesa fino al 1995 e poi di quello delle finanze fino al 2003.

Durante i suoi 14 anni di permanenza in Consiglio federale è stato inoltre per due volte presidente della Confederazione.

Attualmente Villiger è membro dei consigli di amministrazione di Nestlé e di Swiss Re.

Esposizione: UBS è una delle banche più colpite dalla crisi finanziaria iniziata nel 2008. È stata particolarmente esposta ai cattivi rischi sul mercato americano.

Perdita: Il 2008 si è chiuso con una perdita storica di circa 20 miliardi di franchi, rispetto ai “soli” 5,2 miliardi dell’anno precedente.

Salvataggio: Il governo e la Banca Nazionale sono intervenuti nel settembre scorso per salvare l’UBS, confrontata ad una grave strettoia finanziaria. La Confederazione ha concesso un prestito di 6 miliardi di franchi, mentre la Banca nazionale riprenderà i “fondi tossici” di UBS, per oltre 45 miliardi di franchi.

Frode: UBS è pure confrontata con un ampio scandalo di frode fiscale negli Stati Uniti. È nel mirino della giustizia, per aver aiutato decine di migliaia di clienti americani ad evadere o frodare il fisco, depositando i loro patrimoni al di fuori del territorio USA.

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