L'acqua è buona, ma i corsi d'acqua sono degradati
Lo afferma uno studio del WWF, secondo il quale i numerosi sbarramenti e gli argini disseminati lungo i corsi d'acqua svizzeri degradano la qualità di questi ecosistemi. Nello studio sulla qualità delle reti idriche in Europa, la Svizzera risulta nel terzo inferiore della classifica.
Benché la qualità dell'acqua in Svizzera sia buona nel confronto internazionale, rimane ancora molto da fare per migliorare le condizioni ecologiche dei corsi d'acqua. L'indice di valutazione delle acque dolci e delle zone umide, analizzato nella ricerca del WWF, tiene in effetti conto non solo del grado di purezza dell'acqua, ma anche delle condizioni naturali dei corsi d'acqua.
Il 98 percento dei ruscelli che scorrevano lungo le campagne svizzere sono scomparsi nel corso degli ultimi decenni. E soltanto il 2,3 percento delle zone alluvionali originali sono ancora intatte. Questi dati hanno portato Mathias Egloff, specialista per la protezione delle acque del WWF, a dichiarare alla stampa che «il serbatoio d'acqua svizzero è in rovina».
A soffrire degli interventi dell'uomo sono stati in particolare i fiumi dell'Altipiano. Lo studio del WWF giudica «molto mediocre» la qualità ecologica dei grandi fiumi svizzeri, come il Reno, il Rodano o il Ticino. Tutti e tre hanno subito importanti interventi dell'uomo, che hanno reso il loro regime idrologico completamente artificiale.
Canalizzazioni, dighe e chiuse frammentano i fiumi e ne compromettono le possibilità naturali di scorrimento. Gli habitat naturali per molte specie vegetali e animali sono andati distrutti. E nelle regioni alpine, molti fiumi hanno per lunghi tratti dei deflussi insufficienti, a causa dell'acqua utilizzata per far funzionare gli impianti idroelettrici.
Secondo Egloff, in Svizzera non mancano le misure legislative volte a proteggere le acque, ma vi sono carenze nell'applicazione di tali misure da parte dei cantoni. Per migliorare la situazione, le autorità cantonali si limitano a trattative puntuali con le aziende elettriche sul rispetto dei deflussi minimi.
Molti problemi non si possono del resto più risolvere a livello delle singole nazioni. Il WWF chiede perciò una maggiore collaborazione a livello internazionale. L'indice delle acque dolci e delle zone umide, che ha preso in esami i corsi d'acqua di 16 paesi europei (10 membri dell'UE, cinque candidati all'UE e la Svizzera), è stato fatto «proprio per ricordare ai governi quello che rimane ancora da fare», ha dichiarato Egloff.
swissinfo e agenzie

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