L’Africa al centro delle celebrazioni di Alliance Sud
L'aiuto all'Africa è oggi più che mai necessario. Lo ha ribadito la Comunità di lavoro della cooperazione internazionale svizzera durante la giornata organizzata per celebrare i suoi 35 anni di attività.
La ministra degli affari esteri, Micheline Calmy-Rey, ha ribadito che le sfide che attendono il continente africano sono «enormi». Tra i problemi maggiori: i 29 milioni di sieropositivi e i cambiamenti climatici.
Per marcare i 35 anni di attività, Alliance Sud ha deciso di parlare dell’Africa ed in particolare dei reali obiettivi perseguiti dall’aiuto allo sviluppo. Un aiuto indispensabile, ma mai come oggi rimesso in discussione.
«Il dibattito sull’utilità dell’aiuto allo sviluppo è stato sollevato ben prima delle clamorose dichiarazioni di Christoph Blocher sull’Africa», ha indicato venerdì a Berna Jürg Krummenacher, presidente di Alliance Sud e direttore di Caritas Svizzera.
Nel suo intervento al seminario intitolato «L’Africa soffre di troppi aiuti?», Krummenacher ha fatto riferimento alle dichiarazioni del consigliere federale Blocher, che un paio di mesi fa aveva sollevato dubbi sull’utilità, dal punto di vista economico, degli aiuti al continente nero.
Riorientare gli aiuti
Soffermandosi sul passato dell’Africa, Krummenacher ha ricordato che i paesi del Nord non sempre hanno agito correttamente. La loro responsabilità nei problemi attuali del continente non può essere negata.
«Dobbiamo ora riorientare l’aiuto all’Africa in modo che la riduzione della povertà diventi l’obiettivo principale. In passato, lo scopo degli aiuti era invece diverso», ha detto a swissinfo.
Il direttore di Alliance Sud, Peter Niggli, ha però avvertito che «l’Africa non si risolleverà soltanto grazie all’aiuto allo sviluppo». Il continente dovrà pure trovare le proprie soluzioni economiche e industriali.
Sui 2300 miliardi di dollari in aiuto allo sviluppo che sono stati forniti nel mondo in 50 anni, solamente 400 milioni sono stati destinati all’Africa. Nel corso dell’ultimo decennio, l’assistenza si è avverata vitale soprattutto per i milioni di vittime di guerre e carestie.
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Le sfide dell’Africa
Presente al seminario, la ministra elvetica degli affari esteri ha sottolineato l’importanza di tale assistenza, tenuto conto delle «enormi sfide» alle quali è confrontato il continente.
Micheline Calmy-Rey ha rammentato ad esempio i 29 milioni di persone affette dal virus HIV, i 40 milioni di orfani che si prevedono entro il 2010 e le ripercussioni dei mutamenti climatici.
Calmy-Rey ha ammesso che non esiste alcuna «ricetta miracolo» in materia di sviluppo e che probabilmente questa regione del globo non raggiungerà gli Obiettivi del Millenio fissati dall’ONU per ridurre la povertà entro il 2015.
Non mancano tuttavia i progressi. «La produzione agricola è raddoppiata negli ultimi 30 anni, sempre più bambini vanno a scuola ed è migliorato l’accesso all’acqua», ha osservato Calmy-Rey.
swissinfo e agenzie
Nel 2005, l’aiuto allo sviluppo fornito dalla Svizzera ha totalizzato 2,2 miliardi di franchi.
La somma include il budget destinato alla Direzione dello sviluppo e della cooperazione, al Segretariato di Stato dell’economia e alle missioni di mantenimento della pace.
Comprende inoltre i contributi diretti versati alle agenzie delle Nazioni Unite e gli aiuti forniti da cantoni e comuni.
Sono pure inclusi i 178 milioni messi a disposizione dei richiedenti l’asilo e i 279 milioni forniti per ridurre il debito delle nazioni più povere.
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