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L’arrivederci di Jean-Philippe Maitre

Jean-Philippe Maitre lascia la scena politica per ragioni di salute Keystone

Colpito da un tumore, il presidente del Consiglio Nazionale (Camera del popolo) si è congedato lunedì dai colleghi.

Esprimendosi all’apertura della sessione primaverile delle Camere federali, Jean-Philippe Maitre si è augurato che «la Svizzera non scelga la via dell’isolazionismo».

Un momento di forte emozione ha caratterizzato lunedì l’apertura della prima sessione dell’anno delle Camere federali.

Il presidente del Consiglio Nazionale Jean-Philippe Maitre si è infatti congedato dalla Camera del popolo, dopo l’annuncio di dover rinunciare al suo mandato per sottoporsi a cure mediche a causa di un tumore al cervello.

«Vi dico arrivederci e permettetemi di accompagnare il saluto con un sentimento di affettuosa stima», ha dichiarato Maitre, il quale ha voluto esprimere qualche considerazione prima di lasciare la carica.

«Immaginavo che la malattia fosse una cosa che poteva colpire solo gli altri, ma la vigilia di Natale mi ha insegnato l’inattesa fragilità delle cose. Nulla è mai dato per acquisito», ha detto il presidente del Nazionale dimissionario.

Da questa esperienza, ha aggiunto, mi prendo la libertà di trarre un insegnamento politico.

Il mondo dell’interdipendenza

Nel suo discorso di commiato, Maitre ha richiamato i colleghi rappresentanti del popolo a non vivere sugli allori. Nel confronto internazionale, la Svizzera vive una «situazione invidiabile, sul piano economico e su quello sociale», per meriti propri dei quali non c’è proprio da arrossire.

«Alcuni sarebbero tentati dedurre che continuando così, senza nulla cambiare, preserveremo con facilità i nostri standard. Ma non hanno certamente visto che molti Paesi ci stanno raggiungendo passo dopo passo», ha ammonito Maitre.

Sottolineando come quello attuale sia il mondo «dell’interdipendenza», Jean-Philippe Maitre ha ricordato che il rifiuto di partecipare in un modo o nell’altro a quelle reti e quelle entità che per vocazione cooperano sul piano economico, sociale, culturale e politico vuol dire «rendere il nostro Paese più fragile».

Il suo più grande augurio si rivolge al futuro della Svizzera, la quale «non deve scegliere la strada dell’isolazionismo»

L’allusione di Maitre si rivolge in particolare ai due scrutini di quest’anno: Schengen/Dublino e l’estensione dell’accordo sulla libera circolazione delle persone.

Un ringraziamento a voce alta

Eletto lo scorso dicembre, l’ex deputato ginevrino ha spiegato che proseguire una presidenza senza poterla esercitare a fondo per tutta la durata prevista, sarebbe mancare di rispetto nei confronti del Parlamento, del suo gruppo parlamentare (Partito popolare democratico) e dell’istituzione.

Dopo 22 anni trascorsi sotto la cupola di Palazzo federale, Jean-Philippe Maitre ha voluto ringraziare tutta la squadra dei Servizi del parlamento che lo hanno aiutato.

«Quali che siano stati gli accordi o le nostre divergenze, le nostre appartenenze, alleanze o battaglie politiche, non me la filo di soppiatto e vi dico grazie a voce alta».

Il primo vicepresidente socialista del Nazionale Claude Janiak ha in seguito di fatto preso il posto di Maitre, augurandogli ogni bene, e la Camera bassa è entrata nel merito dei lavori della sessione primaverile.

swissinfo e agenzie

Negli ultimi 100 anni, solo 3 presidenti del Consiglio nazionale o del Consiglio degli stati hanno messo fine al proprio mandato anzitempo.

Nel 1977, il presidente del Nazionale Hans Wyer ha lasciato la Camera del popolo dopo la sua elezione nel governo vallesano.

La Landsgemeinde del canton Obvaldo ha invece rifiutato, nel 1982, di rieleggere Jost Dillier alla presidenza del Consiglio degli Stati.

Nel 1991, il presidente del Consiglio degli Stati Max Affolter è deceduto a causa di un tumore al cervello.

Jean-Philippe Maitre è entrato a far parte del parlamento ginevrino a 24 anni.
Eletto nel governo cantonale a 36 anni.
Dal 1981 al 1984 è presidente della sezione ginevrina del Partito popolare democratico (PPD).
Ministro ginevrino dell’economia dal 1985 al 1997.
Eletto in Consiglio nazionale nel 1983.
Presidente del gruppo PPD alle Camere federali dal 1998 al 2002.
Eletto alla presidenza del Consiglio nazionale nel 2004.

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