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L’eccellenza svizzera in vetrina a Piazza Cavour

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Svizzero d'Italia della terza generazione, Giorgio Berner ha assunto la presidenza della Camera di commercio svizzera in Italia, con sede a Milano. Uomo di dialogo, è già in piena azione per rafforzare la collaborazione tra Svizzera e Italia.

Conosce bene la Svizzera e l’Italia: Giorgio Berner ha assunto la presidenza della Camera di Commercio svizzera in Italia (CCSI), per spirito di milizia. Lo abbiamo incontrato a Milano.

swissinfo.ch: Perché ha accettato, con quale spirito?

Giorgio Berner: Per cercare di rendermi utile alla Confederazione continuando a fare ciò che ho sempre fatto durante la mia vita, ossia facilitare la conoscenza e la comprensione reciproca tra Italia e Svizzera. Sono qui per mettere a disposizione la mia esperienza e le mie competenze, come ho fatto quando ero vice presidente della CCSI.

swissinfo.ch: Come intende guidare il nuovo corso?

G.B.: La mia presidenza rappresenta la continuità. Avendo lavorato a fianco di Fabrizio Rindi per diversi anni, ho condiviso con lui molte iniziative. Continuità non significa naturalmente adagiarsi sugli allori. Dobbiamo infatti essere sempre pronti ad adattarci alle nuove situazioni che si presenteranno.

La CCSI ha una buona organizzazione che le consente di posizionarsi correttamente e di capire come agire e reagire. Le buone idee da sole certo non bastano, ma abbiamo una buona capacità operativa che ci consente di realizzarle. Le nostre attività sono orientate ai servizi alle aziende e alle attività di comunicazione. Siamo molto attivi nell’organizzazione di eventi, convegni e incontri informativi.

swissinfo.ch: C’è qualche progetto nel cassetto?

G.B.: Ci sono in particolare due grandi progetti. Il primo riguarda lo Swiss Business Club e risponde ad un’impostazione che ci è stata data dall’Ambasciata svizzera in Italia. Si vuole infatti estendere su tutto il territorio italiano la presenza svizzera, ovvero l’attività di servizio e comunicazione della CCSI, avvalendoci della rete consolare. Nel corso di pochi anni, il nostro compito sarà dunque di costituire cinque o sei posizioni significative .

Il secondo grosso progetto, ideato dalla CCSI e che ha già ricevuto un primo parere favorevole da parte del presidente della Confederazione Hans-Rudolf Merz, è quello di creare nel Centro svizzero che si affaccia su Piazza Cavour a Milano, una sorta di show-room dove noi possiamo esporre l’eccellenza svizzera in tutte le sue espressioni e non soltanto economiche. Credo infatti che anche la cultura debba avere un posto centrale. La conoscenza del mondo economico va di pari passo con la conoscenza del mondo culturale.

Nella realizzazione di questi progetti lavoreremo di concerto con le istituzioni svizzere in Italia. Uno dei grandi meriti del mio predecessore è senza dubbio quello di avere avuto un solido legame di stima e di fiducia con l’Ambasciata e il Consolato generale di Svizzera a Milano. Il compito della CCSI sarà dunque quello di coltivare questa sinergia.

swissinfo.ch: Come giudica l’attuale interscambio economico e culturale tra Svizzera e Italia. Si può fare di più?

G.B.: L’interscambio tra i due paesi è molto buono. Specialmente per la Svizzera, l’Italia rappresenta un partner importante. Naturalmente si può fare di più, non tanto puntando sull’importazione e l’esportazione delle merci e dei servizi, quanto nell’individuare ciò che si può fare insieme. In un mondo globalizzato l’Italia e la Svizzera sono certamente due componenti importanti, ma non determinanti. Insieme i due paesi possono creare le premesse per realizzare progetti importanti.

swissinfo.ch: In quali settori lo sviluppo delle relazioni tra Svizzera e Italia può essere incrementato?

G.B.: Le relazioni economiche italo-svizzere si esprimono nei settori più svariati. In questi anni, la CCSI si è molto attivata nei settori delle biotecnologie e dell’energia, dove c’è un ampio margine di possibilità.

Ma anche nel settore dei trasporti (tra gli altri) si può e si deve fare molto, con tutti i grandi progetti infrastrutturali svizzeri che rischiano di fermarsi alla frontiera. Il nostro ruolo, in questo contesto, è di sensibilizzare gli operatori e l’opinione pubblica. Gli altri interventi si sviluppano sul piano politico. Come presidente della CCSI sono naturalmente aperto a valutare tutti gli stimoli che riceverò per orientare la nostra azione verso ulteriori settori.

swissinfo.ch: Secondo lei, in quale misura la tempesta sul segreto bancario ha creato insicurezza?

G.B.: Il mondo bancario svizzero è stato coinvolto in una tempesta di dimensione internazionale, ma per l’importanza che hanno le grandi banche elvetiche, la Svizzera ne ha risentito in misura superiore. È inutile che ci nascondiamo dietro a un dito: l’immagine della Svizzera è stata scalfita. Il fuoco incrociato sul segreto bancario ha inoltre creato un certo nervosismo e una certa insicurezza.

Del resto, imparare a convivere con l’incertezza fa parte della vita contemporanea. Sono comunque convinto che la Svizzera saprà intervenire laddove sarà necessario , anche per salvaguardare l’immagine del proprio settore finanziario.

swissinfo.ch: Quali sono pregi e difetti dei due paesi dal profilo economico?

G.B.: Premesso che per mia impostazione personale rifuggo da generalizzazioni, penso però che si possa affermare che gli svizzeri sono molto sistematici, realisti, hanno una grande capacità di adattamento a mutate condizioni strutturali, una buona formazione, una grande capacità di innovazione, sono aperti al confronto internazionale e sono aiutati da una legislazione che facilita le cose.

Gli italiani sono un popolo estremamente dinamico, molto vivace e intelligente, con una grande elasticità mentale e capacità di improvvisazione, ma su di loro pesano i noti e irrisolti problemi strutturali che ostacolano i loro numerosi punti di eccellenza.

I difetti? In genere, i difetti sono complementari ai pregi. Non sono molto portato a esprimere giudizi, ma diciamo che spesso sono colpito da una certa dose di rigidità da parte elvetica e una tendenza all’auto-assoluzione da parte italiana.

Françoise Gehring, Milano, swissinfo.ch

Giorgio Berner, nato a Bergamo, è uno svizzero d’Italia della terza generazione. Suo nonno era emigrato dalla Svizzera in Italia e i suoi genitori hanno sempre risieduto a Bergamo. Il nonno era stato vice-console di Svizzera durante la guerra; questa carica è stata pure ricoperta dal padre e dal fratello.

Ha frequentato la scuola svizzera a Bergamo e poi in Svizzera ha completato il suo curriculum laureandosi all’Università di San Gallo. Ha lavorato per Aluisse, dove ha svolto tutta la sua carriera: da Porto Marghera in giro per l’Europa.

Ha lavorato a fianco di Enzo Marchionne, amministratore delegato degli ultimi cinque anni di Alusuisse, e poi per Alcan, la società che ha ripreso il gruppo svizzero.

Per la Confederazione Elvetica, l’Italia rimane un partner commerciale privilegiato. Nel 2008, in un contesto difficile, le esportazioni verso la Svizzera sono aumentate dell’8,9% (dati ICE/Istat), consolidando la posizione come secondo Paese fornitore. Per contro, le esportazione svizzere verso l’Italia (terzo Paese cliente) sono aumentate del 4,1% (dati Dogane Svizzere).

Il 12 giugno 2009 è stato inaugurato a Fiera Milano (Rho) il nuovo desk di rappresentanza della Sezione delle Camere di Commercio Miste.

Il desk, collocato nell’area del Centro servizi del quartiere espositivo, sarà operativo durante tutte le manifestazioni fieristiche in calendario. All’iniziativa ha aderito anche la Camera di Commercio Svizzera in Italia.

Le Camere di Commercio Miste ed Estere sono realtà importanti, dotate di una forte capacità di inserimento nel tessuto sociale, economico e politico. Questo le rende molto efficaci come volano per far crescere l’interscambio dell’Italia.

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