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L’economia chiede grinta ai negoziatori

L'industria è prioritaria rispetto all'agricoltura: lo dicono gli ambienti economici Keystone

A Hong Kong, alla conferenza dell'OMC, la delegazione svizzera dovrà battersi per una maggiore liberalizzazione, favorevole agli scambi.

Un appello di “economiesuisse”, secondo cui il dossier agricolo non deve mettere in secondo piano la vitale posta in gioco per un paese esportatore come la Svizzera.

“Esigiamo dalla delegazione ufficiale svizzera a Hong Kong – martella il presidente della direzione di “economiesuisse” – che combatta prioritariamente per le aziende e gli impieghi competitivi in Svizzera. E, dunque, per gli interessi offensivi dell’economia svizzera”.

La Svizzera, ricorda Rudolf Ramsauer, guadagna un franco su due all’estero. Ciò che conta è pertanto aprire ulteriormente i mercati dei beni industriali e dei servizi in seno all’economia mondializzata.

Occorrono inoltre, assicurano i rappresentanti dell’economia, misure supplementari per agevolare il commercio. Si tratta insomma di sostenere semplicemente “gli elementi vitali per l’economia svizzera e l’occupazione”.

Più ambiziosi e radicali

Sul dossier dell’accesso ai mercati dei prodotti non agricoli (NAMA, in inglese) e in modo particolare per quanto riguarda la soppressione degli ostacoli tariffari sui prodotti industriali, gli ambienti economici si profilano più ambiziosi e radicali dei negoziatori svizzeri.

L’economia svizzera ambisce ad eliminare in modo progressivo i diritti doganali, uno dei pochi strumenti di protezionismo riconosciuto all’interno dell’OMC.

Per quanto concerne i servizi, l’offerta svizzera sta bene al mondo economico per quanto attiene al settore finanziario. Ma la federazione pretende maggiori possibilità di liberalizzazione, nel settore alberghiero o ospedaliero.

E mentre la conferenza ministeriale di Hong Kong si avvicina, i negoziati del ciclo di Doha si arenano sullo scoglio del dossier agricolo. Con lo zampino della Svizzero, che ha assunto “una posizione difensiva” criticata da “economiesuisse”.

Un protezionismo esacerbato

Membro della direzione di questa organizzazione, Gregor Kündig ritiene che “la Svizzera ufficiale(…) difende un protezionismo agricolo esacerbato, sorpassato. Si distingue però per la mancanza di soluzioni generose nel campo dei servizi”.

Lo stesso Gregor Kündig assicura che “le nostre autorità consacrano troppo tempo e troppa energia al dossier agricolo. E’ necessario che nei negoziati in corso, gli ambienti politici svizzeri riflettano meglio sulle priorità della piazza economica”.

“Economiesuisse” chiede allora alla Svizzera di accettare l’idea di fare delle concessioni nell’agricoltura, che è un po’ l’albero che nasconde la foresta del ciclo di Doha.

A Hong Kong vietato fallire

Le ambizioni della Conferenza ministeriale dell’OMC di Hong Kong, sottolineano i rappresentanti dell’economia svizzera, sono costantemente riviste al ribasso.

E mentre l’eventualità di una conclusione rapida del ciclo negoziale di Doha (iniziato nel 2001) si allontana, “gli ambienti economici – commenta Rudolf Ramsauer – non nascondono le loro preoccupazioni”.

“Economiesuisse” non ha dubbi: “l’OMC non può permettersi, dopo Seattle e Cancun, un nuovo fallimento. Occorre fare di tutto affinché la conferenza si concluda con un successo”.

E per Ramsauer successo significa “la via aperta verso l’accordo” prima del 2007, scadenza della “Trade Promotion Authority” che consente al presidente americano di concludere degli accordi commerciali senza passare dal Congresso.

Il sistema multilaterale

In caso di fallimento, sostiene “economiesuisse”, è il sistema medesimo del multilateralismo commerciale a rischiare di crollare sotto il peso della sfiducia di tutti gli attori.

Con le sue regole chiare, i suoi diritti e i suoi obblighi, questo sistema – ricorda ancora Ramsauer – è particolarmente favorevole ad un piccolo paese come la Svizzera.

“Economiesuisse” sostiene la strategia governativa degli accordi bilaterali (con l’Unione europea, gli Stati Uniti, il Giappone, la Cina, ecc…). Ma l’organizzazione li vede in fondo come un complemento al sistema multilaterale.

“In seno all’OMC – ribadisce Rudolf Ramsauer – un paese come la Svizzera, uno dei più fortemente integrati nell’economia mondiale, può difendere i propri interessi nel campo del commercio esterno in modo ottimale”.

swissinfo, Pierre-François Besson
(traduzione e adattamento dal francese Françoise Gehring)

Si terrà dal 13 al 18 dicembre a Hong Kong la sesta Conferenza ministeriale dell’OMC
Deve fare da apripista alla conclusione del ciclo dei negoziati commerciali di “Doha”, avviati nel 2001
Saranno presenti i rappresentanti dei 148 paesi membri
Il consigliere federale Joseph Deiss guiderà la delegazione elvetica

“Economiesuisse” è la principale organizzazione mantello dell’economia svizzera, alla quale aderiscono più di 30 mila aziende, con 1,5 milioni di collaboratori

L’organizzazione è nata nel 2000 e raggruppa l’Unione svizzera del commercio e dell’industria (Vorort) e la Società per il promovimento economico (Proec).

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