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L’economia elvetica gode di buona salute, ma…

Le previsioni congiunturali per il 2006 e il 2007 sono positive e il consumo è in ripresa Keystone

Nel 2005 la crescita è stata superiore alle attese e per il prossimo anno il Segretariato di Stato dell'economia rivede al rialzo le sue previsioni.

Dall’OCSE giunge però una messa in guardia: la Svizzera dovrebbe stimolare la sua produttività e controllare meglio le sue uscite.

La crescita economica nel 2005 è stata più robusta del previsto e la congiuntura quest’anno dovrebbe mantenersi a un livello alto, hanno indicato venerdì gli esperti del Segretariato di Stato dell’economia (seco), il centro di competenza della Confederazione per i principali problemi di politica economica.

Nel 2005 la crescita del prodotto interno lordo dovrebbe aver raggiunto l’1,8%, lo 0,5% in più rispetto alle precedenti previsioni del seco pubblicato in ottobre. Per il prossimo anno, l’economia dovrebbe progredire sullo stesso livello, ossia l’1,8%, un tasso dello 0,1% più alto di quello finora pronosticato dal seco.

Contesto propizio

Per i prossimi due anni, «l’espansione congiunturale, pur non segnando un’accelerazione, si estenderà e riguarderà sempre di più anche il mercato del lavoro, che finora non ha dato chiari cenni di risveglio», si legge nel comunicato del seco.

I prezzi del petrolio rimarranno verosimilmente a un livello elevato (attorno ai 60 dollari al barile), ma non dovrebbero inibire la ripresa. Il contesto economico mondiale dovrebbe inoltre rimanere propizio, grazie in particolare a un maggior vigore nella zona euro.

Anche le condizioni monetarie risultano favorevoli. Malgrado un leggero rialzo del tasso direttore, i tassi a breve e medio termine della Banca nazionale svizzera rimangono bassi.

Messa in guardia dell’OCSE

L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) non dimostra però lo stesso ottimismo del seco.

In un rapporto pubblicato venerdì, l’OCSE osserva che la Svizzera è sempre un paese prospero, ma che la crescita del reddito pro capite rimane troppo debole.

Per rafforzare lo sviluppo economico, stimolare la produttività e controllare la spesa pubblica, l’organizzazione preconizza riforme strutturali.

In particolare è essenziale sviluppare «una cultura della concorrenza». I consumatori elvetici fanno infatti le spese dell’assenza di una concorrenza degna di questo nome, con prezzi superiori di circa il 40% di quelli mediamente applicati nell’Unione Europea.

Per controllare la spesa pubblica, è necessario consolidare e riformare i sistemi pensionistico, d’invalidità e sanitario.

Per quanto attiene al mercato del lavoro, l’OCSE preconizza una maggiore partecipazione femminile, che potrebbe essere raggiunta ad esempio aumentando e migliorando le strutture d’accoglienza per i bambini.

Disoccupazione in calo

E proprio in materia di mercato del lavoro, il seco ha reso noto venerdì pure i dati sulla disoccupazione relativi al 2005.

Per la prima volta dal 2001, in media annuale il tasso è sceso, in particolare a partire da giugno-luglio, passando dal 3,9% del 2004 al 3,8%. I disoccupati erano in media 148’537.

Il calo ha toccato soprattutto gli uomini (dal 3,8% al 3,6%), mentre tra le donne il tasso è rimasto stabile al 4%.

Contrariamente al seco, Delia Nilles, vicedirettrice dell’Istituto Créa di economia applicata dell’Università di Losanna, non crede però che la crescita economica avrà conseguenze importanti: «In linea generale, un tasso di crescita del 2% ha pochi effetti sul mercato del lavoro. Un tasso dell’1,5 o dell’1,8% basta appena per mantenere la macchina in stato di funzionamento», dichiara a swissinfo.

Presentando giovedì i suoi obiettivi, l’Unione sindacale svizzera (USS) aveva dal canto suo chiesto che ad approfittare della ripresa siano tutti i lavoratori e non solo i quadri. L’USS rivendica aumenti salariali generali più sostanziosi per le categorie di reddito più basse.

Una rivendicazione che però rischia di cadere nel vuoto: «Per il cittadino o il consumatore comune, tassi di crescita come quelli previsti dal seco o dall’OCSE rischiano di non modificare nulla», afferma Delia Nilles. «Bisogna che questa crescita si iscriva nella durata affinché le imprese aumentino la loro produzione, il loro personale e i salari».

swissinfo e agenzie

Crescita prevista nel 2006:
seco: 1.8%
Banca nazionale svizzera: 2.0%
UBS: 2.0%
CS Group: 1.7%
Istituto di ricerche congiunturali – KOF: 1,5%
Basel Economics: 1.8%
OCSE: 1.75%

Tassi di disoccupazione:

Svizzera: 3,8% (dicembre)
Irlanda: 4,3% (novembre)
Gran Bretagna: 4,8% (settembre)
Austria: 5,2% (novembre)
Italia: 7,5% (settembre)
Francia: 9,2% (novembre)
Germania: 9,3% (novembre)
Polonia: 17,4% (novembre)
Media UE: 8,3% (novembre)

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