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L’esperimento di Craig Venter

Tre milioni di dollari per costruire in laboratorio una forma di vita artificiale, un batterio in grado di digerire e demolire sostanze inquinanti e di produrre idrogeno, sfruttabile come fonte di energia pulita.¶

E’ il finanziamento che il 21 novembre scorso il governo americano ha concesso all’Institute for Biological Energy Alternatives fondato dal genetista Craig Venter.

DNA ridotto all’osso

Lo scienziato americano prenderà a modello un batterio esistente in natura, il Mycoplasma genitalium, l’organismo con il minor numero di geni conosciuto sulla Terra (ne contiene appena 517).

Dopo aver isolato i geni che a parere degli esperti sono indispensabili per la sopravvivenza del batterio, Venter costruirà in laboratorio una molecola di DNA sintetico che contiene solo quelli, scartando i geni “superflui”.

Il loro numero si dovrebbe ridurre così a meno di 300. Costruito il DNA minimale, Venter lo trapianterà nel nucleo di una cellula batterica vivente e studierà il suo comportamento.

Energia pulita e lotta all’inquinamento

In seguito, una volta realizzato un batterio artificiale, Venter introdurrà nel suo DNA specifici geni in grado di conferire al microrganismo capacità utili per l’uomo, come quella di demolire l’anidride carbonica rilasciata nell’atmosfera dagli impianti per la produzione di energia, oppure di estrarre

idrogeno dall’acqua.

L’incubo di Frankenstein
L’annuncio del progetto avviato da Venter ha scatenato polemiche in tutto il mondo.

Oltre alle obiezioni di carattere etico sull’intenzione di creare di una forma di vita artificiale, c’è chi ha avanzato il timore che i nuovi batteri possano fornire a ricercatori malintenzionati la materia prima per realizzare nuove e terribili armi batteriologiche.

A queste obiezioni, Venter risponde osservando che non c’è bisogno di creare un organismo artificiale, operazione difficile e molto costosa, quando la natura ci fornisce una grande abbondanza di agenti patogeni, che si possono eventualmente manipolare per renderli ancor più aggressivi.

Maria Cristina Valsecchi

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