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L’ex CEO di Swisscom aveva “perso credibilità”

Carsten Schloter (sinistra), Markus Rauh (centro) e Jens Alder (destra) Keystone

Il dimissionario Jens Alder non aveva più credibilità nei confronti dei partner. È l'opinione del presidente del consiglio d'amministrazione, Markus Rauh.

Alder ha abbandonato il timone dopo che il governo – azionista di maggioranza – ha rifiutato la strategia di espansione all’estero e annunciato la volontà di privatizzare Swisscom.

L’amministratore delegato Jens Alder se ne va per far posto al nuovo CEO: si tratta di Carsten Schloter, che dovrà sviluppare la strategia imposta dal governo.

Come azionista di maggioranza, la Confederazione ha fatto naufragare le ambizioni di Jens Alder, che aveva nel mirino gli operatori Eircom e Tele Danmark. A fine novembre, mentre ne annunciava la privatizzazione, il governo respingeva la strategia di espansione all’estero di Swisscom.

Secondo Panagiotis Spiliopoulos, analista per le telecomunicazioni presso la banca Vontobel, Alder non poteva affrontare il nuovo orientamento.

“Alder non poteva adattarsi ad una simile situazione. Lui voleva fare di Swisscom un attore delle telecom a livello europeo”, constata l’analista.

Pertanto, secondo il presidente Markus Rauh, le tensioni con il governo sono state messe da parte, e Swisscom continuerà a cercare di espandersi in Europa.

swissinfo: Perché la posizione di Jens Alder non era più sostenibile?

Markus Rauh: L’azionista maggioritario ha cambiato rotta per quanto riguarda la strategia generale, e Jens Alder ha dunque perso la sua credibilità. In particolare verso il mercato finanziario e in veste di partner nel quadro di negoziati con terzi.

Eravamo molto impegnati nelle discussioni riguardanti un’eventuale acquisizione di compagnie estere, e abbiamo dovuto ritirarci, dichiarando che tutto quello che era stato detto non era più valido. Cose del genere vi fanno perdere credibilità. E un manager ai vertici che perde la credibilità è un vero problema…

swissinfo: Ci sono state a suo parere troppe interferenze politiche negli affari Swisscom?

M.R.: Negli ultimi otto anni non vi è stata nessuna interferenza politica – a parte il 25 novembre scorso [quando il governo ha bloccato le acquisizioni estere]. Ma ora abbiamo risolto le divergenze e lavoriamo all’interno di una collaborazione solida, fuori dalle ingerenze politiche.

La nostra cooperazione è stata riparata e funziona nuovamente come prima del 25 novembre. Abbiamo avuto delle riunioni molto costruttive. Quello che è successo è acqua passata.

swissinfo: Il nuovo amministratore delegato, Carsten Schloter, riuscirà ad essere più convincente nei confronti dell’azionista di maggioranza?

M.R.: Non abbiamo nessun problema con l’azionista di maggioranza. Non dobbiamo dunque convincerlo di un bel niente. Ci lascia fare. Dobbiamo seguire una direzione e degli obbiettivi strategici in cui è coinvolto.

Carsten Schloter è un buon comunicatore, un analista acuto, che sa mettere in atto le decisioni prese. Caratteristiche che possiede anche Jens Alder.

swissinfo: E in che direzione va dunque Swisscom?

M.R.: Resteremo l’operatore telecom più importante sul mercato. Svilupperemo le nostre operazioni in Svizzera, favorendo una crescita organica in Europa.

Abbiamo fondi più che sufficienti per operare in tale direzione. Vedremo come gestire le restrizioni che ci vengono imposte [interdizione di acquistare operatori fissi all’estero]. Il profilo dell’impresa cambierà dal punto di vista rischio e competenze.

swissinfo: Cosa farete per ridare un’immagine integra a Swisscom?

M.R. Abbiamo già intrapreso delle misure, dicendo ad esempio che siamo ora al sicuro, che ci sentiamo ottimisti e che siamo convinti che esistano molte opportunità.

swissinfo: Avete perso terreno nei confronti della competizione?

M.R.: Al momento non vediamo nessuna perdita. È una dura battaglia, ma la combatteremo.

Intervista swissinfo: Matthew Allen, Zurigo
traduzione: Raffaella Rossello

Jens Alder è entrato in Swisscom nel 1998 ed è stato nominato amministratore delegato nel dicembre del 1999.

Ha dato le dimissioni venerdì e sarà rimpiazzato da Carsten Schloter, attualmente CEO di Swisscom Mobile.

Alder viene ricompensato con una buonuscita di 1,54 milioni di franchi, compresi un anno di salario e i bonus.

Il governo elvetico annuncia il 23 novembre che vuole vendere la sua quota di maggioranza in Swisscom. Il giorno seguente vieta all’operatore telecom di espandersi all’estero, interrompendo di fatto l’acquisizione dell’irlandese Eircom.

Alla fine del 2004, Swisscom deteneva il 61% del mercato. Seguito da Sunrise (21,3%) e da Orange (17,7%).

Lo stato attualmente detiene il 66% di Swisscom, per un valore di 17 miliardi di franchi.

Gli altri azionisti sono circa 64’000, la gran parte in Svizzera, 12 azionisti detengono più di 100’000 azioni.

Dal 1997, anno in cui è cominciata la privatizzazione di Telecom Italia, la Banca d’Italia ha progressivamente abbandonato la propria partecipazione. Oggi non detiene più nessuna azione.

Invece il governo tedesco detiene il 37% di Deutsche Telekom e quello francese il 33% di France Telecom.

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