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L’importanza del rispetto dei diritti umani ribadita da Berna

Il ministro svizzero degli esteri Joseph Deiss con l'Alto commissariato dell'Onu per i diritti umani Mary Robinson Keystone

Incontro ad alto livello, lunedì a Berna, tra il ministro svizzero degli esteri Joseph Deiss e l'Alto commissario dell'Onu per i diritti dell'uomo Mary Robinson.

Il ruolo dei diritti dell’uomo nella lotta contro il terrorismo e la loro importanza nel contesto dei programmi di sviluppo sono stati i principali temi trattati dal consigliere federale Deiss e dalla responsabile delle Nazioni Unite per il rispetto dei diritti umani (UNHCHR) Robinson.

Nella conferenza stampa seguita all’incontro, il capo della diplomazia elvetica ha ribadito l’importante “lavoro della Svizzera nell’ambito dei diritti dell’uomo e sottolineato il concreto sostegno della Confederazione all’operato dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti dell’uomo Berna, pur non essendo membro dell’Onu, sostiene l’attività dell’UNHCHR con stanziamenti annuali (nel 2001 all’incirca 750 mila franchi) e con la messa a disposizione di Palazzo Wilson a Ginevra, la “casa dei diritti umani”, come l’ha definita il ministro svizzero degli esteri Deiss.

Prigionieri di guerra

Intesa completa sui temi del rispetto dei diritti dell’uomo e del diritto umanitario internazionale nella lotta al terrorismo e sulla rivendicazione di applicare lo statuto di prigionieri di guerra ai membri dell’ex governo afgano dei Taleban e dell’organizzazione terroristica di Al Quaeda detenuti dagli Stati Uniti nella base militare cubana di Guantanamo Bay.A tal proposito Mary Robinson ha ribadito l’importanza che i prigionieri accusati di terrorismo siano processati da tribunali costituiti in base al diritto umanitario internazione in vigore.

La signora Robinson, che prima di essere nominata nel 1997 dal segretario generale dell’Onu Alto commissario per i diritti dell’uomo è stata presidente della Repubblica d’Irlanda, è stata la prima a chiedere il rispetto dei diritti dell’uomo anche nella lotta contro il terrorismo internazionale. Una posizione ufficialmente avallata lo scorso mese di gennaio dalla Svizzera. È stato il segretario di Stato elvetico Franz von Däniken a chiedere espressamente all’ambasciatore degli Stati Uniti a Berna Mercer Reynolds III l’applicazione della Convenzione di Ginevra, di cui la Svizzera, oltre che contraente, è proprio Stato depositario delle quattro convenzioni e dei due protocolli aggiuntivi.

Svizzera e diritti dell’uomo

I diritti umani fanno parte della politica estera della Svizzera e sono inclusi, assieme all’impegno a favore della democrazia e dello Stato di diritto, fra i suoi cinque obiettivi. Le implicazioni di questa strategia sono soprattutto per due: da una parte la Svizzera vanta una secolare tradizione umanitarie e dall’altra parte la protezione dei diritti dell’uomo rientrando nell’ambito della dignità dell’essere umano contribuiscono a rafforzare la pace e la stabilità internazionale.

Il perseguimento di questa politica estera di lotta contro le gravi violazioni dei diritti dell’uomo avviene in modo discreto, sulla base dei trattati internazionali in vigore. Oltre a portare avanti un dialogo politico su questa tematica con Pesi situati in ogni regione del pianeta, la Confederazione ha dato inizio fin dal 1991 ad una serie di dialoghi diretti bilaterali con alcune nazioni dove i diritti dell’uomo sono regolarmente calpestati come la Cina, il Marocco, il Pakistan ed il Vietnam.

Una politica con dei limiti

La politica elvetica a favore del rispetto dei diritti dell’uomo ha però anche dei limiti, che derivano dal non essere membro delle Nazioni Unite.Una limitazione che il ministro svizzero degli esteri si è augurato venga presto meno con la votazione sull’adesione all’Onu, in programma il prossimo 3 marzo. A tal proposito, Joseph Deiss, oltre a ribadire che la visita dell’Alto commissario per i diritti umani era programmata da tempo e che non rientra nell’ambito della campagna governativa a favore dell’adesione, ha aggiunto: “Spero che questa sia l’ultima visita della signora Robinson ad una Svizzera che non è membro delle Nazioni Unite”.

Anche se Berna non può far valere completamente il proprio punto di vista sui diritti umani, visto che non fa parte dell’Onu, la politica elvetica in materia risulta comunque attiva, coerente ed efficace a livello internazionale. Lo ha riconosciuto anche la signora Robinson, preannunciando gli importanti progetti comuni in agenda, tra i quali una campagna per la diffusione ed il rispetto dei diritti dell’uomo in Afghanistan, Paese nel quale l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Mary Robinson si recherà il prossimo 7 marzo.

Sergio Regazzoni

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